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Al termine di una due-giorni intensa e faticosissima, il bilancio non può che essere entusiasmante. L'edizione 2010 di VicinoLontano mi ha riservato grandi soddisfazioni. Prima fra tutte, la mia novella perizia topografica: per la prima volta, sono riuscito a percorrere le vie del centro storico di Udine (a piedi) senza bisogno di una tavoletta al 25.000 e, dato assai più significativo, senza perdermi. In questa maratona internazionale ho avuto il piacere di stringere la mano a un premio nobel, conoscere Simone Perotti, incrociare Beppino Englaro alla presentazione del bel libro di Tommaso Cerno, lasciarmi catturare dal fascino discreto di un negozietto di oggettistica per la casa a poche decine di metri dalla chiesa di S. Francesco, dove la simpatica titolare olandese
mi ha intrattenuto a lungo e con grande reciproco piacere sulla funzione dei piccoli graziosi “pocci” di cui non ho perso occasione per fare scorta (e meno male che avevo lo zaino, perché si tratta di giocattolini in ghisa...). Ma andiamo con ordine. Venerdì la giornata è stata dedicata all'avvocata iraniana premio nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi, leonessa di Persia. La determinazione e la lucidità di analisi di questa minuta signora di mezz'età hanno sorpreso e catalizzato l'attenzione del numeroso pubblico presente nella preziosa sala tutta stucchi e affreschi della Banca del Friuli (ora fagocitata da altro pachidermico istituto). Lunga fila per gli autografi. Io, che sedevo in prima fila, mi sono riservato l'ultimo posto in coda, per poterla ringraziare senza fretta. Sabato il tour de force inizia alle 10:00 con la proiezione del video-reportage di Fabrizio Gatti in S. Francesco, avente per titolo: L'amico Isaias. Con questa nostra recente diplomazia delle griglie campestri, il dittatore eritreo si aggiunge all'amico George e al karateka che viene dal freddo per un'allegra scampagnata fra compagni di merende. Esilarante la parte dell'assessore alla sicurezza lombardo. Solo che non stava recitando un copione. Era tutta farina autentica del suo sacco. Terminato il video, via di corsa per seguire la coda della concomitante presentazione di Simone Perotti. Altra stretta di mano: il libro lo acquistai lo scorso Natale, ed è stato uno dei più bei regali che mi sia mai fatto. Mi sono lasciato trascinare dalla lettura dello strepitoso volume (riletto e sottolineato quasi fosse un testo d'esame), prima che il successo di vendita ne richiedesse ripetute ristampe. In Sala Ajace il dibattito sui rimpianti dei vecchi rumeni per il passato regime comporta l'acquisto di tre volumi: una storia della Romania, il primo romanzo di uno dei relatori, il primo romanzo del moderatore. Si parla di banane, che sotto il regime del Conducator non c'erano. Così, una vecchia nostalgica si lamenta per il tramonto del comunismo, che a lei ha dato tutto. Be', no, non proprio tutto. Le banane no. La figlia della direttrice del canale internazionale della TV romena vide un giorno ai giardini pubblici una bambina intenta a mangiare un frutto sconosciuto e, chieste informazioni alla madre, si sentì rispondere che non era niente di buono. Il caporedattore di un portale informativo racconta che la sua curiosità di conoscere che gusto avessero le banane lo portò ad assaggiare uno shampoo. Pranzo abbondante alla taverna greca Hermes, con insalata, pita, patate fritte, birra e caffè. I servizi igienici passano il controllo qualità. La musica in sottofondo (assai poco soffusa) no. Primo pomeriggio dedicato alle proiezioni: una giovanissima regista rom che vive nella cintura torinese ci racconta della sua famiglia, poi prima parte de I racconti dell'età dell'oro in Romania. Tre episodi uno più divertente dell'altro. Dal maiale gasato in cucina che esplode quando tentano di bruciargli i peli con la fiamma ossidrica, al giostraio disciplinato che, in esecuzione degli ordini ricevuti, sale in giostra anche lui e a terra non c'è più nessuno che la possa fermare, al fotoritocco del Conducator dall'esito ridicolo per aver messo fretta al grafico. Fra le due proiezioni trovo il tempo di leggere Affa Taffa per una buona metà, così da arrivare preparato alla presentazione che Paolo Maurensig ne farà alla libreria Friuli qualche ora più tardi. E con questo si chiude la mia missione sulle orme di Tiziano Terzani nell'ospitale salotto friulano. L'organizzazione dell'evento marcia con passo asburgico: precisione e puntualità negli orari, sale accoglienti e adeguate al sempre numeroso pubblico, volontari giovani disponibili e preparati per assistere gli avidi partecipanti a questa prestigiosa kermesse. Non c'è che dire. Una full-immersion per quelli di Pordenonelegge sarebbe salutare.
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