(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

domenica 18 novembre 2012

Appunti Albesi (3)

Sabato, 17 novembre 2012

Amabile si muove con disinvoltura lungo il sentiero asfaltato malamente che porta alla statale. Salta sul suo range rover e scivola via con noncuranza verso la città. Io invece lo percorro sempre con un po' di apprensione. Quando sono arrivato, l'altroieri, il sole basso sull'orizzonte ce l'avevo dritto negli occhi e districarsi nel groviglio di biforcazioni e incroci, schivando i turisti che camminano a bordo strada, non è stata una passeggiata. Quando è buio e rientro alla cascina dopo aver cenato in città l'unico vantaggio è che ci sono i fari a preannunciare l'arrivo di un mezzo in senso contrario, anche sulle curve a gomito e sui tornanti. In compenso io coi miei fari ho una visibilità ben poco generosa del percorso. Stamattina ci si è aggiunta la nebbia, come da previsione meteo. Certo, la foschia conferiva un fascino ancor più speciale ai colori che punteggiano i declivi attorno alla cascina, ma questo non riusciva a mitigare la mia apprensione. Il sabato ad Alba è giornata di mercato e una volta trovato parcheggio per la mia automobile, per arrivare nella piazza del municipio mi son dovuto fare largo fra le numerose bancarelle affollate di curiosi e compratori che riempiono le principali vie del centro. Un mercato ramificato. Sotto i portici del duomo vedo pubblicizzato un percorso archeologico che parte proprio dal retro della cattedrale. Visita guidata obbligatoria. Mi accoglie un giovane archeologo che per ben due euro mi accompagnerà per una mezz'oretta nelle antiche viscere della basilica romana in un esclusivo tour interamente dedicato a me. Parla con passione e competenza dei lavori che lo hanno impegnato per alcuni mesi, della mole di materiali rinvenuti che in buona parte ora si trovano a Torino per il restauro, in attesa di sistemare convenientemente gli spazi dedicati ad accoglierli qui ad Alba. Per lui è stata un'esperienza significativa e gratificante, da cui ha appreso mestiere e ottenuto emozioni. Maneggia i reperti lapidei mostrandomi impronte di piedi e calzari romani, mi illustra le numerose sepolture, un tratto del decumano maggiore, un antico fonte battesimale, raccomandandomi di non trascurare lo splendido coro ligneo che sta nell'abside, al piano di sopra, quando visiterò la cattedrale. Così come il Wimu, il museo del vino di Barolo che ho visitato ieri, ha circa due anni di vita, questo percorso è stato inaugurato da poco più di un mese: una bella sorpresa. Nella sede principale della Banca d'Alba è esposta una pala d'altare del Tiziano, di cui l'istituto di credito cittadino ha sovvenzionato il restauro. Un video in loop mostra le complicate fasi del trasporto da Venezia al laboratorio qui vicino dove si è compiuta la rinascita. Torme di pensionati in gita organizzata affollano il surriscaldato salone fingendo di seguire con attenzione le spiegazioni della guida. Nel locale è stato riprodotto l'interno dell'abitazione veneziana di Tiziano, con appese alle pareti copie di alcune sue opere. Anche per entrare al Palatartufo occorre versare un modesto obolo di due euro, ma varcata la soglia si viene investiti da un effluvio di aromi che fa girare la testa. Si va dai 300 ai 500 euro all'etto per il tartufo bianco pregiato. Sul centinaio, il tartufo nero. Ma non di soli tuberi è affollato l'ampio spazio espositivo. Nocciole, dolciumi, insaccati, formaggi, miele, specialità culinarie, vini, grappe. La folla assaggia, sgranocchia, sorseggia, esprimendo il proprio compiacimento in una babele di lingue, per la gioia degli espositori convenuti. Non mancano i personaggi originali, che sfoggiano eccentrici copricapi, baffoni spioventi e facce da fiaba. Scoperchiano generosamente le teche in plexiglass che preservano l'aroma dei tuberi esposti, invitando ad annusarne il profumo. Ogni perla ha il suo cartellino che ne declina peso e costo. Fare il trifolao, o cercatore di tartufi, non è un mestiere qualsiasi. E' una missione. E, da queste parti, l'eresia è di casa.

Nessun commento:

Posta un commento

se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)