(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 23 dicembre 2013

Caro Babbo Natale

Almeno per la capacità di comunicare in maniera trasparente, il Comune di Pordenone dovrebbe essere preso ad esempio da molte altre Amministrazioni. Non è sempre stato così, ma l'eccellente lavoro svolto negli ultimi anni ha prodotto risultati evidenti. Sfogliando le pagine del sito web del Comune, ricco di utili contenuti ben organizzati, si scopre che chi voglia ottenere copia di un documento (i burocrati la definiscono “istanza di accesso agli atti ai sensi della legge 241/90”), può farlo anche via mail. Questa possibilità, oltre che essere del tutto aderente alle norme in vigore (Codice dell'amministrazione digitale), testimonia la prossimità dell'Ente al mondo reale. Come molte altre persone, per motivi di lavoro uso quotidianamente la posta elettronica

sabato 21 dicembre 2013

Il tempo delle buone azioni

Con l’approssimarsi del Natale ci sentiamo tutti più buoni. Malgrado le difficoltà della crisi economica, l’aria di festa delle luminarie, gli addobbi e le onnipresenti casette contribuiscono a rallegrare gli animi e a farci sentire più ben disposti nei confronti del prossimo. Accade così anche in Consiglio Comunale. Nella seduta del 19 dicembre sono stati numerosi gli interventi dei consiglieri di maggioranza e di opposizione sul tema dell’acquisto di azioni della società GEA – Gestione Ecologiche e Ambientali SpA, alla quale è affidato il servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella nostra città. Poiché, come bene ha osservato nel corso del dibattito il consigliere Venerus, ci si trova di fronte all’ennesimo pateracchio, conviene provare a fare un po’ di chiarezza.

venerdì 13 dicembre 2013

Il cambio della guardia

Nel periodo in cui mi trovavo alla Scuola Militare Alpina, ad Aosta, ho sempre ringraziato il mio Angelo Custode per avermi evitato l’incarico di Comandante della Guardia. Alla Scuola, gli allievi si alternavano in una serie di servizi che, in quelle circostanze, trovavano uno svolgimento del tutto particolare e ben diverso da quanto succedeva ai reparti; vi si incontravano anche figure sui generis, prive di riscontro all’esterno, come il “Sottopicchetto”, che era una sorta di attendente dell’Ufficiale di Picchetto. L’unico ruolo di coordinamento che mi venne assegnato durante il corso AUC fu quello di Comandante del P.A.O. (Picchetto Armato Ordinario), che, al di là della bellicosa denominazione, era composto da un certo numero di allievi-custodi, di cui era necessario gestire la corretta turnazione (piantone allo spaccio, piantone alla palestra, piantone al posto telefonico…).

martedì 10 dicembre 2013

Le lampade di Vittorio

Verso la fine del secolo scorso il mio datore di lavoro m'incaricò di occuparmi di prodotti di banca elettronica. Era un'epoca in cui alcuni software ancora giravano su DOS: se mi avessero chiesto di imparare l'aramaico, l'effetto sarebbe stato lo stesso. A casa non avevo il computer, malgrado un latente interesse nei confronti dell'informatica mi avesse assalito già in fase adolescenziale. La Rete era ancora un fenomeno si può dire elitario, per smanettoni, ma i giornali iniziavano a occuparsene, presagendo una sua rapida massificazione. Ricordo in particolare un inserto di Repubblica, che usciva il giovedì, dov'erano recensite le prime pagine web offerte alla curiosità dei lettori. Mi inoltrai quindi, con spirito pionieristico, in quelle terre ignote e misteriose, procurandomi le informazioni necessarie a proseguire il percorso senza eccessivi intoppi. Iniziai a frequentare dei corsi serali e conobbi la straordinaria generosità del popolo della Rete, sempre disponibile a venire in soccorso dei neofiti.

sabato 30 novembre 2013

Regole, regolamenti e capricci

Grande è l'insofferenza che da ogni angolo della Penisola si manifesta nei confronti dei vincoli posti dal patto di stabilità, che limita l'impiego di risorse pur rientranti nelle disponibilità dei comuni. Ovvero: anche se i quattrini ce li avete, spese nuove non se ne fanno: semmai, pensate prima a ridurre i debiti. L'ammonimento del governo centrale, a dire il vero, somiglia molto a quanto ogni buon padre di famiglia farebbe per mantenere in equilibrio la gestione finanziaria di casa propria. Il bilancio previsionale della nostra Città chiude l'anno in corso con un considerevole avanzo di gestione (superiore al milione di euro). Proprio in virtù dei richiamati vincoli si è deciso allora di utilizzare una parte di questo surplus per estinguere in anticipo un congruo numero di mutui accesi negli anni passati (si parla di circa 600 mila euro).

mercoledì 27 novembre 2013

Un bilancio... elettrizzante!

