(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 18 luglio 2011

La bacheca di sughero


A casa mia, dietro la porta che dà in cucina c'è da sempre una bacheca in sughero, che accoglie innumerevoli fogli e ritagli di giornale. Il posto d'onore sulla bacheca spetta al calendario di Cinemazero. Stretto e lungo, con la programmazione mensile dei film, per me fa proprio le veci di un calendario, tanto che ci annoto sopra appuntamenti ed impegni. E buona parte dei pieghevoli che tappezzano la bacheca provengono proprio da Cinemazero. All'ingresso del cinema si trovano locandine che annunciano serate teatrali, concerti, conferenze, corsi di yoga e rassegne corali. Così come una ciliegia tira l'altra, la visione di un film nelle sale del Centro Studi è spesso fonte di innumerevoli stimoli. Ho iniziato a frequentare quelle sale poco prima di trasferirmi nella mia nuova casa, quando già avevo deciso di lasciare la dimora dei miei e andare a vivere per conto mio. Fanno vent'anni, oramai. Nel 1991 si concludeva la fase formativa e vagabonda del mio lavoro in banca. Venni assegnato a Oderzo e decisi di acquistare casa. Iniziarono le frequentazioni cinematografiche, ma anche le serate ai Colonos, per le Avostanis, e i concerti di Folkest, grazie ai quali imparai a conoscere un po' di questa terra meravigliosa che mi ospita ormai da 40 anni. La bacheca, pertanto, assolveva al compito fondamentale di garantirmi uno sguardo d'insieme sulle occasioni d'intrattenimento più a portata di mano. Non erano certo anni con il fervore culturale dei nostri giorni, quelli. Durante la stagione estiva c'era il cinema al parco, dove vidi per la prima volta i Monty Python e Bryan di Nazareth. Internet era un fenomeno confinato nelle riviste di elettronica, che davano conto di esperienze da iniziati ed esotici collegamenti a 2400 baud... Perciò, per seguire manifestazioni tipo Folkest, rimaneva necessario procurarsi i programmi cartacei. E non era cosa da poco. I quotidiani non riservavano ancora grande attenzione alla rassegna e se ti perdevi l'articolo in cui si pubblicava il tabellone con tutti i concerti della rassegna, eri finito. Bisognava aguzzare la vista per scorgere tra le pagine dei giornali il trafiletto con cui si annunciava il concerto più facilmente raggiungibile e sperare che non fossero già terminati i ricercatissimi “libretti” con il programma completo, le date, le biografie degli artisti e una sommaria presentazione dei luoghi dei concerti, sempre scelti con cura speciale. Stesso discorso valeva per i Colonos, dove in una afosa serata estiva riuscii a vedere L'arc di San Marc, spettacolo itinerante di pre Gilberto Pressacco. Itinerante nel senso che non venne rappresentato su di un palcoscenico. I diversi “quadri” furono ambientati ai quattro angoli dell'agriturismo, con tanto di pubblico nomade al seguito. E dopo vent'anni, la bacheca di sughero è ancora là, ad accogliere sempre più numerosi stimoli e segnalazioni, complice anche lo sterminato serbatoio del web, che ti mette a disposizione il mondo sul monitor del p.c. di casa tua.

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