(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

domenica 1 agosto 2010

Folkest, finalmente!




Giovedì sono rientrato a casa dalle mie ferie estive nelle Marche e oltre a un provvidenziale acquazzone che ha ripulito energicamente la mia Meriva di tutta la polvere accumulata nei mesi precedenti ho trovato le strade già piuttosto trafficate. Le notizie dei tiggì e i bollini rosso-neri attribuiti alle giornate del week end per chi avesse intenzione di mettersi in viaggio mi hanno poi oltremodo confortato sulla saggezza della mia decisione di rientro anticipato. Ma c'è anche un altro motivo che mi ha convinto a tornare prima. Ed è che finalmente, dopo alcuni anni che disertavo le serate finali di Folkest,

mercoledì 28 luglio 2010

Cronache marchigiane (6)

Stamani al tavolo che occupo di solito per la colazione era seduto un ragazzo aquilano. Fa l'igienista dentale e con il terremoto è rimasto senza lavoro. La casa l'ha conservata, fortunatamente non ha subito danni, ma lo studio dentistico dove lavorava non c'è più. Ha trovato un posto a Teramo, 60 km da casa, e un altro lavoro da queste parti. Ci viene una volta alla settimana. Oggi è l'ultima volta prima delle ferie estive. Poi si riprende a settembre. Mi dice che una sua zia ha vissuto fino a poco tempo fa a Cividale del Friuli. Valeria, da quando si è tuffata col marito nella gestione del B&B in riva al Trasimeno non ha più tempo per andare in vacanza. Ma non ne sente l'esigenza. Dice che con un lavoro del genere è il mondo che viene a casa tua. In effetti... E tu guarda quanto è piccolo, questo nostro mondo. Io ho fatto l'alpino nella Julia. Della brigata fa parte pure il battaglion L'Aquila. “D'aquila le penne, ugne di leonessa”.

domenica 25 luglio 2010

Cronache marchigiane (5)

Sempre quand'ero ragazzino iniziai ad acquistare in edicola una Storia d'Italia a fascicoli, che furono poi rilegati con le loro eleganti copertine in otto volumi da biblioteca. Ciascuno di quegli innumerevoli fascicoli riportava in quarta di copertina una vignetta satirica tratta da celebri periodici del secolo scorso, come il Marc'Aurelio, l'Asino, il Becco Giallo. Tutte pubblicazioni su cui comparivano in prevalenza le opere di due dei più famosi progenitori dei nostri Vauro. Elle Kappa, Forattini. Dando ascolto al suggerimento di Paolo, che quando ci siamo sentiti in occasione della mia visita a Recanati mi segnalò il vicino borgo di Montelupone, considerando che oggi doveva essere una giornata di “decompressione”, di riposo (per quanto possibile, in una mia vacanza-tipo), ho alla fine deciso di dargli retta e nel pomeriggio ho indirizzato il muso della mia Meriva verso l'ennesimo piccolo gioiello che punteggia i colli marchigiani.

Cronache marchigiane (4)

Nel museo della carrozza di Macerata, dopo avere passato in rassegna alcuni esemplari di calessi ben conservati e disposti nei sotterranei di Palazzo Bonaccorsi, si arriva in una stanza un po' particolare. In una rastrelliera fissata alla parete vi sono delle cartoline con vedute di località della provincia. Le schede, una volta inserite nell'apposita fessura presente all'interno della riproduzione di una vettura che si trova nel medesimo locale, provocano la chiusura delle tendine, lo spegnimento delle luci e l'inizio di un viaggio virtuale che, partendo dal palazzo stesso, porta il visitatore nella località prescelta. Ai finestrini di questa vettura immaginaria scorrono le immagini del percorso intrapreso da più angolazioni

giovedì 22 luglio 2010

Cronache marchigiane (3)


Appena arrivato a Osimo, qualche giorno fa, Roberto, l'amico spezzino ormai trapiantato quaggiù con la famiglia, m'invitò a cena a Jesi. Per semplificarmi le cose, mi suggerì di prendere l'autostrada, dato che non ero pratico del posto. Siccome però io sono un bastiancontrario, dopo avere consultato una mappa sommaria dei luoghi, mi risolsi a seguire un altro e più diretto itinerario, attraverso strade secondarie che scavalcano le colline qui intorno. Per maggiore tranquillità avevo anche innescato il navigatore interstellare, che se uno proprio non gli si affida anima e corpo riesce a essere un ottimo ausilio per cavarsi d'impaccio nelle situazioni più complicate o in ambienti non conosciuti. E così scollinando mi sono ritrovato immerso nella dolce campagna marchigiana, con i declivi colorati da distese di girasoli.

Cronache marchigiane (2)

Quando ero ragazzino, la domenica durante il pranzo si ascoltava la radio regionale. Il notiziario radiofonico in quei giorni riferiva ripetutamente degli accordi di Osimo. Era il 1975 e, con grande rabbia e delusione delle migliaia di esuli, il nostro Paese e la Yugoslavia del maresciallo Tito riconoscevano ufficialmente lo stato di fatto, stabilendo la definitiva annessione di Istria e Dalmazia, la cosiddetta 'zona B' alla federazione non-allineata. Come si può immaginare, l'argomento era molto seguito in Friuli, dove, per prossimità geografica, avevano trovato rifugio molti degli scampati agli infoibamenti, alle torture e alle vessazioni,

martedì 20 luglio 2010

Cronache marchigiane (1)

