(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 19 maggio 2011

Bella ciao (II parte)

Spoleto '64: “Bella ciao”.
Dal Diario di Giuseppe Morandi
(da Quaderni della Biblioteca Popolare di Piadena, numero unico, gennaio 1965, pp. 14-38)

Una prima riunione dopo lo spettacolo si fa in casa Menotti. Sono presenti Bosio, Leydi, Crivelli. il sindaco, Menotti, Nanni Ricordi, membri del Comitato promotore del Festival. Menotti vorrebbe si togliessero tutti i canti politici e sociali. Il sindaco gli risponde: “E perché noi non dobbiamo avere la libertà di esprimere i nostri pensieri e i nostri sentimenti?”. Menotti se la prende con Nanni Ricordi che ha invitato al Festival lo spettacolo di Bella ciao. “Hai approfittato della mia buona fede”, gli dice. Ricordi: “Non metterò mai più piede al Festival. Mi dimetto, non dal Festival, ma contro il Festival. Vado via subito”. Bosio cerca di trattenerlo. Niente da fare. ll gruppo di Bella Ciao cena al Panciolle all'aperto. Al nostro tavolo c'è il corrispondente del Sunday Time. di Paese Sera, Bocca del Giorno, in attesa delle ultime notizie. ll corrispondente del Sunday Time parla soddisfatto con Chittò e gli altri. Chittò gli canta Santa Caterina dei pastai integrale. “Ho già comprato il disco” dice a Chittò, “manca la coda”. “Gliel’abbiamo fatta dopo”, seguita Chittò. Parlando degli altri spettacoli del Festival, Il Cavaliere della rosa, i balletti, ecc., dice: “Sono degli stronzi” con pronuncia americana. Tutti ridono. Una famiglia di Morandi, amica del marito della Giovanna Marini, è arrivata apposta da Roma per assistere alle spettacolo. Adesso siedono al nostre tavolo. Poi arriva Bosio e Leydi. Le decisioni sono rimandate alla riunione che si terrà dopo cena in Comune. Leydi e Sandra dovrebbero partire subito per Roma per prendere l’aereo per Milano, Bosio dovrebbe partire per Milano con Gioia. Li lasciamo al Panciolle e ci dirigiamo verso il centro. Alle 11 e mezza in Comune c'è la riunione. Sono riuniti Bosio, Leydi, Menotti. il sindaco, il commissario capo di PS, membri del Comitato promotore del Festival e il consigliere DC. Menotti è irrequieto, vuole togliere tutte le canzoni politiche e sociali. Prima parla Leydi poi Crivelli. Un consigliere con tono conciliante propone: “Beh cercate di equilibrare, perché non cantate anche una canzone dell’altra parte, per esempio Giarabub”. “Benissimo”, risponde Leydi, “ma ci autorizzate a dire che cantiamo Giarabub per preciso ordine del Comitato organizzatore?”. Un altro membro del comitato propone di inserire una canzone degli alpini. Bosio domanda la sospensione della riunione per 10 minuti. Bosio, Leydi e Crivelli vanno in un caffè a consultarsi e decidere. Quando si riuniscono di nuovo tutti sorridono, sperando si possa arrivare al compromesso. Bosio: “Quando si deve prendere una decisione importante, noi rimandiamo la decisione di mezz'ora, di un'ora e anche di mezza giornata, perché vogliamo essere certi che facciamo una cosa giusta”. Gli altri sorridono credendo sempre nel compromesso. Bosio: “La nostra risposta è no. Non toglieremo nessuna canzone”. Crivelli a un certo punto propone di raggiungere l'accordo in questa maniera: “ Noi toglieremo O Gorizia tu sei maledetta, non perché ce l’avete richiesto, ma per nostra iniziativa, niente più. Se volete, lo spettacolo è questo. Noi non possiamo risolvere le questioni interne al Festival”. All'una ci avvertono di andare a letto. La riunione continua. Domattina sapremo se le spettacolo avrà le repliche. I compagni comunisti ci hanno riconosciuti al caffè. “Mi sembrate intimoriti”, dice il segretario della Federazione. “Non dovete avere nessuna paura, non succederà niente. Se tolgono lo spettacolo dal Festival, le cantiamo in piazza le canzoni e facciamo arrivare tutti i compagni della provincia, che sono circa 10.000”. Ci offrono da bere. La riunione termina alle tre di mattina con un nulla di combinato. Il sindaco, Menotti e i membri del Comitato promotore del Festival si riuniranno di nuovo alle 13 per prendere una decisione.

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