Mentre su Cordenons calano le prime ombre della sera, i lampioni si mantengono ostinatamente indifferenti, causa spending review (cfr. Messaggero Veneto del 24/11/2013). Nella seduta del 26 novembre, fra gli altri argomenti si è discusso degli assestamenti al bilancio di previsione 2013. In una qualsiasi azienda privata che voglia rimanere sul mercato, a maggior ragione in tempi di burrasca come quelli che stiamo vivendo, è indispensabile un puntuale e costante monitoraggio di costi e ricavi, tanto che vengono predisposte delle chiusure mensili al fine di comprendere il trend e riuscire a prendere con tempestività le più adeguate decisioni. Evidentemente, per gli enti pubblici territoriali le cose funzionano in maniera diversa.

venerdì 22 novembre 2013

Fumetti

Tutto ebbe inizio con “L'uomo ombra”. Poteva essere la metà degli anni '70 (e ormai diventa necessario precisare “del secolo scorso”, facendo affiorare in questo modo una patina di antica cianfrusaglia). Mia madre acquistò all'edicola dell'ospedale il numero 40 degli albi del Comandante Mark, dando la stura a un'epopea di collezionismo, baratti e compravendite che si sarebbe protratta negli anni a seguire. Fino a quel momento le mie letture a fumetti erano rimaste confinate a quanto di più adeguato a un fanciullo inconsapevole: Topolino, in prevalenza. Divorai quelle pagine avidamente, facendo conoscenza con Betty, Gufo Triste e Mister Bluff (pronunciato con la “u”, dato che all'epoca l'inglese mi era del tutto sconosciuto). Senza dimenticare Flok, il ringhioso sacco di pulci (come affettuosamente veniva definito da Gufo Triste), un buffo cagnetto di origini incerte, tutto pelle e ossa, inguaribilmente affamato. Fin dall'inizio non mi fu ben chiaro il motivo per cui dei militari dell'esercito inglese, con quei loro curiosi copricapi, si trovassero in Ontario,

martedì 12 novembre 2013

Il paese degli allocchi

Leggo sul Messaggero Veneto il contributo di Luigi Campello sulla crisi del manifatturiero, che sollecita qualche riflessione. L'idea che un più intenso sviluppo di turismo e agroalimentare sia una delle strade da percorrere come alternativa a una produzione industriale non più competitiva mi trova del tutto d'accordo. Non saremo forse in grado di assorbire tutti i lavoratori impiegati in un settore ormai agonizzante e, di sicuro, i tempi per la riconversione non sono conciliabili con l’urgenza delle crisi diventate oggi di drammatica evidenza. Questi non paiono però motivi sufficienti per negare adeguate risorse e migliore attenzione alle possibili risposte.

domenica 10 novembre 2013

Due volte genitori

L'edizione 2011 del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia è quella che ricordo con maggiore gratitudine, per la ricchezza di contenuti, emozioni e suggestioni raccolte. Uno dei primi temi affrontati nel corso della rassegna fu la manipolazione della verità attraverso le immagini. Quando assistiamo alla proiezione di un film, anche se tratta di fatti storici o vicende realmente accadute, siamo tutti abbastanza consapevoli che si tratta di finzione. Di fronte a un documentario, un reportage, o un servizio giornalistico, viceversa, propendiamo istintivamente a considerare le immagini una rappresentazione oggettiva della realtà; ci paiono, insomma, più vere. Ricordo una grafica con due vignette stilizzate in bianco e nero che sintetizza con sorprendente efficacia la fragilità delle nostre certezze. Nel primo quadro è ritratto lo schermo di un televisore

lunedì 4 novembre 2013

Banche & banchieri

Quel che segue è il resoconto stenografico integrale della risposta data in aula dal Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, all'on. Titti di Salvo, interrogante assieme ad altri parlamentari. Oggetto dell'interrogazione dellìOn. Di Salvo è la disdetta unilaterale del Contratto Collettivo Nazionale del Credito per iniziativa dell'Associazione Banche Italiane, mossa che ha ottenuto come primo risultato un compattamento delle diverse sigle sindacali rappresentanti la categoria, sfociato nello sciopero nazionale del 31 ottobre scorso.

