(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 18 aprile 2011

Perugia IJF 2011 (9)

Domenica, 18 aprile 2011 – Una storia da raccontare. Peppino Impastato

Sorprese ed emozioni non sono mancate nemmeno in questo ennesimo soggiorno perugino. Oggi, in particolare, ne ho ricevuto messe abbondante. La mattina è iniziata più tardi del solito. La fatica accumulata nei giorni passati mi ha indotto a indugiare più che mai prima di abbandonar le còltrici. Primo appuntamento al Brufani per il premio giornalistico intitolato a Peppino Impastato. A Pordenone, al Deposito Giordani gli hanno dedicato uno studio di registrazione. Qui il riconoscimento viene attribuito agli apsiranti giornalisti e videomaker che si son misurati con “una storia ancora da raccontare”. Per la sezione “carta stampata” la menzione speciale va a un giovane pachistano che si collega via skype con Perugia per ringraziare. Triangolazioni. Un pachistano che scrive a proposito di un giornalista siciliano morto di mafia trent'anni fa e partecipa a un concorso nell'ambito del festival del giornalismo di Perugia. E' presente anche il fratello di Impastato, il cui intervento va a toccare le corde del cuore. Al desk dei relatori c'è anche Arianna deus ex machina della kermesse, che non riesce a trattenere l'emozione. Lo stesso succede a me. Tra il video risultato vincitore e quello che ha ricevuto la menzione, preferisco senz'altro il secondo. Lo cercherò online. Prima di vedere il film “I cento passi” anch'i ero tra coloro che non conoscono la storia del giovane ribelle siciliano. Figlio e nipote di mafiosi, Peppino denunciò per tutto il corso della sua breve vita, con la schiena diritta e la voce alta, le collusioni, il malaffare, la sopraffazione, guadagnandosi una carica di tritolo che lo ha disintegrato e un sospetto di terrorismo, che è stato definitivamente fugato soltanto a distanza di anni grazie al ruolo determinante della madre, Felicetta. Queste due ore scarse di una fredda domenica di aprile, anche se non ci fosse stato il resto degli incontri e le testimonianze, sarebbero valse da sole i due giorni di viaggio, la fatica e le spese di questo mio soggiorno nella terra di S. Francesco. Ma Perugia non delude. Posso venire qui quando voglio. Ormai l'ho capito. La ricchezza umana di questa straordinaria città vale qualunque sacrificio, perché ripaga in misura multipla.




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