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e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 19 dicembre 2012

Il diritto di avere diritti

Ho letto oggi un testo che condivido pienamente e che riporto di seguito nella sua versione integrale. E' scritto in forma incisiva, senza fronzoli, e può essere di utile stimolo per qualche riflessione. In un momento in cui una politica sempre più schizofrenica e distaccata dalla realtà, da un lato sbandiera il comodo spauracchio della crisi e dello spread, dall'altro distribuisce migliaia di euro alle farfalle. I pubblici amministratori alle prese con una spending review che colpisce i servizi (i tagli alle case di riposo di cui si è discusso in questi giorni in provincia di Pordenone e che avrebbero comportato la rinuncia all'infermiere di notte, ad esempio), impiegano poi le risorse derivanti dall'inasprimento fiscale (IMU in primis, ma già si profila alle porte la nuovissima tassa sui rifiuti, che pare essere stata rinviata a dopo le votazioni per motivi di mera convenienza elettorale) quando va bene per consulenze assegnate con metodi perlomeno discutibili o per elargizioni clientelari volte a sostenerne il consenso, quando va male per pagarsi i grattaevinci, cene pantagrueliche e banchetti per gli amici.
In un tempo in cui si è voluto celebrare la fine di ogni ideologia in realtà si è perseguita una unica convinzione: che assoggettarsi all’ideologia del “mercato” sia da decenni l’unica salvezza. La dottrina che si fa chiamare “mercato” non è servita altro che ad occultare ed a mettere in secondo piano, seguendo la logica perversa della “politica dei due tempi”, i diritti fondamentali di ogni singolo individuo. Un percorso che, se iniziato in sordina, sta ora manifestando tutta la sua forza attraverso politiche di rigore prive di qualsiasi equità sociale nel tentativo di smantellare, tramite i continui appelli alle dinamiche della “crisi” ed al rispetto delle regole dei “mercati”, le tutele fondamentali sociali, il diritto al lavoro, all’istruzione, alla sanità pubblica, ad un ambiente salubre. In poche parole si nega il “diritto di avere diritti”, unica difesa contro ogni potere oppressivo e che si contrappone alla volontà di imporre al mondo una nuova inarrestabile legge, quella del mercato. Di fronte a questo valore qualsiasi altro principio, diritto o tutela deve cedere. Si è arrivati a codificare che i diritti sono da considerarsi alla stregua di titoli da scambiare sul mercato, come fossero valori di proprietà e non rappresentativi di un benessere comune. Benessere, o meglio diritti comuni, che in nome dell’ideologia del mercato si sta cercando di teorizzare come un lusso che non ci si può permettere in tempi di crisi, di risorse scarse, di una presunta riorganizzazione di un sistema economico che in realtà si sta ricostruendo sulle ceneri di quello precedente. Tale e quale. Si vuol far passare il teorema secondo cui la negazione dei diritti e l’aumento delle disuguaglianze sociali sono come un passaggio obbligato per il risanamento a causa della carenza delle risorse disponibili. Molto semplicemente l’estensione della precarietà a tutti come soluzione, quella stessa precarietà che invece è la madre di tutti i mali. Stare peggio oggi per stare meglio domani in un’ottica di realizzazione della politica dei due tempi di cui sopra che non conosce mai l’avvento del secondo, come avviene ormai dal XIX secolo ad oggi. In nome della crisi ormai si pretende la disponibilità a giustificare qualsiasi provvedimento pur anche che venga da una classe dirigente che, in modo immorale e senza pudore, da questa situazione trae beneficio personale e corporativo e che impudicamente contribuisce ad ampliare le differenze sociali ed economiche fra chi sta meglio e chi sta peggio. Il prodotto di questo realismo politico e di questa negazione dei diritti, oltre cha ad un immediata crescita delle disuguaglianze, potrebbe mettere in discussione anche i diritti civili e politici. In conclusione vogliamo richiamare le parole del dissidente cinese, l’architetto Ai Weiwei (colui che ha progettato lo stadio olimpico di Pechino): “Vi pentirete del silenzio sui diritti…Se i diritti fondamentali vengono cancellati dal denaro e la democrazia cede alla dittatura, presto nessuno sarà più libero”. Dobbiamo essere consapevoli, in quanto titolari di diritti, che è nostro dovere farli valere.

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