(Iniziative di competenza in relazione al ruolo degli istituti di credito nell’ambito della crisi economico-finanziaria, anche alla luce della recente disdetta da parte dell’ABI del contratto nazionale di lavoro e del fondo di solidarietà per il personale del settore – n. 3-00409)

PRESIDENTE. La deputata Di Salvo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00409, concernente iniziative di competenza in relazione al ruolo degli istituti di credito nell’ambito della crisi economico- finanziaria,

venerdì 1 novembre 2013

In autunno, un bel giorno, in Castello

Valentino faceva il carabiniere. Ha la mia età e dice che prestava servizio in Sardegna. Poi dev'essere successo qualcosa di terribile, perché accenna soltanto al coma, all'ospedale e a un sacco di altri guai. Ora guida i turisti in visita al museo diocesano di Udine e illustra con competenza le opere che arricchiscono le sale del palazzo patriarcale. Mi raggiunge in compagnia di una giovane insegnante di Stoccarda mentre sto seduto nella Galleria degli ospiti a leggere la guida del museo. Accertato che sono italiano e dimostro interesse nella sua esposizione, Valentino si lascia ben presto coinvolgere in un contraddittorio a cui la giovane insegnante germanica assiste curiosa. Arrivo al palazzo esattamente alle dieci di mattina, complimentandomi per la puntualità dei custodi, già operativi.

martedì 22 ottobre 2013

L'incredibile fiaba della palestra incantata (2)

Il consigliere donchisciotte Biason ci aveva provato. Con un Odg urgente depositato il 10 settembre 2012 aveva chiesto di fare marcia indietro sulla decisione di adottare una procedura negoziata per affidare i lavori di costruzione della palestra, atteso che “ ... l’importo a base di gara di 999.960 euro senza IVA può generare il sospetto che tale cifra sia stata adottata per eludere le norme previste per appalti superiori al milione di euro ...”.
Al momento della votazione, gran parte del centro destra (tanto quello che ora governa, quanto la diaspora successivamente passata all'opposizione) preferì però abbandonare l'aula e la Lega Nord votò contro. Fu chiarito che l'escamotage era a fin di bene: i tempi di un appalto pubblico mal si conciliavano infatti con la necessità di allacciare gli impianti fotovoltaici alla rete elettrica entro il 31 dicembre.

domenica 20 ottobre 2013

L'incredibile fiaba della palestra incantata (1)

I nostri antenati, che possedevano soltanto rudimentali nozioni di edilizia sportiva, nella loro semplicità erigevano palestre “4 stagioni”, frequentabili con qualsiasi condizione climatica. Ora che a Cordenons la disciplina si è evoluta e raccoglie una crescente schiera di proseliti, a svecchiare il nostro antiquato provincialismo sono arrivati i moderni esponenti della haute couture architettonica. Da qui in avanti le strutture sportive cittadine saranno realizzate in collezioni stagionali: autunno-inverno e primavera-estate. In questo modo anche il nostro piccolo comune avrà finalmente accesso all’empireo dove stanno gli archistar. L’operazione, beninteso, non può essere esente da qualche piccolo sacrificio economico. Ormai è ufficiale: l’erigenda palestra (ora non più tanto) autoreggente di Villa d’Arco è stata pensata per un uso estivo.

martedì 8 ottobre 2013

Dal nove ottobre all'undici settembre.

Avevo uno zio ertano che ha vissuto a Vajont fino a quando la malattia non lo ha portato su cime più elevate, da cui può ora guardare con serenità alle umane vicende. Conservo il ricordo di un allegro gigante buono, che amava prendersi gioco di me con garbo e non lesinava battute sornione a ogni suo interlocutore, un solido montanaro che dispensava buonumore e sorrisi. Vi è stato un tempo, a dire il vero non molto distante, in cui la miseria materiale era bilanciata da una straordinaria ricchezza di sentimenti. Un tempo in cui il bosco racchiudeva un mondo di saperi e rappresentava un'insostituibile risorsa; un tempo in cui gli uomini possedevano una sapienza manuale oggi perduta. I miei familiari appartengono a quella fertile stagione. I nonni sapevano ricavare burro, ricotte e formaggio dal latte proveniente dalla stalla; filare la lana delle pecore e lavorarla ai ferri per ottenerne calzettoni a prova del più rigido inverno. Mio padre era in grado di trasformare un pezzo di legno in mestoni da polenta, sessole e cucchiai.

giovedì 3 ottobre 2013

26/30 settembre (3)

Tragicommedia in due atti per Giunta e Consiglio comunale
(dove, ancora una volta, si tirano le somme...)