Laura (si pronuncia “Lora”, all'americana) arriva dal Texas ed è in Italia da 8 anni. Durante il suo primo viaggio è stata a Sacile, mi dice, dalle mie parti, per far visita a un militare yankee, in servizio alla vicina base aerea. Ora gestisce il B&B dove ho trovato ospitalità a Osimo, poco fuori dal centro cittadino. Villa Maria, l'hanno chiamato, una grande casa degli anni '70 ristrutturata con gusto e intelligenza (alle camere e all'intera struttura si accede con scheda magnetica, wi-fi, megaschermo tv con Sky, piccolo frigorifero in camera, spazi ampi).
Il viaggio che mi ha portato nelle Marche è stata un'odissea. Sono partito alle 10 del mattino per arrivare qui verso le 17. E sono solo 460 km... Da Bologna a Rimini si andava a passo d'uomo. Tutti al mare! Un caldo sahariano. La sera, poi, sono stato subito precettato a cena da una coppia di amici liguri, ormai residenti qui, che avevo conosciuto all'epoca del corso neoassunti a Genova e del successivo soggiorno romano. Facendo un rapido calcolo abbiamo concluso che non ci vedevamo dal 1992, 18 anni, l'età della loro figlia maggiore, Valentina.

mercoledì 7 luglio 2010

Alla maniera degli stilnovisti

Ancora una volta il 1986, anno ricco di esperienze significative e guizzi poetici...

Madonna, quand'io vidi gli occhi belli,
onde sì ornato il vostro viso appare,
Amor, che ne sostiene e fa penare,
Amore per Voi mi prese.
E stretta ancora tien'ei ben la preda,
s'io perdo il sonno ne le lunghe attese:

ahi, quanto m'è duro starvi lontano!
e per quegli occhi che mi fan poeta,
le labbra oneste ed i capei di seta,
volgere il guardo e sospirar, invano!
La voce non più sentire,
gaia per giovinezza assai, e timida,
che'l duol mio grave seppe ben lenire.

Il canto di un maldestro rimatore,
che illude sé con suo poetar credendo
ciò che Natura fece sì stupendo

saper narrare, serbare piacciavi in cor,
che, se di tanto mi vorrete degno,
più dolce fia mia schiavitù d'Amor.

domenica 4 luglio 2010

I rompiscatole

Quando Enzo Tortora fu eletto nelle fila del Partito Radicale, chiese immediatamente all'Europarlamento che venisse concessa l’autorizzazione a procedere a suo carico, rinunciando all’immunità che il suo nuovo ruolo gli garantiva, per farsi processare, malgrado la lunga custodia cautelare in carcere già subita, e veder riconosciuta anche in giudizio la sua onestà, la dirittura morale, e soprattutto l’innocenza rispetto alle accuse che alcuni pentiti dal curriculum terrificante gli avevano scagliato contro. Altri tempi… L’indimenticato conduttore televisivo in una lunga intervista in cui racconta la sua vita ricorda che i marinai genovesi che s'imbarcavano sulle navi di mezza Europa facevano inserire nei contratti di lavoro una clausola che garantisse loro il “diritto di mugugnare”, ossia di lamentarsi delle cose che non andavano per il giusto verso. Rompiscatole per contratto, insomma. Nel parco del Centro Culturale Aldo Moro, a Cordenons, qualche giorno fa Beppino Englaro è venuto a presentare il suo ultimo libro

domenica 27 giugno 2010

I fondi per la cultura

L’ufficiale istruttore che alla Scuola Militare Alpina ci parlava di tattica iniziò la lezione premettendo che il concetto era, per così dire... piuttosto elastico e poteva quindi adattarsi alle più diverse interpretazioni. Lo stesso mi pare si possa dire dell'idea di cultura. Se si guarda all’attuale orientamento politico nazionale, apparentemente più incline all’opacità piuttosto che alla trasparenza, trovare sul sito istituzionale della regione Friuli Venezia Giulia un elenco dettagliato delle associazioni e manifestazioni beneficiarie di contributi, a motivo del valore culturale annesso alle diverse iniziative, è oltremodo confortante. Scorrendo l’elenco, poi, fra i numerosi eventi, mostre e rassegne, ci si può stupire di non trovare associazioni come i Colonos o Il Caseificio,

domenica 20 giugno 2010

I ragazzi di Aosta '41

Nilo ha da poco compiuto 89 anni. E' del '21, la classe della vittoria. Stamane l'ho chiamato al telefono per chiedergli se potevo andarlo a trovare nel pomeriggio e lui era al computer, impegnato a sbrigare la sua nutrita corrispondenza (che gestisce naturalmente anche via mail - “come potrei senza?”). E' uno degli arzilli Ragazzi di Aosta '41, dentro ai cui corpi scalpitano la determinazione e la grinta di due quarantenni. Mi dice che, chiacchierando con una amabile signora, tempo fa, le raccontò che lui è appassionato di sudoku, che risolve preferibilmente sdraiato a letto, tenendo la rivista ben alta all'altezza degli occhi. La situazione determina un inconveniente. L'inchiostro della penna con cui di volta in volta Nilo completa la griglia del rompicapo, immancabilmente dopo un po' a causa dell'inclinazione del calamo non arriva più alla punta e lui deve cambiare posizione. La signora gli regalò allora un paio di penne da astronauta, fatte apposta per scrivere anche in assenza di gravità, appunto. Cosa che ora gli consente di dedicarsi al suo cervellotico passatempo con più soddisfazione. Space pen. Così c'è scritto sul calamo interstellare.
Mitico!

