e le note vengono aggiornate di quando in quando)
giovedì 26 aprile 2012
Perugia IJF12 (2)
Mercoledì 25 aprile – Primo giorno
Se i fatti successi alla scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto a Genova nel luglio di undici anni fa rappresentano la più grave sospensione della democrazia che si sia registrata in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale, allora ritrovarsi a discuterne nel vanitosissimo teatro dei nobili può essere un buon modo di festeggiare l'anniversario della Liberazione. Sì, perché evidentemente ci sono ancora dei “malfunzionamenti” da cui ci dobbiamo liberare. E forse ci dobbiamo ancora liberare dalla paura nei confronti della polizia e delle forze dell'ordine. Malgrado le tv satellitari offrissero ben più attraenti richiami al popolo del disimpegno (credo ci fossero in programma rilevantissimi incontri di calcio, disfide internazionali, nientemeno), il Teatro del Pavone è gremito. Giovani, in preponderante maggioranza. La fila all'esterno aveva invaso corso Vannucci come da tradizione almeno tre quarti d'ora prima dell'apertura cancelli. I film attorno ai quali si snoda la discussione sono due; oltre al meritevole affresco di Daniele Vicari, basato sugli atti processuali della vicenda genovese, vengono mostrate alcune clip anche di ACAB, presenti sul palco i registi di entrambe le pellicole e l'autore del libro da cui è tratto quest'ultimo. Il G8 del 2001 lo seguii prima dalle cronache dei giornali e delle tv, poi acquistai dei libri (Lorenzo Guadagnucci, Carlo Gubitosa, Concita de Gregorio e altri), lessi inorridito sul web le testimonianze di molti dei ragazzi vittime della violenza esercitata dai tutori dell'ordine, ascoltai la versione dell'infermiere 'infame' di Bolzaneto, quello che subì un ostracismo mafioso da parte del sistema dopo aver ceduto ai richiami della propria coscienza denunciando le vergognose sopraffazioni cui aveva assistito. Il film di Vicari, appena visto a Cinemazero, è un efficace compendio dei fatti di Genova, una rappresentazione del tutto funzionale a mantenere viva l'attenzione su episodi gravissimi, che il sentimento comune ha troppo presto esorcizzato e rimosso. Riferendosi a quel che avvenne nella caserma di Bolzaneto il moderatore del dibattito ha citato Garage Olimpo, scusandosi poi per l'enormità del parallelo. A me non pare un paragone del tutto improprio. “L'Italia è una democrazia. Eppure io mi sento spesso un suddito, rispetto ad altri che godono di privilegi ingiustificati. La Gran Bretagna è una monarchia, ma lì io mi sento veramente un cittadino, con diritti uguali agli altri.” Al tavolo dei relatori, in sala dei Notari, nel pomeriggio assieme a Gustav Hofer e Luca Ragazzi c'era anche Caterina Soffici, una giornalista trasferitasi a Londra con la famiglia da un paio d'anni. Ho rivisto volentieri il docu-trip già proiettato a Le voci dell'inchiesta: Italy, love it or leave it. Anche l'argomento che affrontano i due giovani cineasti (se valga o no la pena, specie per un giovane, rimanere in Italia piuttosto che andarsene a trovar fortuna all'estero) trova un posto più che adeguato in questa giornata di festa, iniziata stamane con pigrizia vacanziera a Pian di Massiano, capolinea del Minimetrò. Terra incognita fino a dove non mi ero mai spinto. Per oggi, in quella che si chiama Piazza Umbria Jazz è in programma un'esposizione primaverile. In realtà, si tratta di un grande suk, dove portare a spasso i passeggini in alternativa al solito centro commerciale della domenica. Banda rionale compresa. Ma anche nelle situazioni più disperate si può scorgere uno spiraglio di luce. Quando noto un'intrigante mostra di erbe spontanee ospitata sotto a un tendone mi ci fiondo, scoprendo che quelle che io ritenevo bordure da marciapiede sono in realtà commestibili e si possono mischiare all'insalata, mentre i fiori che ho appena trapiantato in giardino si chiamano “latte di gallina comune” e sono tossici. Vuol dire che mi accontenterò di ammirarli.
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