Giovedì, 20 settembre - Primo giorno.
Conosco Paolo dai tempi del mio soggiorno romano. Nel 1988, dopo essere stato assunto dalla COMIT e aver frequentato a genova un primo corso di formazione, venni inviato a Roma. Assieme ad altri tre colleghi di lavoro mi ero stabilito alla pensione Brotzky, in via del Corso, su consiglio di Salvatore, un ragazzo bolognese che conosceva il posto in virtù dei suoi trascorsi radiofonici. Paolo si era unito in un secondo tempo alla cricca della Brotzky, a noi affratellato dalla comune militanza aziendale. Le successive peregrinazioni professionali lo hanno portato nelle Marche e ora si è stabilito a Recanati, terra di colline, belcanto e poesia. L'ultima volta che ci siamo visti, un paio di anni fa, si era offerto di ospitarmi, nel caso in cui avessi avuto intenzione di tornare da queste parti. Ne ho approfittato per assistere al Festival Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo. Da casa di Paolo si gode di uno splendido panorama che arriva fino al mare (lui sostiene di riuscire a scorgere persino le coste della Croazia, nei giorni più tersi). Castelfidardo è a un tiro di schioppo. Una decina di chilometri, fra discese e risalite a zig-zag. Ho iniziato a studiare musica all'età di 9 anni, ma non ero mai venuto qui per il festival. Stamane, al museo della fisarmonica, un artigiano del posto ha dato dimostrazione di alcune fasi della lavorazione artigianale: l'assemblaggio di ancia e basamento, l'inchiodatura, con relativa "sgrossatura" (attività che mira a ottenere, per ciascuna voce, un'intonazione di massima, da affinare poi in fase di intonatura). Un artigiano esperto compie l'operazione in una decina di minuti. Il tutto va ripetuto per ciascun tasto e ciascun bottone dei bassi, moltiplicato per il numero di voci (solo per la mano destra siamo su duecento pezzi, considerando una quinta di voci). E questo non è che l'inizio. Il pomeriggio trascorre in una chiesa settecentesca riadattata ad auditorium, dove si alternano musicisti e cantanti che intrattengono per ore il folto pubblico. Spicca fra tutti una coppia di ragazzini, gemelli. I Guglielmi brothers hanno 9 anni e suonano una fisa diatonica. Sul palco sfoggiano una presenza scenica da mattatori consumati. Fisarmoniche dalle sonorità fascinose, mantici decorati esposti come opere d'arte, pubblico internazionale.
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