sabato 19 giugno 2010

Cronache torinesi - Tre


Una parte significativa del bagaglio di ogni viaggiatore è costituito da quelli che i Romani chiamavano impedimenta, ossia tutte quelle cose non strettamente utili e necessarie, ma cariche di significati legati al nostro vissuto (un libro che non ci si deciderà mai a leggere, un dono destinato a non si sa chi, un portafortuna)… Così recita un pannello della minimostra “L’uomo con la valigia – Piccola storia del bagaglio”, allestita nel Borgo Medievale del Valentino. Breve sosta nella bottega del fabbro, anche lui in attesa di miniscolaresca alla quale dimostrare la sua abilità fabbrile nella forgiatura di armi bianche. Faccio notare che anche dalle mie parti ci sanno fare con forbici, coltelli e scimitarre. E il mastro forgiatore mi risponde che sì, in effetti, lo spadone che vedo riposare sul tavolo da lavoro arriva da Maniago, celebre manifattura Del Tin (“il migliore”, dice lui, perché io non osavo). Quant’è piccolo il mondo.

martedì 15 giugno 2010

Un decreto a forma di vaso di Pandora

Non c'è che dire. Il contestato decreto sulle intercettazioni, che continua a essere discusso in un clima di sostanziale indifferenza dell'opinione pubblica, malgrado gli allarmati richiami di autorevoli giuristi, magistrati e giornalisti (ma, si sa, costoro sono soltanto dei pericolosi mangiatori di bambini sempre pronti a intralciare la travolgente marcia del manovratore) è un vero e proprio vaso di Pandora. A scoperchiarlo si viene investiti da fragranze che vanno dalla puzza di bruciato al putrescente. L'ennesimo codicillo di cui apprendiamo dalla stampa prevede che nel caso in cui fra gli intercettati vi siano dei religiosi, occorre darne immediato avviso alle Competenti Gerarchie (vescovo, nel caso di sacerdoti, strutture centrali vaticane, nel caso di Eccellenze) pena l'annullamento dell'indagine. Con il pensiero rivolto a uno dei Padri di questa nostra Patria

lunedì 14 giugno 2010

La lunga estate dell'86

Il bagagliaio della vecchia FIAT Uno di Sergio sembra sempre troppo piccolo, a inizio stagione. Dobbiamo riuscire a farci stare tutto l'occorrente per il nostro spettacolo e ogni volta sperimentiamo delle soluzioni di carico diverse. Abbiamo un piccolo mixer traballante, le casse coi loro piedistalli, i microfoni e le aste, la mia fisarmonica e un intrico di cavi prese e prolunghe. Le mollette per la biancheria pesano poco, ma sono essenziali. Servono a evitare che il vento volti le pagine vigliaccamente nel bel mezzo del concerto. Che parolona, “concerto”. Il fatto è che ogni volta che arriviamo sul luogo dell'esibizione veniamo accolti al grido di: “Ecco l'orchestra!”, anche se siamo soltanto in due. Il minimo che possiamo fare è eseguire un concerto.
A gennaio ho fatto domanda per il 124° corso Allievi Ufficiali di Complemento. Ho consegnato i documenti a Padova, durante gli ultimi giorni della mia rapida esperienza universitaria. Mi aspettavo di ricevere la cartolina-precetto nel bel mezzo dell'estate, e sarebbe stata una fregatura.

sabato 12 giugno 2010

Cronache torinesi - Due

Anche oggi ricca messe di emozioni, con un cambio di programma. Ero venuto a Torino per partecipare a una fiera informatica che si sta svolgendo al Lingotto, ma poi ho deciso che il mio ingresso in fiera dovrà attendere, perché anche domani ho intenzione di fare il turista, malgrado il preannunciato cambio di clima che nel pomeriggio dovrebbe portare brutto tempo. Ma procediamo con ordine. Come previsto, stamattina ho visitato la Venaria Reale. Con preventiva sosta intermedia all’Infopiemonte di piazza Castello, cui avrei fatto meglio a rivolgermi ieri, come pensavo di fare. Ho scoperto infatti l’esistenza di una convenientissima Piemonte Card, che, oltre a garantire l’accesso gratuito pressoché a tutti i musei della regione, vale pure come titolo di trasporto sull’intera rete urbana (e io ho già acquistato l’abbonamento settimanale ai mezzi in edicola, ieri mattina…). Ho quindi preso la card valida per due giorni, che già oggi ho ampiamente ammortizzato fra Venaria, Mostra, viaggio anda e rianda, Museo del Cinema, ascensore panoramico con veduta mozzafiato sull’intera città dalla cima della Mole Antonelliana.

venerdì 11 giugno 2010

La mediateca di Pordenone

Era l’estate del 1999 e mi trovavo in vacanza ad Arles, nel sud della Francia. In quello che era stato un ospedale dove per qualche tempo fu ricoverato anche un celebre pittore olandese, un edificio splendidamente recuperato e ben inserito nel centro cittadino, trovava posto la mediateca. Incuriosito da una definizione per me allora sconosciuta, entrai a esplorare quelle luminose sale. E fui trasportato su un altro pianeta. Passai delle ore a sfogliare albi a fumetti comodamente sprofondato in una poltrona da salotto e vagai con gli occhi colmi di meraviglia tra gli scaffali. Ero uno straniero e non parlo francese. Ma lì dentro mi sentii a casa. Nessuno mi chiese un lasciapassare. Le porte vetrate si aprivano automaticamente, come negli aereoporti, e, considerata la canicola dell’estate provenzale, l’aria condizionata all’interno rendeva ancor più gradevole la mia permanenza. Oggi finalmente anche Pordenone ha la sua mediateca

lunedì 7 giugno 2010

Cronache torinesi - Uno

So di non poter essere ritenuto obiettivo e imparziale nei miei giudizi sulla città in cui sono nato e dove conservo amici e ricordi di emozioni lontane solo nel tempo, ma questa nobile ed antica capitale conserva indubbiamente un fascino aristocratico. Vi si respira un’aria (smog a parte) rarefatta. Passeggiando sotto gli ampi portici del centro si ha come l’impressione di non essersi messi le pattine dopo essere entrati nel salotto buono col parquet tirato a lucido.

martedì 1 giugno 2010

La fontana del cervo

La Venaria Reale
Giochi d'acqua nel Cortile d'onore.