APPENDICE

Vedo, prevedo e stravedo...
Nella seconda serata si è discusso dell'assestamento al bilancio di previsione per l’anno 2013, approvato lo scorso 10 di agosto. Per la verità, nel caso di specie, “discutere” pare un verbo assai poco appropriato. Come d’uso, i consiglieri di opposizione, abituati a documentarsi sugli argomenti portati all’esame dell’Assemblea, sono intervenuti ponendosi dubbi che hanno poi tradotto in altrettante puntuali richieste di spiegazioni rivolte agli amministratori attualmente in carica.

mercoledì 2 ottobre 2013

26/30 settembre (2)

Tragicommedia in due atti per Giunta e Consiglio comunale
(dove, ancora una volta, si tirano le somme...)

ATTO SECONDO

Per carità del web.
Nel corso della prima serata, su sollecitazione di Laura Sartori, si è anche discusso se e come includere maggiori informazioni ambientali ad uso dei cittadini nel sito istituzionale del Comune. Fra chi conferma che è ormai scientificamente dimostrata la correlazione fra un ambiente malsano e l'insorgenza di patologie croniche sempre più gravi (Segalla) e chi risponde che qualcosa sul sito c'è già (Bottecchia), non fa mancare il suo fondamentale contributo alla discussione la consigliera Zancai, del Pdl, chiosando che l'intervento poteva essere fatto anche quattro anni fa, quando governava il centro sinistra.

martedì 1 ottobre 2013

26/30 settembre (1)

Tragicommedia in due atti per Giunta e Consiglio comunale
(dove, ancora una volta, si tirano le somme...)

ATTO PRIMO

Prologo.
Interno giorno. Suona la sveglia. Il protagonista del nostro racconto si desta lentamente. Si stiracchia, non fa nemmeno mostra di trattenere lo sbadiglio che gli sale dalla gola e spalanca senza ritegno le mandibole. Poi solleva la papalina che gli copre gli occhi. Posati a terra con prudenza, uno alla volta, i piedi scalzi che sbucano da sotto la lunga camicia da notte, il nostro si dirige con circospezione alla finestra. Apertala ed alzati gli occhi al cielo, l'arguto personaggio non può far a meno di notare la scura cortina di nuvoloni che lo sovrasta. “Mi sa che stamattina verrà a piovere”, azzarda. Arriva quindi il momento di assecondare le funzioni renali e vuotare la vescica.

lunedì 23 settembre 2013

Fif2013 - au revoir!


Per le audizioni della domenica mattina l'età si abbassa. La categoria prevede partecipanti fino ai 15 anni. Vedere esibirsi dei ragazzini che pesano poco più dello strumento che si portano sulle spalle è frustrante. Quando poi se ne saggiano la perizia tecnica e la capacità interpretativa, si rischia davvero di commuoversi. Lo spazio che dedico ai giovani talenti è contenuto, perché in piazza sta per iniziare lo spettacolo di Harald di Norvegia e non me lo voglio perdere. Ai tavolini del Cafè Accordeon siede un curioso vecchietto che, in attesa del vikingo, imbraccia una Bugari a piano e va di swing (scoprirò poi consultando la guida del Festival che si tratta di Harry Hussey, uno dei performers invitati alla manifestazione). E' il momento delle dediche&richieste: Hussey suona in acustico muovendosi tra il pubblico. Gli chiedo Don't dream of anybody but me.

domenica 22 settembre 2013

Fif2013 - quattro


La mattina al b&b ho come compagni di merende una piacevole coppia milanese, madre e figlio. A dire il vero vengono da Monza e sono qui perché lui ha intenzione di acquistare una fisarmonica, così si fanno un tour delle fabbriche in zona e nel frattempo seguono il Festival. L'altro tavolo è occupato da una banda di maleducati veneziani di abbondante mezza età che per fortuna si trattengono soltanto un paio di giorni. Il locandiere confessa di restaurare mobili per passione dopo che che ho lodato una cassapanca ultracentenaria che fa bella mostra nella sala colazioni. Getulio faceva il vigile urbano, ma ora è in pensione. Ha ristrutturato un rudere che stava vicino a casa, in cui organizzava grandi feste con gli amici e ne ha ricavato questo splendido b&b.

sabato 21 settembre 2013

Fif2013 - tre


“Impossibile non innamorarsi di uno strumento così formidabile: un ponte sonoro che a ogni respiro di mantice unisce gli stili più disparati, facendosi veicolo di linguaggi, culture e tradizioni diverse.”

