(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 12 maggio 2011

Bella ciao (I parte)

Spoleto '64: “Bella ciao”.
Dal Diario di Giuseppe Morandi
(da Quaderni della Biblioteca Popolare di Piadena, numero unico, gennaio 1965, pp. 14-38)

Spoleto, 21 giugno 1964

[...]

Alle 3, in piazza, davanti al teatro, già comincia ad arrivare gente. C'è aria di tensione. Giornalisti, signori, vecchie contesse. Pochi i lavoratori. Si distinguono da come vestono. Ed è logico perché non se lo possono permettere il lusso di spendere 5.000 lire per poltrona, 16.000 per palco. Arriva il sindaco con Pajetta, Miriam Mafai ed altra gente. I Dischi del Sole vanno a ruba nella hall del teatro. Il disco Canti del lavoro 3, che contiene A la mattin bonora e Santa Caterina dei pastai, è esaurito. Ma vengono subito riforniti e posso regalarlo a Pajetta. “E importante la vostra attività di Piadena. Hai visto che Rinascita ne ha parlato? Non dovrebbero aiutarvi i partiti, ma favorire la nascita di queste iniziative in altri paesi. Perché non si dovrebbe fare a Suzzara? Sono stato a Piadena a fare un comizio un 18 marzo che faceva molto freddo. Quella sera senz’altro ho fatto perdere il voto di qualche pensionato che ho tenuto con quel freddo un’ora e mezza in piazza”. Mi sforzo di parlare in italiano. Inizio solo il discorso poi proseguo in dialetto. Mi devo sempre tradurre. Mazzarella gira agitato con una giacchetta a righe grigie e bianche. Ieri l’aveva gialla a righe bianche. C'è Raf Vallone, Franca Valeri. Li conosco perché li ho visti alla televisione e al cinema: e tanta gente importante, elegante: Wally Toscanini, Peccy Bount. I riflettori della TV fanno male agli occhi. Bocca e Leydi sono nel palco che ho sopra la testa. Dietro ho due contesse. L’esecuzione è ottima. Io leggo la disapprovazione per lo spettacolo sulla faccia delle contesse. Alla fine della prima parte in piazza e nella hall si parla soddisfatti, contenti. “Va bene”, dico io. “Vedremo col secondo tempo”, dice Bosio. All’inizio dei canti contro la guerra c'è un mormorio. All’Addio padre e madre addio sulla faccia delle contesse c'è indignazione. A Gorizia tu sei maledetta le prime grida, proteste, tutto soffocato da applausi dal loggione. Quando Michele L. Straniero canta Traditori signori ufficiali / che la guerra l'avete voluta / scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù inizia il pandemonio. Da un palchetto si grida “Viva gli ufficiali”. Per un momento c'è silenzio, poi le grida: “Basta, basta”. “Silenzio, silenzio”. “Fuori i fascisti”, grida il sindaco. “Fuori, fuori”. Qualcuno della platea si alza ed esce dal teatro. A E per la strada gridava i scioperanti inizia di nuovo il baccano, le contesse si agitano e gridano “Buffoni, buffoni». Giorgio Bocca dal suo palco grida: “Vai fuori, carampana”.

“Sta zitto, paesano”. Bosio si è alzato in piedi e dice alla contessa: “Questa e storia. signora”. Lei risponde: “Io possiedo trecentotrenta contadini e nessuno dorme nelle stalle”. Un’altra voce grida: “Anche i socialisti fanno storia”. A Son cieco le due contesse escono. La canzone è applauditissima. La lega, pure. Il finale né strepitoso per la forza dell'esecuzione e per la partecipazione del pubblico. Il fragore dei battimani e fortissimo, il sipario cala e si rialza continuamente. Non so quante volte hanno richiamato i cantanti alla ribalta. La platea e in piedi e applaude continuamente, gridano: “Bravi, bravi, bravi. Bis, bis, bis”. Mazzarella applaude davanti a noi. Ci sbattono i riflettori negli occhi e gli operatori della TV filmano il pubblico che applaude e i cantanti. Dopo un quarto d’ora di applausi si spengono le luci sul palcoscenico e la gente si appresta a uscire. Sono contentissimo. Bosio, Gioia, Bellamio, Clara. pure; “E andato tutto bene”, dico a Bosio. Improvvisamente arriva Leydi, si avvicina a Bosio e gli dice: “Ci sono delle grane”. Non sono cosciente della situazione, la mia è solo euforia. Abbraccio Delio, Bruno, Amedeo e non so che ripetere: “Bravi, bravi, bravi”. Ma sul palco ci sono già dei poliziotti, il capitano Alferano, quello che arrestò lppolito, e il commissario capo Galluppo. Vogliono sapere perché Straniero ha cantato una strofa di O Gorizia, tu sei maledetta che non era nel copione. Bosio: “Le canzoni popolari non hanno un testo fisso. Di una canzone ci possono essere tante versioni a seconda delle zone nelle quali si raccolgono. Straniero oltre che essere un cantante è anche un ricercatore di canti popolari e la canzone O Gorizia tu sei maledetta l'ha trovata nella versione che ha cantato”. Il capitano dei carabinieri: “Voglio precisare questo: il signor Straniero ha cantato la canzone con una strofa che nel copione non c'era”. Foresti: “Questo è capitato perché all'ultimo momento la signora Mantovani ha avuto un abbassamento di voce e il signor Straniero l'ha sostituita nell’esecuzione”. Il commissario capo: “Chi è il responsabile dello spettacolo?”. Bosio: “Questo è uno spettacolo organizzato dal Nuovo Canzoniere Italiano, che è un settore d'attività delle Edizioni Avanti! ll commissario capo: “Chi è lei?”. Bosio: “Gianni Bosio, Consigliere Delegato delle Edizioni Avanti!”. Il commissario capo: “Chi l’ha diretto lo spettacolo?”. Bosio: “Il regista Pippo Crivelli con Roberto Leydi. Voglio precisare che Michele Straniero e un dipendente delle Edizioni Avanti! e dichiaro, in qualità di responsabile della Società, che Straniero ha tutta la solidarietà delle Edizioni”. Arriva Pajetta: “Bravi, bravi”. Strette di mano. “Arrivederci”. Parla appartato con Bosio. Straniero è calmo lungo il corridoio dei palchi attorniato da giornalisti, gente solidale e curiosa. La piazza è piena di capannelli di persone che discutono animatamente. I carabinieri, una decina, allineati, fermi, osservano. Raf Vallone attraversa la piazza di fronte al Caio Melisso, con la bionda, distaccato e indifferente. Si beve, si parla. Arrivano i primi commenti e notizie. I conti, le contesse si sono precipitati a inveire contro Menotti. “Mi hanno tradito, sembra abbia detto Menotti. Adesso è in preda a una crisi. Straniero potrebbe essere denunciato all'autorità giudiziaria per vilipendio delle forze armate. Il colonnello Piacentini della scuola militare di artiglieria di Spoleto è stato visto piangere mentre si allontanava dal teatro. “Se non lo denunciano i carabinieri, lo denuncio io”, avrebbe detto. Chi gridò “Viva gli ufficiali” è un ufficiale in congedo, Francesco Crispoldi di Foligno, ora fotoreporter.

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