A proposito di valori...

Apprendiamo leggendo un articolo pubblicato alcuni giorni fa su un noto quotidiano economico nazionale dalle pagine color salmone stantio che alcune fra le principali banche del nostro Paese avrebbero improntato la propria condotta commerciale facendo prevalere il loro tornaconto sugli interessi dei rispettivi clienti. Probabilmente, se i Supremi Commissari stemperassero la tensione che deriva dal loro alto compito di sovrintendenza sul regolare andamento dei mercati finanziari leggendo con maggiore assiduità la Settimana Enigmistica, saremmo arrivati alle medesime conclusioni senza bisogno di tanto approfondite indagini, anche solo per deduzione.

lunedì 31 maggio 2010

La Otto (parte quarta)

Alla Otto avevo individuato soltanto due ragazze. Di Mirellina ho già riferito. Oltre a lei, della banda faceva parte anche Maria Grazia. Così, quando sentii il D. chiamare con insistenza (come era solito fare): “Lisa! Lisa! Aho', qualcuno sa 'ndo sta Lisa?” provai a individuare anch'io dove si nascondesse questa terza fanciulla sfuggita al mio sommario censimento. “Lisa! Lisa! Marco Lisa! A Ma'... te possino!” Ecco. L'aveva trovato. E io con lui. Lisa era il Capufficio. “Er roscio maledetto” (come si sarà capito nell'attribuzione dei nickname la fantasia di quegli allegri compari non aveva freni). Marco e Alberto Sordi erano, come direbbe Andrea Camilleri, 'na stampa e 'na figura. Un sosia quasi perfetto, preciso 'ntifico, se si eccettua il colore dei capelli. Come ogni Capufficio che si rispetti, Lisa era fatto oggetto di pressanti attenzioni da parte di tutta la Guarnigione e il suo cognome risuonava ogni giorno ripetutamente tra le mura del Fortino. Il Direttore. Figura mitica, uomo d'altri tempi, cresciuto facendo la gavetta e salendo uno ad uno tutti i gradini che l'avrebbero portato alla cattedra direzionale. Quando voleva ottenere una cosa, riusciva ad essere sempre particolarmente persuasivo.

mercoledì 19 maggio 2010

Anemone e core
(copyright by Natale Sorrentino)


di Scajola/Bertolaso
Casa discografica abusiva “La cricca”

Nuje ca vulimmo case e milioni,
nun ce facimmo mai scupri’?
Cunte ca firme nun ne vonno
‘e chi so’sti cunte, oje ne’!
Pure, tu mme paghi cu ‘n’assegno
pe’ fa’ dispietto a mme…

Tenimmoce accussì Anemone e core
mo c’accattammo pure ‘nata casa,
‘nu trilocal...e ca tu me ristrutturi,
‘o pavo cu te, sempre cu te, senza firma’.

Che ce dicimmo a ffa’ parole avare,
si ‘a casa ma vuoi da’ pe’ quattro lire?
Si smanie pure tu po’ Colosseo
tenimmoce accussì Anemone e core!

Forse sarà ca ‘a casa è doce,
forse sarà ca costa poco…
Vurrìa nun averti cchiù fra i piedi,
chesta è ‘a verità.
Specie si ‘e vvote tu mme chiedi
l’appalto d’a sanità…
St’appartamento a... mme me piace assai,
‘o pavo cu’ te, sempre cu’ te, e tu ‘o ssai.

Che appalti e che contratti vuoi avere,
si ‘o cunto po’ aumentà ch’è ‘nu piacere?
Nuje simmo d’o partito dell’ammore
tenimmoce accussì Anemone ‘e core
tenimmoce accussì Anemone ‘e core…

martedì 18 maggio 2010

La Otto (parte terza)

Antonio era il Capocassiere. L'unico a chiamare per nome il D. e a dargli del tu, forte di una consolidata amicizia maturata nel corso della loro pluriennale colleganza. In rare occasioni non mancava nemmeno di lasciarsi sfuggire al suo indirizzo anche qualche garbato vaff... Esempio di dialogo. Il D.: “Anto', stanotte nun m'è riuscito proprio de pijà sonno. Ieri so' stato da mi' fija, no? Ce semo fatti 'na magnata! Abbacchio c' 'e patate. De notte, però, 'st'impunito nun voleva 'nnà né su né giù... Manco cor bicarbonato!” Governator di tutte le Mazzette, Signore dei flussi monetari, Supremo Quadratore, Gran Sacerdote del Tempio di Cristallo, il Capocassiere celebrava i suoi riti misterici rinchiuso in una teca trasparente a cui i comuni mortali non erano ammessi. Quando gli dissero che arrivavo dal Friuli, Antonio ci tenne a farmi sapere che lui ci aveva fatto il militare, dalle mie parti. “A Casarsa d' 'a Delizzia”, precisò con una punta d'orgoglio. Soffriva di una malattia professionale comune a tutti i cassieri. Una rara forma di daltonismo che consentiva di riconoscere soltanto due colori: il giallo e il verde. In quell'età dell'oro predigitale i Valori potevano transitare dal Tempio di Cristallo soltanto se avevano le carte in regola.