Ottima sintesi, che rubo dalla guida del Festival. Il respiro del mantice. Poesia pura. Trascorro la mattinata assistendo alle audizioni di musica leggera. Nutrita partecipazione di fisarmoniciste cinesi con strumenti dalle carrozzerie psichedeliche (ma rigorosamente Made in Castelfidardo). Si vede anche un modello rosa shocking con pennellate di nero. Mise eleganti e mimica facciale sapientemente gestita. Molto gettonato Chick Corea.

venerdì 20 settembre 2013

Fif2013 - due

Mahatma arriva dal Brasile e suona una Scandalli di design, con tutti i tasti neri. Dimostra grande abilità nel tremolo, suscitando occhiate di ammirazione da parte dell'organettista di Sapri seduto con lui sul divano dell'acquario, al Club 54. Di fianco a me siede una canuta legionaria di Cristo impegnata a magnificare le bellezze della Puglia e la superiorità culturale delle genti del Sud. Il suo malcapitato interlocutore è un artista brasiliano, anche lui qui per il Festival. Viene erudito sulle origini del “Tu scendi dalle stelle” e omaggiato con dimolte immagini sacre da taschino, adatte per ogni occasione.

giovedì 19 settembre 2013

Fif2013 - incipit

Arrivo a Castelfidardo il 18 di settembre, quando ricorre il 153° anniversario della battaglia che vide le truppe piemontesi trionfare sui papalini. A Perugia ricordano ancora ogni anno il XX giugno 1859, quando gli svizzeri inviati da Roma irruppero da porta S. Pietro e fecero strage fra gli insorti mettendo a ferro e fuoco la città. Una comune diffidenza nei confronti della chiesa-istituzione permea l'Italia centrale, che non a caso è storicamente governata da partiti di sinistra. Qui, al vittorioso generale Cialdini hanno eretto un monumento sulla cima di un colle, trasformato in parco. Sul monumentale cancello d'ingresso si legge a grandi lettere: “Monumento nazionale delle Marche”.

mercoledì 18 settembre 2013

Appunti piceni - fine seconda parte

Quando sono in viaggio mi piace esplorare le librerie che incontro lungo i miei itinerari. Agli anonimi mega book store preferisco le vecchie botteghe con gli scaffali impolverati, dove alla cassa si può trovare ancora un canuto libraio solitamente indaffarato a schedare pile di volumi, che ti rivolge uno sguardo severo e indagatore, da sopra le sue lenti da vista, se gli domandi qualche informazione. Quando poi devo decidere un acquisto, spesso mi lascio guidare dall'istinto, oltre che dalle brevi note riportate in quarta di copertina o nei risvolti dei volumi. Il titolo, la casa editrice, il nome della collana, i colori e la grafica delle copertine, la qualità della carta e della rilegatura, l'accuratezza della stampa, sono tutti indizi che di rado mi traggono in inganno. Anche a Fermo, oltre ad avere scoperto per caso il libretto con i discorsi di Adriano Olivetti (e con lui la rinascita della sua storica casa editrice), mi sono imbattuto in una pubblicazione deliziosa.

martedì 17 settembre 2013

Appunti piceni - Fermo (2)

“I Sabini proclamavano periodicamente la Primavera sacra (Ver sacrum) affinché le più devastanti sventure non colpissero i loro possedimenti, che rappresentavano gli unici mezzi di sostentamento. In tali occasione i bambini nati la primavera successiva, al compiere dei vent'anni non venivano immolati a una divinità, ma erano costretti dagli anziani a lasciare la propria comunità per cercare nuove terre da conquistare. Secondo la leggenda tale viaggio avveniva con il favore di un animale totemico che guidava i giovani designati verso la meta destinata. Nel caso dei Piceni fu un picchio...”. Le vie cittadine a Fermo hanno pendenze che richiedono garretti da alpino. Ma da questo punto di vista sono attrezzato. Giungo sulla spianata del Girifalco, in cima al colle Sabulo, sotto il vigile sguardo impietrito di San Sabino, che osserva da secoli processioni di cristiani arrancare sulla strada in salita che porta alla Cattedrale.

lunedì 16 settembre 2013

Appunti piceni - Fermo (1)


