(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

venerdì 27 aprile 2012

Perugia IJF12 (3)

Giovedì, 26 aprile – Secondo giorno

A Perugia anche le scale mobili sono intelligenti. Quando non hanno passeggeri da trasportare continuano incessanti a scalare i dislivelli cittadini, solo che lo fanno con ritmo più rilassato (e parsimonioso). Non appena i sensori di cui sono dotati intercettano il passaggio di garretti umani, allora si rianimano e riprendono velocità. Nel salone di Unicredit oggi Luca Telese introduce L'isola dei cassintegrati. 60 operai di Porto Torres decidono di occupare il carcere dell'Asinara (ormai in disarmo) come originale forma di lotta. Anche se la protesta non riesce a impedire la chiusura della loro azienda, qui si analizza la straordinaria visibilità derivata da un gruppo facebook che ben presto raggiunge i centomila fan e al blog che ne segue. Responsabili dell'operazione, due under 30, già compagni di scuola, che collaborano da un capo all'altro dell'Europa. Anche qui ritorna un aspetto già sottolineato nel documentario di Gustav e Luca, Italy: love it or leave it. La protesta che grazie ai social network si espande con meccanismi e rapidità virali funziona. Aziende che fanno cospicui investimenti per curare la propria immagine e per le quali il brand assume spesso un valore strategico, non possono permettersi di subire danni reputazionali. E quindi scendono a patti. Ritirando campagne pubblicitarie lesive della dignità femminile, ad esempio. Oppure dando risposte ai propri dipendenti senza bisogno di vertenze sindacali, scioperi, cortei. Va da sé che le organizzazioni sindacali non vedono con particolare favore questa forma di … disintermediazione, che pure dimostra di ottenere risultati concreti. In fondo a via Caporali, in piazza Mariotti c'è il conservatorio di musica. Nell'auditorium si parlerà di terrorismo, fondamentalismi e integralismi a dieci anni dall'11 settembre. E' una sala che non ho mai visto nelle mie frequentazioni perugine, e anche se so che al ritorno dovrò risalire in disordine quel selciato che ora percorro con orgogliosa sicurezza, decido di andarci. Ne valeva senz'altro la pena. Scesa qualche rampa di scale mi ritrovo di fronte dei finestroni che danno su un panorama inaspettato, mentre dai piani superiori arriva l'eco dei trilli e degli arpeggi inanellati da aspiranti violinisti. Sul fondo della sala dalle immancabili volte a botte troneggia un organo a canne che occupa tutta la parete. Un bel colpo d'occhio. “La fede è di alcuni, la ragione è di tutti. E allora quando si predispongono delle norme di legge, dei codici, non ci si può ispirare alla fede. Si deve agire secondo ragione”. A parlare è don Elio, che siede fra i relatori. Dopo la lapide della basilica di S. Pietro, che rende merito ai frati benedettini (“Ispiratrice la legge di Cristo, contro la politica vaticana...”), soltanto qui a Perugia credo sia possibile sentir parlare così un anziano sacerdote cattolico. Sembra proprio che qui ci siano misteriose alchimie, capaci di produrre idee ed esperienze originalissime. Alla sera si cena al Falchetto, con vino rosso della casa. Che arriva da Venegazzù. Disorganizzazione diffusa. Servizio decisamente off.

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