sabato 15 maggio 2010

Guasti educativi e distrazioni immobiliari

Che le nostre università producano dottori mediamente incapaci di esprimersi e di comprendere un corretto italiano lo testimoniano le periodiche verifiche di enti internazionali super partes. Ma fanno fede anche gli esiti deprimenti delle prove scritte per l'iscrizione all'albo degli avvocati, di cui non molto tempo fa han dato conto i giornali. Alcuni di quei neolaureati, da precari sottopagati molto meno di un qualsiasi magazziniere dell'industria del mobile, andranno a trasmettere le loro conoscenze agli studenti delle nostre scuole medie e superiori. Dalle quali non ci si deve poi stupire se uscirà materia grigia informe e agevolmente plasmabile dai variopinti programmi della TV unica. Il cittadino forgiato da questo nostro sistema scolastico scientificamente massacrato nel corso degli anni da una sapiente azione di artiglieria legislativa non potrà che fungere da liscia tavoletta di cera su cui scarabocchiare a piacere.

domenica 9 maggio 2010

La rivoluzione delle banane

Al termine di una due-giorni intensa e faticosissima, il bilancio non può che essere entusiasmante. L'edizione 2010 di VicinoLontano mi ha riservato grandi soddisfazioni. Prima fra tutte, la mia novella perizia topografica: per la prima volta, sono riuscito a percorrere le vie del centro storico di Udine (a piedi) senza bisogno di una tavoletta al 25.000 e, dato assai più significativo, senza perdermi. In questa maratona internazionale ho avuto il piacere di stringere la mano a un premio nobel, conoscere Simone Perotti, incrociare Beppino Englaro alla presentazione del bel libro di Tommaso Cerno, lasciarmi catturare dal fascino discreto di un negozietto di oggettistica per la casa a poche decine di metri dalla chiesa di S. Francesco, dove la simpatica titolare olandese

VicinoLontano 2010

Qualche foto, nonostante le giornate non fossero il massimo...



sabato 8 maggio 2010

La Otto (parte seconda)

Tanto per dare un’idea di cosa fosse quella pittoresca arca di Noè in cui ero finito a lavorare proverò a tracciare un sintetico profilo dei miei colleghi di allora. I Beati Paoli. Due colossi palestrati che penseresti più a loro agio fra i camalli del porto di Genova che non a uno sportello bancario alle prese con versamenti e assegni circolari. Paolo M. aveva un ghigno da pirata, la testa rasata, baffi da cavaliere teutonico, pizzetto biondo e lo sguardo perennemente incazzato che incuteva terrore al solo immaginarlo. Paolo C., invece, era molto più gioviale e rassicurante. Un pacioso cicciobello sorridente, ma altrettanto muscoloso e massiccio. Fra i due stava appollaiata sul suo trespolo da cassiere Mirellina, una Betty-Boop dalla chioma fulva che teneva le gambe accavallate come un diva d’altri tempi. Mirellina era la cocca del D. e quando aveva bisogno di un suo Dar Corso per completare un'operazione, zampettava sulle lastre di marmo del pavimento dall'alto del suo tacco dodici

Le cascate di Salino

“E questa che roba è? No, no, a me non le hanno date. Oddio, ragazzi, aiuto! Qualcuno sa che cazzo sono 'ste SCBT?” Avevo spuntato l'elenco del materiale e preso nota accuratamente della posizione che occorreva assegnare a ogni capo di vestiario nell'armadietto di ordinanza: due maglioni CR, 4 magliette VO, uose, pedule, VIBRAM. Fin dai primi giorni alla SMALP era stato necessario prendere confidenza anche con una delle tante bizzarre manie dei militari, che poi avremmo metabolizzato e fatto nostre: le sigle. Acronimi, oggi diremmo. Ma quello era un tempo pre-digitale, internet non era ancora diventato un fenomeno di massa e gli acronimi si potevano trovare soltanto sulla Settimana Enigmistica. Così “CR” stava per “Collo Rovesciabile” e “VO” per “Verde Oliva”. I VIBRAM erano gli scarponi da montagna, che prendevano il nome dalla ditta costruttrice. Quelli che, usciti di fabbrica di colore marrone, noi avremmo provveduto con marziale inventiva a rendere neri come l'inferno

giovedì 6 maggio 2010

Intercettazioni telefoniche

Alcuni mesi fa un imprenditore del Sud filmò di nascosto i funzionari di una primaria banca nazionale che gli stavano “proponendo” la sottoscrizione di un contratto derivato (uno di quei famigerati ordigni finanziari che anche molti dei comuni della nostra regione hanno tuttora in corpo). L’operazione, a suo dire, fu per lui fonte di elevate perdite, determinando la chiusura dell’attività e il licenziamento dei lavoratori impiegati. La banca è stata citata in giudizio con una richiesta di danni superiore alle centinaia di milioni (di euro). Quando le telefoniste di una altrettanto nota urlatrice televisiva proponevano intrugli atti a scongiurare la malasorte scucendo migliaia di euro a casalinghe credulone e malati terminali

domenica 2 maggio 2010

La Otto (parte prima)

Le scuole si sono appena riaperte e l’autobus è intrappolato nel traffico di via della Conciliazione. Si scorge in lontananza il cupolone di S. Pietro e dall’interno della vettura salgono al cielo invocazioni assai poco rispettose della Sacra Basilica. Basta, ho deciso. Da domani si cambia. Per tutta l’estate sono riuscito ad andare al lavoro prendendo soltanto due autobus. Da via di Ripetta scendo in piazza Sonnino, dove c’è un chiosco sul quale campeggia l’iscrizione “La grattachecca della sora Lella” (cosa che inizialmente mi lascia alquanto perplesso: solo a distanza di tempo ne scoprirò la funzione e il significato). Da lì, altra linea che mi porta fino alla Otto. Però con la riapertura delle scuole un percorso che dura di solito 50 minuti diventa un’avventura ai limiti del possibile. Dovrò servirmi della metro. Prima la Rossa, poi la Blu fino alla Piramide. Da lì, il 318 mi porta a destino. Si sa, gli spostamenti in una grande città richiedono impegno, pianificazione, inventiva… e spesso qualche botta di culo.