Dopo aver consumato la mia ultima colazione ascolana è il momento di pagare il conto. Siccome ho notato un terminale POS appoggiato su una credenza, chiedo alla madre di Giulia di pagare con bancomat, ottenendone uno sguardo atterrito: “Ci proviamo!”. Mi chiede se so come usarlo. No, dico, io le posso dare la carta. L'operazione si conclude facilmente senza intoppi, salvo che aggiungo uno zero di troppo all'importo che sono chiamato a digitare e rischio di pagare davvero caro questo breve soggiorno. Arrivo a Fermo in tempo per salire allo IAT (che non ha risposto alla mia mail con cui chiedevo materiale informativo).

domenica 15 settembre 2013

Appunti piceni - fine prima parte

Nel mio turistico girovagare per la città l'ho già incontrato tre o quattro volte. Il sosia di Max Giusti fa la guida turistica e accompagna torme di pensionati in gita sociale illustrando loro le bellezze locali con un mini amplificatore che porta a tracolla. L'avevo sentito dire che la pinacoteca civica cittadina in regione è seconda soltanto alla Galleria Nazionale di Urbino e mi era parsa una banfata (come si usava dire alla SMALP). Visto che ho già in mano il biglietto cumulativo che mi consente l'accesso alle tre strutture espositive comunali, decido comunque di toccare con mano. E rimango sbalordito fin da subito.

sabato 14 settembre 2013

Appunti piceni - terzo giorno


Nei palazzi nobiliari d'epoca gli alloggi per la servitù erano ricavati nel sottotetto. Oggi basta inventarsi un bed and breakfast che si trovano turisti e viaggiatori disposti anche a pagare per dormire in quelle stanze. Il palazzo in cui sono ospitato, maestoso come tutte le costruzioni storiche del centro, è in via Pretoriana (la parte più antica della città, mi informava ieri la mia accompagnatrice alla cartiera). L'appartamento è molto grande, su più livelli, ben arredato e con maioliche esposte in ogni vetrinetta. Dispone di un grande giardino pensile in cui si erge una trentennale magnolia e di un terrazzino che offre una vista generosa sulla città. All'inizio della via c'è anche il consolato cecoslovacco

venerdì 13 settembre 2013

Appunti piceni - secondo giorno


S.P.Q.A. È la sigla inscritta in un cartiglio sulla facciata di un palazzo di piazza del Popolo. Senatus Populusque Asculum. Tanto per rimarcare le differenze. Nel museo archeologico di Ascoli sono conservate circa cinquemila ghiande missili, proiettili di piombo con iscrizioni spesso offensive rivolte agli avversari, che testimoniano la resistenza picena alla romanizzazione del territorio. Eppure, con la conquista gli occupanti hanno portato sin qui anche la loro tipica indolenza. L'orario di apertura dell'ufficio turistico di piazza Arringo è 9,00-13,30. Così sta scritto in bella evidenza sul cartello che ne indica l'ingresso. Ma alle 9,30 la porta è ostinatamente serrata. Verso le 9,40, con calma, l'uscio finalmente si dischiude e svela la presenza di ben tre addetti, ben poco indaffarati.

giovedì 12 settembre 2013

Appunti piceni - primo giorno


Esattamente quarant'anni fa nel palazzo presidenziale di Santiago del Chile Salvador Allende stava difendendo le ultime ore di libertà del suo popolo. Il cielo plumbeo che accompagna la mia partenza verso i confini d'Abruzzo è una cornice del tutto appropriata per la ricorrenza. Per completare la mia sommaria visita delle Marche mi manca soltanto il lembo meridionale, il Piceno. E' là che sono diretto. In una terra ricca di storia arte e tradizioni, dove i paesaggi sono rilassanti, il cibo sapido e i vini robusti. Durante il viaggio lo spettro termico passa dai 15 gradi della partenza ai 28, il cielo a tratti si rischiara lasciando picchiare il sole settembrino, la pioggia va e viene. Grazie a uno studio topografico adeguato, con l'ausilio di street-view, e al mio fido navigatore intergalattico, che pur avendo le mappe non aggiornate da anni riesce comunque a supportarmi come si deve, arrivo senza difficoltà al tratto di strada dove avevo pianificato di parcheggiare l'auto. Ascoli Piceno è una città dalla viabilità contorta, lo si capisce dalla prima occhiata alla mappa. Me lo confermano le note del sito web del b&b, che suggeriscono di lasciare l'auto sul Lungo Castellano Sisto V in alternativa al ricovero in struttura custodita, meno comoda. A questo punto, però, inizia un'avventura che val la pena di raccontare.

