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Ieri sera, al PxBox, appagante tour gastronomico dell'Armenia. Io e Daniela ci eravamo appartati su un tavolino d'angolo, ma i solerti animatori del locale ci hanno ben presto invitato a socializzare facendoci sistemare a fianco di una coppia di Montereale Valcellina. Delle 14 portate servite, soltanto il dolce era privo di cipolla. Lo chef, presentandoci la cena, l'aveva detto. Vino bianco e rosso ottimo e abbondante. Acqua fresca in quantità. Chiacchiere proseguite per l'intera serata a parlare di welfare e sanità (Esther è di origine francese), organizzazione aziendale, motivazione dei collaboratori, Camillo Olivetti; giovani generazioni che vivono in un mondo virtuale e che non reggono al contraddittorio, dispiacendosi deluse. Massimo il pane se lo fa da sé, senza lievito. Usa il lievito madre, dice. Tante verdure, sapori inusuali, yoghurt salato con effetti lassativi, fagioli, mandorle, ceci, melanzane. E cipolla, sempre e dovunque. Gli schermi proiettano in loop immagini di monasteri. Di tanto in tanto la cena viene interrotta per presentarci Brigitte Brand, l'artista tedesca che espone in questi giorni al chiostro superiore dell'ex-convento di S. Francesco, a Pordenone. Il 26 si narrano le fiabe di quella terra antica e tormentata. Penso che andrò ad ascoltare.
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