Venerdì, 21 settembre – Secondo giorno
La seconda mattinata trascorsa al museo della fisarmonica assistendo alle fasi di lavorazione delle “voci” consacra definitivamente in me la convinzione che mi trovo di fronte a un monumento di saperi artigiani, di esperienza manuale affinata nel corso degli anni. Le domande di professionisti, appassionati e semplici curiosi fanno emergere un mondo di materiali, tecniche, abilità. Nazzareno ha l'espressione serena della saggezza che si staglia fra le rughe. Risponde alle obiezioni più insidiose spiazzando anche il più malizioso degli interlocutori con argomentazioni dettagliate dove non c'è spazio per replicare o precisare. Ha dalla sua una pluriennale esperienza di lavoro manuale e paziente, ma al momento giusto sa citare Bach e Pitagora dimostrando sempre una inscalfibile padronanza degli argomenti. Tra gli astanti un attempato commerciante di fisarmoniche dice di essere arrivato dal Canada, dove i gruppi di hard-rock includono ormai regolarmente lo strumento nelle loro formazioni. Viene citato per l'ennesima volta un mitico modello “Super VI” (super six, dice il canadese), oggi ricercatissimo e ben quotato sui mercati (si parla di 15 mila dollari). Si finisce per discutere della qualità dell'acciaio armonico, delle modalità di taglio delle linguette (lavorando a mano si evita di riscaldare il metallo e in questo modo non viene alterata la qualità del suono), spessori del legno, inceratura, tolleranze. Un mondo di saperi.
Sabato, 22 settembre – Terzo giorno
Inizio la terza giornata del mio soggiorno fidardense un po' più presto del solito. Ormai ho preso confidenza con le strade e le vie cittadine. Parcheggio la macchina nel solito posto e salgo la scalinata che mi porta al belvedere. Dritta davanti a me sta la collina dove troneggia il monumento nazionale delle Marche, con tutto il suo ampio parco cinto da un'elegante cancellata. I piemontesi al comando del generale Cialdini combatterono qui nel 1860 una battaglia determinante, da cui le truppe papaline uscirono sconfitte. I fidardensi dedicarono a lui e ai suoi uomini un gruppo bronzeo e lo posero sul culmine della collina che ho davanti. Ieri ancora una volta ho trascorso l'intero pomeriggio nell'auditorium di S. Francesco, dove si sono alternati musicisti di ogni età e genere musicale. Dallo swing al valse musette ho ascoltato con avidità, cogliendo le sfumature e le diverse sonorità degli strumenti, e ho compiuto un rapido viaggio in Europa passando dalla Finlandia alla Russia comodamente seduto sulla mia poltroncina verde.
Sono capitata qui per caso...ma - ironia della sorte - il Nazzareno del Museo mi è così familiare :-)
RispondiEliminaArianna Carini
mi fa piacere :-) io conto di ritrovarlo l'anno prossimo al festival: ha davvero tanto da insegnare, una competenza indiscutibile, un modo invidiabile di spiegare le cose. Mi piacerebbe ascoltarlo ancora :-)
RispondiEliminaAurelio