e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 12 giugno 2010
Cronache torinesi - Due
Anche oggi ricca messe di emozioni, con un cambio di programma. Ero venuto a Torino per partecipare a una fiera informatica che si sta svolgendo al Lingotto, ma poi ho deciso che il mio ingresso in fiera dovrà attendere, perché anche domani ho intenzione di fare il turista, malgrado il preannunciato cambio di clima che nel pomeriggio dovrebbe portare brutto tempo. Ma procediamo con ordine. Come previsto, stamattina ho visitato la Venaria Reale. Con preventiva sosta intermedia all’Infopiemonte di piazza Castello, cui avrei fatto meglio a rivolgermi ieri, come pensavo di fare. Ho scoperto infatti l’esistenza di una convenientissima Piemonte Card, che, oltre a garantire l’accesso gratuito pressoché a tutti i musei della regione, vale pure come titolo di trasporto sull’intera rete urbana (e io ho già acquistato l’abbonamento settimanale ai mezzi in edicola, ieri mattina…). Ho quindi preso la card valida per due giorni, che già oggi ho ampiamente ammortizzato fra Venaria, Mostra, viaggio anda e rianda, Museo del Cinema, ascensore panoramico con veduta mozzafiato sull’intera città dalla cima della Mole Antonelliana. Quindi, dicevamo. Navetta gratuita dal centro cittadino all’ingresso della Reggia. Visita 10:30-15:00 allo stupendo complesso, con relativi giardini, cortili, fontane, scuderie e arancere. Decine di cantieri in corso d’opera sia negli edifici che negli sconfinati giardini (ma quanto personale avrà trovato lavoro là dentro?) Proiettori Nec e Panasonic usati con grande profusione per mostrare le raffinate installazioni del maestro Peter Greenaway. La Littizzetto in costume da dama del Settecento è sempre più sexy. Una falange di bimbetti delle elementari trasformati in squisite miniguide turistiche arpionano con determinazione i visitatori per sciorinare tutto il loro sapere storico, tanto in soltaria che in equipe, dividendosi il lavoro. A mezzogiorno gli uggelli della Fontana del Cervo, nel Cortile d’onore, prendono a disegnare fantasiose coreografie di spruzzi nell’aria e io ne ottengo abbondante documentazione fotografica. Nello shop degli Amici della Reggia begli oggetti di artigianato. Vengo attirato da alcuni foulard di seta che dispiego uno ad uno nell’intento di sceglierne un esemplare da regalare a mia madre. Centocinquanta euri. Dice che sono pezzi da collezione. Soprassiedo all’idea di iniziarne la raccolta. Rientrato in città mi dirigo alla sede regionale della RAI, dove, al piano terra, è allestito un fascinoso museo della radio. Ampia varietà di microfoni dell’EIAR, l’uccellino della radio (con relativo video che mostra i segreti della scatolina a manovella necessaria per riprodurre il celebre jingle degli anni ’40), esemplari di Radio Balilla (per le masse) e Radio Rurale (per i più facoltosi). Da lì diritto alla Mole per visitare, finalmente, di nuovo dopo quel memorabile 11 settembre 2001, il Museo del Cinema. Solite, provvidenziali, chaise-longue con altoparlantini ad altezza orecchie, per una sorta di drive-in individuale. Riposino salutare prima di salire con l’ascensore panoramico fin sulla guglia della torre antica, da dove lo sguardo spazia su tutta la città. Alla sera, branzino e insalata mista in piazza Vittorio Veneto, all’antico ristorante Porto di Savona, che vanta l’appartenenza ai locali storici d’Italia. Da qui partivano le carrozze a cavallo che assicuravano quotidianamente i collegamenti con Savona, che all’epoca era per Torino un porto di grande importanza.
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