Kaddish in morte di Maria

Premessa.

Odio le introduzioni e, da lettore, solitamente le salto a piè pari, ma in questo caso un preambolo si rende necessario. I versi che seguono sono scritti nella lingua dei miei genitori, il friulano di Claut, molto più vicino a Belluno che a Udine, che io, pur non parlandolo, comprendo benissimo. Furono scritti a pochi giorni dalla morte di mia zia, cui ero legatissimo. Si tratta dell'unica cosa che io abbia mai scritto in clautano, ma non ho scelto io la lingua, semmai è stata lei a scegliere me. Non poteva che essere questo il veicolo più adatto per affrontare un vicenda tanto intima e dolorosa. Non ne riporto la traduzione perché non sarebbe comunque sufficiente a comprenderne il significato, dato che questo testo rappresenta il compendio, appunto, di tutta una vita.

sabato 1 maggio 2010

Storie di marketing e VOIP

Fra i tanti che ancora mantengono in casa un telefono fisso, alzi la mano chi riesce a sottrarsi al martellante assedio dei call center. Ho a suo tempo formalmente diffidato l'ex unico operatore nazionale dal contattarmi, revocandogli l'autorizzazione al trattamento dei miei dati personali in qualsivoglia maniera ottenuti e ribadendo per l'ennesima volta che non sono abituato a prendere in considerazione proposte telefoniche. Almeno finché si tratta di affari. Con tutta la dovuta comprensione per i giovani operatori precari, vittime più o meno consapevoli di questa moderna e non meno alienante catena di montaggio, con i quali occasionalmente non manco di trattenermi per cercare di mitigare il loro imbarazzo. Uno degli scorsi sabati, verso ora di pranzo, mi chiama l'incaricata del provider che mi fornisce l'accesso in banda larga alla grande Rete, proponendomi ancora una volta il distacco da Telecom. Siccome, da consumatore non-compulsivo quale sono diventato, ho capito che il servizio offerto in alternativa è il Voip,

mercoledì 28 aprile 2010

IJF10 - La rassegna stampa

Come promesso, ecco qui il primo spezzone della esilarante rassegna stampa cui ho partecipato nel corso del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia appena concluso. A breve seguirà anche il resto. ;-)


lunedì 26 aprile 2010

Umbia Jazz 1993

C'ero anch'io!



Perugia 2010 - Post scriptum

La mia giornata di rientro inizia con un'involontaria buona azione. Alla stazione del minimetrò del Pincetto, il capolinea per il centro città, seguendo il suggerimento di Gianna, al posto delle scale mobili per scendere all'ingresso del trenino metropolitano uso l'ascensore inclinato. Il minimetrò di Perugia è un vero capolavoro di funzionalità urbana a impatto ambientale del tutto irrilevante. In 5' ti posta dalla stazione ferroviaria in centro e viceversa. I suoi vagoncini argentati scivolano discreti attraverso i condomini di Fontivegge e penetrano le viscere rocciose dell'acropoli umbra. All'uscita del minimetrò vedo un corpulento e barbutissimo viandante che porta sulla spalla

domenica 25 aprile 2010

Cronache perugine (11)

THE END


Nel pomeriggio, piccolo tour de force alla Sala dei Notari. Involontario, come capita spesso. Ma sono proprio queste le situazioni più intriganti. Il motivo della mia presenza è dovuto alla proiezione dell'ultimo dei video CULT, dal titolo maledettamente ammiccante: Orgasm Inc. So che sarà preceduto dalla presentazione di un video reporter del National Geographic, ma non vi do molta importanza. Sbagliando. Diego Buñuel si presenta in maniera spumeggiante. Il suo reportage sul Pakistan è di un anticonformismo commovente. Montaggio very rock. Temi sorprendenti, come, dopo il flash sulla madrasa dove qualche migliaio di bimbi impara a memoria il Corano, si passa a una fabbrica di abbigliamento sadomaso

Cronache perugine (10)


Quinto giorno

Giornata di decompressione in vista dell'impegnativo viaggio di ritorno e risalita. Passando di fronte al Brufani con l'intenzione di godermi il panorama che offrono le balaustre dei Giardini Carducci, vengo casualmente attratto da una bancarella che mi taglia la strada. E' uno di quei banchi di antiquari che già ieri movimentavano la piazza. Riconosco subito alcune croci astili di metallo, viste un anno fa a Venezia, nella meravigliosa mostra sull'Etiopia che mi aveva catturato per tre ore di fila e dalla quale sono scappato soltanto perché in preda ai morsi della fame. Lasciando vagare la vista sul resto dei fascinosi oggetti esposti, mi rendo conto che, sì, indubbiamente è tutto materiale etiope. Il mercante dall'accento romano si avvicina e inizia la conversazione. Mi dice che vive otto mesi all'anno ad Adis Abeba, parliamo della mostra veneziana, gli racconto del nonno che portò a casa dalla campagna d'Africa del '36 alcune monete con raffigurato il leone di Giuda. E il pensiero va alle chiese monolitiche, a Lalibela,

Cronache perugine (9)

Quarto giorno (secondo tempo)

Questa vacanza mi sta stremando. Mi servirà almeno una settimana di lavoro per riprendermi. Così, il pomeriggio lo dedico a un parziale recupero delle forze. Quando venni la prima volta a Perugia (se si esclude una precedente gita scolastica in quinta superiore) scelsi un hotel vicino alla stazione S. Anna. L'hotel Iris è ancora ai piedi della Rocca Paolina e sovrasta la graziosa stazione delle ferrovie umbre. Piazzale Partigiani, il terminal delle corriere, è lì vicino. Dunque, il posto era strategico per visitare altri centri dell'Umbria servendosi dei mezzi pubblici. Era il luglio del 1993 e fu il primo esperimento di vacanza con Luca, che arrivava da Milano. Una marching band di New Orleans rallegrava i pomeriggi di Umbria Jazz passeggiando per il centro.

