(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 28 novembre 2012

Regole, regolamenti e regolatori.

Un’onesta premessa.
Apprendiamo dalla stampa che a Cordenons si sta lavorando in questi giorni su una bozza del nuovo regolamento delle adunanze consiliari che l’attuale maggioranza vorrebbe varare al più presto. Chi mi conosce non avrà difficoltà a indovinare che la parte del documento sulla quale di più mi sono soffermato è quella intesa a normare le riprese audiovisive delle sedute consiliari. E’ oltremodo evidente che il diritto di critica e il diritto di satira che nel corso di questi ultimi mesi sono stati legittimamente esercitati da parte delle opposizioni, anche attraverso i social network e con frequente ricorso alle nuove tecnologie, risultano piuttosto indigesti ai liberalissimi governanti della città. La triste eredità di una politica nazionale allergica alla sana dialettica, al dialogo e al confronto, non manca di ripercuotersi anche sulle figure minori che muovono i loro passi in provincia. Sottolineare col supporto di brevi riprese video la vacuità di certi interventi, l’inconsistenza delle argomentazioni, l’aggressività di talune reazioni, si trasforma in un simile contesto in mancanza di rispetto, attentato al decoro dell’istituzione, violazione della privacy. L’impianto normativo dell’approvando regolamento pare pertanto preordinato a irregimentare l’attività di documentazione delle fasi dibattimentali, ponendo vincoli e paletti, stabilendo ingiustificabili guarentigie, allo scopo salvaguardare l'immagine di taluni consiglieri, anche se ciò va a detrimento della partecipazione democratica e dell'azione di controllo dell'attività amministrativa esercitabile da parte dei cittadini. A ragione di ciò la bozza in questione si conferma a mio parere inaccettabile e, se approvato in quei termini, il Regolamento andrà contrastato col ricorso a tutti gli strumenti di legge. Sgombrato il campo da ogni ipocrisia, passerò a esporre le mie argomentazioni.

In punto di diritto.

Pur senza voler invadere campi che non mi appartengono e nei quali non ho specifica competenza, ritengo tuttavia proponibili alcune osservazioni di carattere giuridico.
Il diritto alla privacy di ciascun cittadino italiano risulta adeguatamente tutelato dalle leggi dello Stato. Anche i consiglieri eletti a Cordenons possono pertanto serenamente attendere ai loro compiti istituzionali senza che vi sia la necessità di normare alcunché. Ritenere che il Consiglio debba essere investito di una essenziale funzione di supplenza normativa sarebbe soltanto un errore marchiano. E' la legge dello Stato a sanzionare la “divulgazione impropria e contraffatta delle notizie e immagini attraverso mezzi stampa e/o siti web”. E' ridondante, ossia inutile, ricordarlo in un regolamento comunale. Può diventare addirittura vagamente intimidatoria (oltreché, insisto, del tutto inutile) l'assunzione di responsabilità per “un eventuale utilizzo improprio e contrario alle Leggi” contenuta nel previsto modulo di domanda per le riprese. Sarebbe quantomeno curioso se per entrare in un supermercato mi facessero firmare una dichiarazione in cui mi assumo tutte le responsabilità nel caso in cui fossi preso da irrefrenabile desiderio di taccheggio...
Il consigliere che si ritiene offeso, diffamato, calunniato, anche a mezzo stampa o web, a sua disposizione ha tutti gli strumenti che l'ordinamento prevede per tutelare la propria onorabilità, al pari di ciascun altro cittadino. Se la finalità della “domanda” è di individuare più facilmente i potenziali rei di eventuali offese e future diffamazioni è sufficiente che l'aspirante videomaker rilasci volta per volta le proprie generalità ai vigili urbani presenti in aula. Ma è chiaro che qui siamo molto prossimi alla fantascienza: la precrimine per il momento esiste soltanto nel film di Tom Cruise, grazie a Dio.
Vieppiù ridondante appare stabilire in un regolamento comunale che “i soggetti che fanno le riprese dei lavori del Consiglio Comunale possono trasmettere e pubblicare la registrazione anche dividendola in più segmenti, assicurando comunque l’integrità e la comprensibilità degli interventi di ogni singolo Consigliere, garantendo in ogni caso il rispetto della legge in materia di divulgazione.” Tutte cose già previste e stabilite dalle norme in vigore. La possibilità esprimere il proprio pensiero, utilizzando a supporto anche spezzoni video, risiede nel diritto di critica statuito nientemeno che dall'art. 21 della Costituzione repubblicana e non abbisogna certo di ricavare legittimità da un regolamento comunale. Non si comprende infine dove trovi fondamento la potestà concessoria che il regolamento in questione attribuisce al Presidente del Consiglio. Non si vede su quali basi la possibilità di documentare lo svolgimento dei lavori, nel corso di un'assemblea pubblica, debba essere soggetta ad autorizzazione, trattandosi viceversa di legittima e doverosa “partecipazione attiva dei cittadini all’attività dell’amministrazione comunale” (così pare essersi espresso in proposito anche il TAR siciliano)

Considerazioni politiche.

