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Ancora pochi giorni e partirò un'altra volta in direzione di Perugia per un breve periodo di ferie. Le mie vacanze appaiono spesso stravaganti a molti dei miei colleghi di lavoro, a cui propino resoconti sul massaggio prenatale nei villaggi dello Yucatan o commenti sui maestri del cinema giapponese degli anni Trenta. A Perugia ci torno sempre volentieri. E' una città accogliente. Fu nelle viscere murate della Rocca Paolina, un tempo epicentro cittadino del potere pontificio e dunque inviso simbolo di oppressione, che conobbi la Lega di cultura di Piàdena. Era uno degli appuntamenti in programma per Umbria Libri e l'anno mi pare fosse il 2007. Si discuteva di canto popolare con I giorni cantati, gruppo musicale formato per iniziativa di quegli intraprendenti … leghisti ante litteram. Al termine dell'incontro chiesi al Micio, uno dei fondatori e infaticabile animatore del sodalizio, che sostava all'ingresso della sala al banchetto delle immancabili ghiottonerie librarie: dov'è Piàdena? I miei ricordi della più tenera età, ai tempi del Carosello, facevano emergere un duo che doveva provenire da quel posto sconosciuto, ma null'altro. “Piàdena è esattamente al centro della pianura Padana”, rispose il Micio. Poi mi trattenni un po' ad ascoltare avido qualche notizia sulle loro attività e acquistai un volume che raccoglie i volantini distribuiti dall'associazione nel corso dei suoi primi trent'anni di attività. Uno spaccato formidabile sulla storia recente del nostro Paese. La suggestione della serata perugina e la curiosità mi spinsero l'anno successivo a trascorrere una settimana a Cremona, per poter vedere da vicino la Festa, che la Lega di cultura organizza ogni anno alla fine di marzo. In quella sera di novembre, nell'attesa dei relatori avevo approfittato per leggere alcune fotocopie, messe a disposizione di ciascun intervenuto, in cui si descriveva un episodio accaduto a Spoleto nel 1964. Un paio di anni prima, alcuni musicisti, fra cui Giovanna Marini, avevano fondato il Nuovo Canzoniere Italiano, che portò a quell'edizione del Festival dei Due Mondi lo spettacolo "Bella ciao". Alcuni versi di O Gorizia, tu sia maledetta – canzone di trincea della prima guerra mondiale, inclusa nello spettacolo - costarono agli organizzatori della manifestazione una denuncia per vilipendio delle forze armate.
Traditori signori ufficiali / che la guerra l'avete voluta/ scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù.Questi i versi incriminati. Erano ancora gli anni sessanta... A Gorizia ci sono andato lo scorso fine settimana, per le giornate di primavera del FAI e ho visitato il Museo della Grande Guerra. Gorizia, Perugia, Cremona. Libri, canzoni e teatro. Guerre, proteste, galere. Fascino suadente delle triangolazioni.
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