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Però perseverare è diabolico. In questo caso l'errore del giovane presidente della Provincia di Pordenone non consiste evidentemente nell'essersi lasciato sfuggire delle affermazioni che nell'ambiente si definirebbero inopportune, ma nell'essere del tutto convinto delle proprie posizioni. Ma andiamo con ordine. Nel corso della convention del PDL recentemente svoltasi a Pordenone Ciriani avrebbe affermato, secondo quanto riportano i quotidiani:
«Dobbiamo tessere una relazione costante con le associazioni e le categorie: perché è ora di finirla di finanziare le parrocchie che poi votano a sinistra o essere sensibili al mondo dell’impresa quando il ghota delle categorie poi vota dall’altra parte. I soldi non li chiedano al centro destra».
Il Ciriani-pensiero non si discosta da quella che risulta essere una consolidata prassi, generalmente diffusa, purtroppo, nel mondo politico ad ogni livello. Oggi leggo di un vivace confronto in consiglio regionale fra il dipietrista Corazza e l'assessore Elio De Anna a proposito dei criteri di elargizione dei contributi pubblici regionali alla cultura, di cui grazie alla Rete abbiamo anche un
contributo video, oltre a puntuali e
documentati riferimenti. Tempo fa si fece un gran parlare del vistoso taglio dei contributi subiti dall'associazione culturale I Colonos, di Villacaccia di Lestizza, il cui animatore, Federico Rossi, si era precedentemente candidato nelle file del Centrosinistra. Da quando si è insediata la nuova giunta di Centrodestra a Cordenons finanziamenti e autorizzazioni che dipendono dal governo regionale risultano più facilmente ottenibili. E' del tutto comprensibile, quindi, che il presidente dell'ente provinciale si senta in dovere di difendere (oggi, sul Messaggero Veneto) quella che, a suo modo di vedere, non soltanto è prassi diffusa, ma efficace sistema di governo della cosa pubblica. Per chiarire il proprio pensiero Ciriani afferma:
“perché finanziare realtà che subdolamente utilizzano i soldi pubblici per attaccare sistematicamente l'azione di chi li finanzia e sostiene i principi che dovrebbero informare la loro missione? Se questo accade da un altare è ancora più grave.” Saremo grati al giovane presidente quando ci vorrà chiarire in che cosa consistano le subdole arti con cui taluna parrocchia utilizzerebbe i pubblici denari. Nell'attesa, ci permettiamo di tradurre il concetto:
il pubblico amministratore che finanzia attività culturali o associazioni distribuisce i quattrini sulla base del proprio tornaconto elettorale; se i beneficiati remano contro, non beccano una lira. Le posizioni sostenute da tempo dal settimanale cattolico Famiglia Cristiana sono piuttosto critiche nei confronti del governo attualmente in carica (cfr. anche il più recente editoriale sul cosiddetto
“processo lungo”). Secondo il ragionamento di Ciriani, poiché i valori della cristianità appartengono al Centrodestra e il settimanale dei paolini sta remando contro il governo, a quel giornale quantomeno dovrebbero essere tagliati i finanziamenti pubblici. I tanto vituperati politici della prima repubblica probabilmente non si discostavano molto da questo modo di agire e di pensare, però perlomeno non avevano la spudoratezza di lanciarsi apertamente in simili esternazioni. C'era una volta un
savoir-faire istituzionale a cui le bordate leghiste ci hanno da tempo disabituato. Le stesse reazioni dell'assessore regionale alla cultura, che si sentono in sottofondo nel video dell'intervento di Alessandro Corazza, sono emblematiche della tracotanza con cui taluni “politici” interpretano il proprio ruolo: non si accettano confronti, dialogo e osservazioni. Il dispotismo è l'unico principio accettato. Come diceva il Marchese del Grillo:
“io so' io, e voi non siete un cazzo!” Il richiamo al rispetto delle regole viene accolto a ogni livello con stizza, fastidio, sprezzo, perché le regole, per il Principe, non esistono:
l'etat c'est moi. Così si esprimeva il Re Sole. Pertanto, sempre secondo taluni “politici” dei giorni nostri, il sostegno pubblico all'associazionismo e alle attività culturali, anche ammesso che venga gestito secondo criteri di meritevolezza, soggiace comunque alle regole dello
spoil system. Ci siamo perfino inventati un termine esotico per definire una pratica tanto deprecabile. Dirlo in maniera che tutti comprendano sarebbe effettivamente imbarazzante. Parlare di clientelismo sarebbe disdicevole. Non ho idea di quali siano le parrocchie e i motivi che hanno suscitato la vibrante protesta di Alessandro Ciriani. Probabilmente, fra queste non è compresa la chiesa della Sacra Famiglia, di Pordenone, dato che la stessa ha ottenuto un'elargizione di ben 93 mila euro per realizzare un
mosaico decorativo al proprio interno. Questione che, in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, ha suscitato non poche polemiche. In effetti, quei quattrini potevano essere destinati ad azioni di sostegno dei bisognosi, ad esempio le borse alimentari distribuite dalla Caritas o dall'associazione San Vincenzo de Paoli... Ma il punto non è questo. Stando al Ciriani-pensiero vien da ritenere che la parrocchia di San Giorgio di Pordenone, cui fa riferimento la chiesa della Sacra Famiglia, a differenza di altre, sia da annoverarsi fra le parrocchie politicamente fedeli, portatrici di acqua elettorale alla parte politica che attualmente detiene il governo regionale... E' sorprendente, da un lato, che ci siano pubblici amministratori che con le loro affermazioni lasciano adito a simili congetture, dall'altro, e molto di più, siano state messe dai cittadini in posti di responsabilità dove si gestiscono denari pubblici persone che dimostrano di avere una concezione del mandato elettorale a dir poco discutibile. Ma questo è un altro discorso e coinvolge temi come l'indifferenza, la disinformazione, l'assopimento di una larga parte della pubblica opinione che, evidentemente, si merita quel che ha. Peccato che a farne le spese siano anche tutti gli altri.
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