sabato 17 agosto 2013

Il Bàchero di Spilumberc

“Viaggio in Friuli, tra i vini e gli uomini” (Treviso, 2004) è una raccolta di pezzi scritti da Amedeo Giacomini per la rivista “Il Vino” sul finire degli anni Settanta, la cui lettura mi ha riservato l'emozione di riscoprire un mondo perduto e un autore dalla scrittura fascinosa. Da questo prezioso repertorio di notizie vi propongo un estratto:
(…) I ”bàccari” capitarono qui da noi sul finire del secolo XIX quando fummo messi all'asciutto dalla fillossera e dalla peronospora. Come potevano le gole arse dei friuloti restare senza vino? Poiché il nome Friuli è sì grande “che per terra, per mare e per lo inferno si spande” non dovette tardare la notizia dell'infame 'siccità' a giungere fino in Puglia. Là il vino abbondava come la miseria e i bravi terrigeni si mossero... Vennero da Bisceglie, i più da Trani, da Bitonto, da Sava, da Squinzano...

giovedì 15 agosto 2013

Giannino Anthology

Non ricordo quando fu, ma è passato ormai un po' di tempo da che assistetti alla presentazione di una raccolta, una ristampa anastatica dei pezzi che Giannino Cadin aveva prodotto nel corso degli anni per il notiziario di Cinemazero. Scoprii così finalmente chi era quel curioso vecchietto col cappellino da pescatore calcato sul capo e la borsa a tracolla che s'incontrava spesso nei locali del cinema. Lo spazio che il notiziario teneva a sua disposizione s'intitolava “Pong Ping”, e già da qui s'intuisce la vena ironica del personaggio. Oltre al post già pubblicato nel Taccuino, con questa breve antologia s'intende dare un'idea all'ignaro lettore della genialità eretica che caratterizza la sua scrittura.
(…) Così dico di quando mi si mandava dalla sarta, col fagotto dello scampolo e delle fodere, per la misura dei pantaloni: un paio l'anno;

martedì 13 agosto 2013

Tempo di bilanci

La famosa palestra autoreggente di Villa d'Arco ancora non è terminata che già comincia a zoppicare. Stando a quanto leggiamo sulla stampa (Messaggero Veneto del 9/8/2013) sembra che i calcoli dei cementi armati siano sbagliati e che nel redigere l'originario preventivo di spesa non si siano considerati i costi necessari a realizzare pavimentazione, riscaldamento e cappotto isolante. Spesucce. Che fanno lievitare il conto a 1,6 mln. Ancora nebbia fitta sulla questione incentivi: se il manufatto godrà dei benefici relativi al IV o V conto energia non è dato sapere (e son altri 400 mila euro che ballano, così da fare conto tondo). Nella seduta consiliare del 10 agosto si è provveduto alla nomina dei componenti la Commissione Speciale chiamata a ragguagliarci sullo stato delle cose. Dopo le ferie avremo forse un quadro meno sfumato della situazione.

sabato 10 agosto 2013

Ma cos'è questa crisi?

L'Italia è il Paese che amo. Ciò non toglie che di fronte alle sue innumerevoli contraddizioni mi risulta sempre più difficile trattenere quanto meno un moto di stizza. Qualche giorno fa ho letto uno dei reportage estivi di Paolo Rumiz sulla Grande Guerra, in cui viene ricordato il 97° Reggimento (dell'esercito austroungarico), formato da triestini, istriani e dalmati allora sudditi dell'aquila bicipite, che si trovarono loro malgrado a combattere contro i nostri soldati. Storia scomoda, imbarazzante e perciò presto dimenticata. Un altro episodio a lungo rimosso dagli Stati Maggiori fu la battaglia di Ragogna. Siamo ancora all'epoca della Grande Guerra, quando le truppe imperial-regie sfondarono il fronte a Caporetto. Era novembre, e il Tagliamento in piena aveva spazzato le precarie passerelle che garantivano i collegamenti tra le due sponde. Il ponte di Dignano ancora non esisteva e fino a Latisana l'unico attraversamento ancora agibile era nei pressi di Pinzano.

