e le note vengono aggiornate di quando in quando)
martedì 1 giugno 2010
A proposito di valori...
Apprendiamo leggendo un articolo pubblicato alcuni giorni fa su un noto quotidiano economico nazionale dalle pagine color salmone stantio che alcune fra le principali banche del nostro Paese avrebbero improntato la propria condotta commerciale facendo prevalere il loro tornaconto sugli interessi dei rispettivi clienti. Probabilmente, se i Supremi Commissari stemperassero la tensione che deriva dal loro alto compito di sovrintendenza sul regolare andamento dei mercati finanziari leggendo con maggiore assiduità la Settimana Enigmistica, saremmo arrivati alle medesime conclusioni senza bisogno di tanto approfondite indagini, anche solo per deduzione. E’ da tempo che un florilegio di inchieste giornalistiche segnala l’immoralità scandalosa dei sistemi d’incentivazione commerciale ormai in uso presso la maggior parte delle grandi aziende, non solo del settore bancario. E vengono altresì periodicamente resi noti i compensi milionari (stiamo sempre parlando di euro, per cui bisogna moltiplicare per duemila al fine di rendersi conto di quali sono le cifre in ballo) percepiti dal top management e dalla dirigenza della prima e seconda linea. Per evidenti motivi di spazio, negli elenchi via via resi noti dai mass media non ci si può inoltrare fin nelle ultime retrovie, ma può essere a questo proposito interessante notare che anche per quello che si può definire un capo-area, con responsabilità di coordinamento che abbracciano grossomodo l’ambito territoriale di una provincia, fino a non molto tempo fa il premio garantito in caso di raggiungimento dei risultati assegnati conservava una taglia milionaria. Ci si chiede pertanto se simili ricompense non possano essere talmente appetibili da indurre perfino a un’occasionale “rilassatezza” nel rispetto di principi etici solennemente enunciati nei codici di condotta e di precise norme di legge che, come ben sottolinea lo stesso organo di vigilanza, impongono di tutelare al meglio l’interesse dei clienti. Come al solito, la responsabilità di eventuali condotte non del tutto aderenti alle regole del gioco è personale, appartiene cioè al singolo operatore, ultima ruota dell’ingranaggio, che sicuramente non beneficia di prebende a più zeri. Conosciamo, anche grazie alle illuminanti inchieste dei soliti giornalisti d’assalto (alla Report, per intenderci) quanto profondo possa essere il disagio di questi operatori, quotidianamente combattuti fra la necessità di conservare l’impiego, salvaguardare l’integrità psicofisica e rispondere al richiamo della propria coscienza per provare a dormire il sonno dei giusti. Varrebbe forse la pena d’interrogarsi però sulla validità di un sistema (che, va ribadito, non investe soltanto il mondo bancario, ma come possiamo facilmente constatare dalla lettura dei quotidiani, si estende in orizzontale e in verticale in ogni settore e ambito d’intervento umano) dove ‘mercato’ e ‘profitto’ hanno da tempo scalzato valori e punti di riferimento divenuti ormai obsoleti come etica, onestà, bene comune, interesse nazionale. Siamo arrivati al punto che ci si inventano malattie inesistenti per poter vendere il rimedio destinato a curarle, si escogita la privatizzazione dell’acqua solo per disporre di nuove e lucrose aree di business, e se i mercati regolamentati sono così trasparenti da comprimere in maniera insopportabile i margini d’intermediazione, è sufficiente creare degli strumenti finanziari complicati, oscuri e misteriosi, come i contratti derivati, che tanto qualcuno a cui proporli si trova sempre (e può accadere alle amministrazioni comunali e provinciali, sempre a caccia di soluzioni innovative per far quadrare i propri conti, ma, come abbiamo visto, anche gli stati sovrani non si sono dimostrati del tutto immuni da simili pericolose tentazioni, solo che in questi casi il conto poi lo pagano gli azionisti, ossia i cittadini). La crisi dei valori, quindi, non è solo argomento per dotte tavole rotonde, ma comporta conseguenze immediate e prospettiche, visibili e tangibili, che interessano l’agire quotidiano di noi tutti.
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