Cronache perugine (8)

Quarto giorno

Mattinata piovigginosa. Colazione al caffè Sandri, in corso Vannucci, dove chiedo informazioni sul mercatino dell'usato, che sapevo svolgersi periodicamente in piazza del circo. Mi dicono che è per oggi e si tiene in piazza Italia. Ganz fantastisch! Alle 8:30 del mattino le bancarelle sono ancora in via di approntamento. Fa niente. Riesco ugualmente a trovare alcuni piccoli oggetti sfiziosi (viaggio in treno e il peso dei miei bagagli, come al solito, è già lievitato di parecchio): una scatola di latta della Perugina, che a prima vista sembra risalire agli anni '50, un meraviglioso giochino inglese anni '40 (da viaggio, dunque indicatissimo, date le circostanze),

Orti botanici, scritture palindrome e ... il senso della vita

E poi ti vengono a dire che la vita è irrazionale. Che siamo tutti a bagnomaria nel grande caos cosmico. Che non ci sono disegni preordinati. Sarà...
Durante la mia visita all'Orto botanico di S. Pietro avevo notato fra le aiuole la pubblicità di un libro il cui solo titolo era per me fonte di sconfinato interesse e morbosa curiosità: Il giardino dello spirito. Viaggio tra i simbolismi dell'Orto Medievale. Il bookshop dei benedettini, al termine della mia passeggiata vegetale, era già chiuso. Di sobbarcarmi un'altra scarpinata fin laggiù non se ne parla nemmeno. Su suggerimento della receptionist che ho interrogato alla Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori faccio un tentativo alla libreria Feltrinelli, dove acquisto il volume assieme a un'ammiccante ranocchio verde con lucetta gracidante incorporata (€ 4,00).

sabato 24 aprile 2010

Cronache perugine (7)

Terzo giorno (secondo tempo)

Le previsioni meteo del sito di Repubblica si rivelano spesso molto attendibili. Perciò, quando viaggio le consulto sempre. Per oggi mi aspettavo la pioggia e il buon vecchio Giove pluvio non mi ha deluso. Per tutta la giornata. Sulle ceneri della Rocca Paolina, odiato simbolo dell'oppressione pontificia, i perugini hanno eretto l'attuale palazzo del governo. Sotto i suoi ampi portici si trova un ufficio che in questi giorni per me è stato oltremodo utile, considerata la momentanea (come spero fortemente che sia) inabilità dell'Aspirone. Sono qui infatti disponibili alcune postazioni internet, utilizzabili senza dover pagare alcunché. Nel pomeriggio, quindi, mi sono stampato i biglietti ferroviari per il rientro, che ormai non è più molto distante. Poi ancora una volta ho volto la marcia in direzione di Sant'Ercolano per arrivare al chiostro di San Domenico, dove su iniziativa del comando della Guardia di Finanza è in corso un'interessantissima mostra sulla falsificazione monetale.

venerdì 23 aprile 2010

Cronache perugine (6)

Terzo giorno

Il privilegio di abitare l'acropoli perugina richiede un tributo ginnico. Occorrono garretti da sherpa nepalese e spalle da camallo (per via degli zaini o delle tracolle, come la mia fida custode di apparati tecnologici multimediali). Eh, l'insostenibile leggerezza dell'essere... umbri! Salire lungo via dei Priori, affrontare i dislivelli di via delle Prome, le rampe di Sant'Ercolano, ma anche soltanto percorrere corso Garibaldi per arrivare al Museo delle mura urbiche e al mistico Tempio di S. Angelo , prevede un allenamento da Alpino. Quindi, se fossi venuto qui vent'anni fa, sarei a cavallo. Oggi l'esperienza si tramuta in una sorta di richiamo sotto le armi. Ma alla fine non è previsto alcun avanzamento di grado.

Cronache perugine (5)

Serata del secondo giorno

Lo scorso anno, quando venni qui a Perugia ancora per il festival del giornalismo, non ero riuscito ad andarci. Rimedio ora. Enoteca con cucina. Il menù è un piccolo catalogo d'arte. Non per la foggia, ma per i contenuti. Il locale si trova dove aveva sede una vecchia farmacia cannoneggiata dai papalini il XX giugno 1859 perché il titolare si conosceva per convinto sostenitore dei resistenti. Il farmacista fu anche catturato e quasi fucilato davanti al pozzo etrusco che sta ai piedi della chiesa di San Domenico. Graziato poi per riconoscenza dal comandante del plotone d'esecuzione, ch'era stato in precedenza da lui curato. Anche questo è un posto da evitare, se si ha fretta. Quando arrivo al teatro dei nobili per assistere allo spettacolo con Bertelli e Fabrizio Gatti la fila davanti all'ingresso si snoda fino a metà del corso Vannucci. Luca è un giovane laureando in economia originario di Nuoro.

Cronache perugine (4)

Secondo giorno

Rassegna stampa esilarante al Brufani *****.
Sala in grande spolvero. Colazione gentilmente offerta da Vodafone. Mentre le moltitudini cingono d'assedio i tavoli di mescita di brioches, succhi di frutta e cappuccini, mi accomodo a un tavolino in pole-position giusto di fronte al megaschermo su cui saranno proiettate le pagine dei quotidiani spogliati. Diego Bianchi, in arte Zoro

giovedì 22 aprile 2010

Cronache perugine (3)

Il primo giorno.

