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e le note vengono aggiornate di quando in quando)

domenica 1 maggio 2011

La tutela della famiglia

Sarà per le tante iniziative che celebrano il centocinquantenario, sarà che forse fa tendenza, ma di questi tempi la schiera di uomini politici che rivolgono le proprie attenzioni alla nostra Carta Costituzionale diventa ogni giorno più folta. Da ultimo, il signor sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia, che se la prende con uno spot pubblicitario. Reo di lesa Costituzione sarebbe il colosso svedese dell'arredo di massa, che per l'apertura di uno dei suoi negozi ha diffuso un manifesto in cui sono ritratti di spalle due uomini che si tengono per mano. «Siamo aperti a tutte le famiglie», recita lo slogan. Grave attacco alla nostra legge fondamentale, marketing di cattivo gusto, e via elencando. I Paesi nordici, e fra questi la Svezia, godono di una legislazione sociale all'avanguardia, capace di tutelare la famiglia in maniera molto più efficace di quanto si faccia da noi. Il livello di civiltà di quelle terre deve parecchio a una laicità per nulla intiepidita dall'alito pastorale trasteverino e a una classe dirigente che probabilmente non è selezionata in allegri festini e nemmeno in base alla misura di reggiseno. Occuparsi di politiche per la famiglia in un Paese che si guadagna l'attenzione dei media internazionali per la gioiosa pratica del bunga-bunga, non dev'essere un incarico privo di grattacapi. Tuttavia, uno stage a quelle latitudini, potrebbe risultare assai giovevole. Quanto al marketing, malgrado al nostro Governo le competenze in tal senso non facciano certo difetto, la multinazionale svedese non pare aver bisogno di lezioni. Non siamo noi a dare tanto per favorire il ritmo serrato con cui sta inaugurando i propri centri commerciali, ma sono piuttosto le loro commesse milionarie a garantire una preziosa boccata d'ossigeno all'ansimante settore del mobile, anche dalle nostre parti. E sono le loro assunzioni a far intravvedere un orizzonte di speranza a tanti giovani disoccupati. Noi ci dobbiamo accontentare di qualche barzelletta.

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