Come ben sottolineato anche in questo video, viviamo in un tempo in cui i politici sgomitano per affollare i salotti televisivi, sbavano per un'intervista foss'anche mandata in onda da una tv locale, premono perché le loro dichiarazioni vengano riportate con il necessario rilievo dagli organi di stampa. Si fatica a comprendere perché mai un consigliere comunale, per il quale ogni spazio che gli garantisca visibilità dovrebbe essere il benvenuto, ogni possibilità di comunicare ad una platea più vasta il proprio pensiero e le proprie convinzioni dovrebbe essere veicolo di raccolta e gestione del consenso, dovrebbe “negare il proprio assenso alla ripresa e divulgazione della propria immagine durante le sedute consiliari”. Forse perché si temono i graffi della satira? O perché non si possiede la capacità di controbattere, di sostenere le proprie idee o molto più semplicemente non si accettano le critiche? Ma in democrazia non funziona così. Chi sceglie di fare attività politica deve accettare di esporsi al confronto anche più aspro, senza trincerarsi dietro a comodi privilegi.
In più occasioni si è tirato in ballo il decoro dell'istituzione. Ma se qualche consigliere non riesce a mantenere un contegno consono e appropriato, se il linguaggio occasionalmente trascende e i toni si scaldano, se le reazioni a volte sono eccessive, la colpa non sarà mica dello specchio che ci mostra tutto lo spettacolo, no?
E' quello rappresentato in questo video, forse, il genere di immagini che dà fastidio veder pubblicate e commentate dal popolo di Facebook?
La capacità evocativa delle immagini è ben più efficace di qualsiasi discorso. E' per questo che i video pubblicati su youtube fanno paura?
Dobbiamo incidentalmente ricordare che, in un comune a noi vicino, Aviano, sono stati i partiti all'opposizione, e segnatamente la Lega Nord, a proporre una mozione per consentire a tutti, anche da casa “di vedere all'opera gli eletti, in primis il sindaco, di cui avranno modo di saggiare insieme alle scontate attività di amministrazione, le proverbiali, sfiancanti, e spesso vacue elucubrazioni” (il locale segretario del Carroccio dixit, come riporta il Messaggero Veneto). Per i partiti di governo di Cordenons eventuali vacue elucubrazioni pronunciate nelle aule consiliari diventano interessanti solo quando sono prodotte dagli avversari politici?
Malgrado le leggi sulla trasparenza nella Pubblica Amministrazione siano in vigore da parecchi anni, ho più volte personalmente sperimentato, a tutti i livelli istituzionali, una persistente e diffusa avversione a spalancare le porte di casa propria. L'idea di rendere gli uffici pubblici sempre più simili a una “casa di vetro”, condividendo le informazioni e le scelte, piace finché se ne parla, ma quando si passa ai fatti le cose vanno molto spesso in maniera diversa. Allora, proprio in questo momento di particolare disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, sarebbe saggio e opportuno favorire il coinvolgimento e la partecipazione, anziché chiudersi a riccio in difesa di posizioni corporative ormai sempre più indifendibili.

3 commenti:

  1. Condivido l'analisi. Non condivido le preoccupazioni del Presidente Del Pup su ipotetiche "manomissioni" delle riprese.
    Come è chiaro a chi frequenta le sedute del Consiglio, non c'è assolutamente bisogno di "manomettere" le riprese. In versione integrale, i rappresentanti della maggioranza (soprattutto alcuni)si fanno danno, molto danno, da soli. Vedi il caso emblematico dell'ora abbondante in cui i vari spezzoni della maggioranza si sono battibeccati in maniera ostile su di una questione pure marginale (le fontanelle). Del Pup stia tranquillo. L'opposizione ha tutto l'interesse a mostrare i rappresentanti della maggioranza così come sono e così come intervengono. Il punto, concorderai, è proprio questo. Ben consci della loro pochezza, hanno il terrore che, attraverso le immagini, un pubblico molto più vasto possa accertarsene. Per questo stanno tentando il "Folpo di Stato".

    RispondiElimina
  2. Più che un REgolamento, vogliono un regolamento dei conti con l'opposizione.

    RispondiElimina

se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)