Per celebrare il natale di Roma mi sveglio all'alba, prendo appunti, scrivo, poi mi ricorico. Alle 7 chiedo a Gianna di poter usare il suo p.c. per controllare la posta. Sul mio Aspirone devo avere maltrattato i parametri di configurazione e non c'è verso di farlo connettere alla rete wireless del B&B. Mentre sto uscendo Gianna mi blocca con la scusa di offrirmi un caffé. Non riesco a sfuggire. Così comincia ad aggiornarmi sul piccione che ha sottratto al fatale assalto dei gatti del quartiere,

Cronache perugine (2)

L'arrivo

Quando arrivo nel B&B che ho scelto su internet, mi accoglie la padrona di casa, Gianna, che si rivela dotata di un eloquio torrentizio. La camera è semplicemente sontuosa. Cinque metri per dieci con un soffitto affrescato a festoni e amorini svolazzanti che di altezza farà almeno quattro. Gianna mi fa sapere che posso scegliere la camera che preferisco, ma quella prima stanza che mi ha mostrato è già meglio di quanto avessi mai potuto sperare che mi venisse assegnato. Parla al telefono con un agente immobiliare che sta trattando per suo conto la vendita di un monolocale ai Parioli grande meno della metà della camera in cui ci troviamo. Il prezzo è pari a quanto è stata di recente valutata la mia casetta di 150 mq. Mi tiene impegnato per una buona mezz'ora raccontandomi la storia della sua famiglia, del padre, che commerciava in legname a Brunico, di lei che faceva l'insegnante e non ha imparato l'inglese, delle figlie che non ne vogliono sapere di vivere a Perugia, di questa splendida casa arredata con mobili d'epoca e travature da galeone spagnolo del Cinquecento, mi fa una rapida panoramica sul vicinato, mi elenca le mille cose che non posso assolutamente fare a meno di vedere in città e in tutta l'Umbria, ecc. ecc. ecc.




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Filastrocca di Alcuino

Indovina indovinello
fin dai tempi del Martello.
No, perbacco! C'hai ragione,
qui il sovrano ha un altro nome.
Per gestire il Sacro Impero
chiama il monaco straniero,
che le menti fa svegliare
con i quiz da indovinare.
Non lo sai? Ti vien l'affanno?
Non c'è trucco, non c'è inganno!
Hai ragione, son d'accordo,
se ti arrendi: "Non ricordo..."
Gran memoria, intuito fino,
qui non basta l'aiutino.
Per cavar dal buco il ragno
te lo dico: è Carlo Magno.
Basta un poco di latino
e si diverte anche un bambino:

Bos qui tota die arat
quot vestigia faciat in ultima riga?

mercoledì 21 aprile 2010

Cronache perugine (1)

L'andata.

A causa della nube vulcanica che inquina lo spazio aereo europeo un gruppo di turisti italiani in vacanza in Norvegia son dovuti rientrare in taxi. Oslo-Macerata? Fanno 14 mila euro. Non c'è male come viatico per la mia traversata ferroviaria che mi farà percorrere una buona metà della Penisola.

lunedì 19 aprile 2010

Alcuino di York e l'aratura dei campi

Per dirigere la scuola che si sarebbe occupata della formazione dei propri funzionari Carlo Magno chiamò alla sua corte un monaco inglese. In questa medievale progenitrice della ben più famosa e invidiata ENA (Ecole Nationale d'Administration), Alcuino scrisse anche alcuni testi didattici, fra cui le interessanti Propositiones ad acuendos juvenes, che altro non sono che degli indovinelli matematici atti a fortificare, nelle intenzioni del pio uomo, la perspicacia dei giovani allievi.

domenica 18 aprile 2010

Il ponte del diavolo.


Programma improvvisato di un sabato qualunque.

Non c'è proprio niente da fare. La viabilità udinese per me rimane un cubo di Rubik: riesco a perdermi anche col navigatore. E meno male che c'è questo ausilio tecnologico ad assistermi, perché sennò a Cividale non ci sarei arrivato. Siccome, ovviamente, a Cividât di sabide tu cjatis il marciât,

Banda larga e digital divide


Si fa un gran parlare in questi mesi di banda larga. Senza dubbio, per alcune realtà produttive d’eccellenza la mancanza di infrastrutture di rete efficienti costituisce un gap, uno svantaggio competitivo. Forse però non si considera che spesso il digital divide non è questione di fibre ottiche, ma di sinapsi. Fra gli utenti della Rete, casalinghi e professionali, il livello di inadeguatezza rimane ancora elevato.

lunedì 12 aprile 2010

Lo sceriffo, Mangiafuoco e i costruttori di piramidi

I ragazzi mi chiamavano “lo sceriffo di Rivoli Bianchi”. La stella appuntata all'altezza del seno sinistro ce l'avevo. Il cinturone e gli stivali pure. La polvere di Rivoli copriva impietosamente ogni cosa, come sul set del più classico Mezzogiorno di fuoco. Ma non era carnevale. E non stavamo girando un film. Avevo vent'anni e facevo l'ufficiale in un battaglione di Alpini dislocato a Tolmezzo. Carnia. Cimutonia, per i ragazzi di leva,

domenica 4 aprile 2010

o tempora, o mores!

L'offerta culturale e d'intrattenimento in provincia di Pordenone e dintorni nel corso degli ultimi anni è visibilmente aumentata e si può dire che sia ormai in grado di soddisfare anche i palati più fini ed esigenti. Quel che è peggiorato nel tempo, con pari progressione, è la qualità del pubblico. Dalla cantata barocca alla milonga porteña, dallo standard jazz alla ballata di De Andrè, non c'è genere musicale che si sottragga al sottofondo di vuoto cicaleccio prodotto da platinate matrone nordestine,