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L'idea era semplicemente di andare a sentire un gruppo musicale. I
Radio Zastava, una
brass marching band. Un eptetto di ottoni, matti come canguri ma con un sound energico e trascinante. Un'orchestra da strada. Con un nome così, m'incuriosiva. Si sarebbero esibiti presto, verso le sei di sera, a Montereale, dov'era in corso la festa
Da curtì a curtì, un'iniziativa davvero originale: alcuni dei cortili del paese erano stati trasformati in altrettanti chioschi con birra vino dolci e vettovaglie varie a disposizione dei viandanti. Il pubblico non si era fatto pregare. Siccome la musica tardava ad iniziare, com'è tradizione, ne ho approfittato per fare un salto a palazzo Toffoli. Avevo letto sul giornale di un museo archeologico e la notizia mi suonava nuova. Incuriosito, sborsati ben tre euro di ingresso mi son dovuto meravigliare fin da subito per l'allestimento, che si presentava degno di un museo in grande stile, curato da professionisti del settore, questo era chiaro anche a un profano. E, a ben vedere, Montereale non è Parigi...
Un minuscolo centro della pedemontana pordenonese, tuttavia eccezionalmente attivo sul piano culturale, grazie all'infaticabile energia di Aldo Colonnello, di Rosanna Paroni Bertoja, e il Circolo Menocchio, e il Circolo ARCI Tina Merlin che mi fece conoscere una sera che nevicava il simpaticissimo Alberto Granado, compagno di viaggio del Che nell'esplorazione del continente sudamericano a bordo della mitica motocicletta
Poderosa. Insomma, poca gente, pochi quattrini, ma idee a profusione, ben chiare, e con tanta determinazione a realizzarle. Questa novità del museo, con la sua bella guida in vendita (altro che Cividale, dove uno scrigno che racchiude capolavori preziosi come il museo archelogico va avanti a suon di fotocopie sbiadite perché i fondi per realizzare uno straccio di catalogo non ci sono...), mi porta ad approfondire con la ragazza che stacca i biglietti d'ingresso. Il palazzo è di proprietà comunale, ma la gestione del museo è stata affidata all'Immaginario scientifico. Sì, quelli della
centrale Pitter, della latteria di Malnisio, quelli che son venuti anche a Pordenone, a Torre. E che ora si daranno da fare anche con questo piccolo incantevole repertorio archeologico dove le schede che illustrano ogni singola teca sono chiare ed esaustive anche per il più esigente visitatore. Terminata la breve visita, al piano di sopra, dove c'è la biblioteca, si trova un'altra mostra, temporanea. Immagini della rivolta. E il riferimento è alla
crudel zobia grassa del 1511. Eh, già, son passati giusti giusti 500 anni. Mezzo millennio. Una mostra, seppur piccola, ci può stare. Premesso che per approfondire il tema c'è Google, basti qui soltanto un accenno: trattasi di una rivolta contadina avvenuta in Friuli a danno dei nobili e maggiorenti locali. Ma in fondo alla stanza, là dove inizia appunto la biblioteca, con i suoi scaffali colmi di volumi, c'è un televisore con un videoregistratore in funzione. In cima a uno di quegli scaffali sta appollaiata la marionetta del Menocchio, proprio quella che usò Massimo Somaglino nello spettacolo visto ai Colonos, davvero tanto tempo fa. Sono andato a rivedermi una
foto trovata su internet. Sì, il burattino è proprio quello che stava appollaiato sullo scaffale della biblioteca di palazzo Toffoli. Il protagonista del video è Federico Tavan, l'istrionico poeta di Andreis, che ho imparato ad apprezzare proprio in queste sale qualche anno fa, complice la mostra che gli fu dedicata quando ci fu una mobilitazione generale di artisti letterati e giornalisti, che sollecitavano la concessione dei benefici della legge Bacchelli al tormentato cantore della Valcellina (
Nostra preziosa eresia). I miei primi incontri con Federico risalgono a una trasmissione su TPN, la tv di Pordenone. L'impressione che ne ricavai fu di trovarmi di fronte a un matto. E basta. Ero un ragazzino e non sapevo nulla di lui. Con la mostra di palazzo Toffoli di alcuni anni fa le cose cambiarono. E l'emozione che mi portai dietro si è conficcata profondamente nella pancia. Ho acquistato alcune sue raccolte di poesie, ne ho letto la storia crudele e sofferta, ne ho apprezzato l'umanità. Ho visto l'anteprima del
video che gli ha dedicato un giornalista del Messaggero Veneto. Un riuscito compendio per chi non conosca Tavan. E così, nel raggio di pochi metri e nel giro di qualche ora, ho raccolto una messe rigogliosa di sensazioni e sentimenti, mi si è aperto il cuore, mi si è un po' chiusa la gola. Alla fine, sono riuscito a sentire anche la
brass band, ma ormai i miei pensieri erano altrove. E sono rientrato a casa.
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