mercoledì 7 agosto 2013

Viaggi, villotte e vini

Olìn bevi, tornâ a bevi di chel vin ch'al è tant bon... E' l'incipit di una fra le villotte più popolari in Friuli, i cui versi evocano un leggendario vin di Latisane. La sentivo cantare da bambino, la suonavo in fisorchestra, con “Lo studente passa”. Nei moderni templi del consumismo, super e iper mercati dalla presenza sempre più invadente, l'astuzia scientifica degli uomini di marketing fa accumulare ogni genere di merce allo scopo di sollecitare inconsciamente all'acquisto dei prodotti più inutili e meno durevoli. A fini di autodifesa, prima di varcarne la soglia mi premunisco perciò ogni volta di un breve elenco delle cose da prendere che mi faccia da calmiere. Di tanto in tanto, arrivato allo scaffale dei vini, mi trattengo a lungo scrutando etichette, controllando annate e provenienze, fino a quando arriva l'ispirazione che guida la mia scelta.

venerdì 2 agosto 2013

30 e 31 luglio 2013

Odio gli indifferenti. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Perciò odio gli indifferenti.

(A. Gramsci, La città futura, numero unico, 11 febbraio 1917)
Ho preso l'abitudine da alcuni mesi di riassumere a modo mio e commentare lo svolgimento delle sedute del Consiglio Comunale di Cordenons. Le mie noterelle eran fin qui sobriamente rubricate “Cronache consiliari”, pur avendo poco o punto da spartire col sudore del cronista. Ma siccome ormai mi sono affezionato al sostantivo, tento di rimediare sostituendone la qualifica.

domenica 28 luglio 2013

Canavese reloaded - Tre


“Bene, Maurizio. E ora si va alla bersagliera, ok?”. Facile a dirsi. I bagagli ci appesantiscono. Però dalla Charlie Bravo alla stazione ferroviaria c'è un pezzetto di strada e rischiamo di perdere il treno. Charlie Bravo è la caserma Cesare Battisti di Aosta, dove io e Maurizio stiamo frequentando il corso AUC (Allievi Ufficiali di Complemento, retaggio del tempo in cui il servizio militare era obbligatorio). Le festività natalizie sono alle porte e ci spetta la “ministeriale”, alcuni giorni di licenza che consentono finalmente anche a noi che proveniamo dalle remote lande nordestine di rientrare a casa. Malgrado l'energia dei vent'anni e la tempra del duro addestramento a cui siamo sottoposti da qualche mese, la nostra corsa verso la stazione si rivela affannosa

venerdì 26 luglio 2013

Canavese reloaded - Due


Dopo che per la seconda volta ho rifiutato la spremuta di arance che Antonella si era offerta di prepararmi a colazione, mi sembrava necessario giustificare la mia ritrosia: me l'hanno sconsigliata, ho detto. Anche a me, fa lei di rimando, per il reflusso. E così scopriamo di avere qualcos'altro in comune.

Arrivo al Forte di Bard percorrendo la Statale 26, che fiancheggia una Dora irruenta. A Pont Saint Martin le lastre di pietra che coprono le abitazioni annunciano l'ingresso in Val d'Aosta. I ripidi fianchi della montagna sono tappezzati di terrazzamenti, dove le viti sono coltivate a pergola e a sostegno dei tralci stanno, come piccoli menhir, solide colonne di pietra.

giovedì 25 luglio 2013

Canavese reloaded - Uno


Devo dire che ci tenevo. Ancora prima di partire per la traversata che mi avrebbe portato a percorrere l'intera pianura Padana fino a Ivrea per la seconda volta, speravo davvero che Antonella mi avrebbe alloggiato nella vecchia cappella della cascina. Suo marito, Massimo, me l'aveva fatta vedere lo scorso anno, narrandomi la fatica della ristrutturazione, che aveva curato da sé con l'aiuto di qualche amico. La difficoltà nello scalfire quei muri solidi in cui andavano infilati i cavi elettrici, il sudore necessario per ripulire lo splendido pavimento originale in cotto, tutto sotto l'occhio vigile della Sovrintendenza. E ora eccomi qui, coccolato dal calore del legno e dal frinire delle cicale. Nella stanza non manca, anche questa volta, una ricca dotazione di materiale turistico, assai utile per il mio soggiorno, grandi libri fotografici e una piccola biblioteca ad uso degli ospiti.

mercoledì 17 luglio 2013

Ferrara memories.

La prima volta arrivai al Festival Buskers di Ferrara nel 2003. Fu una decisione dell'ultimo momento: se trovo posto, prendo un paio di giorni di ferie e ci vado. Trovai una suite da 80mq in piazza Duomo, al costo di una dignitosa camera d'albergo (l'hotel era aperto da poco, ancora privo di bar per le colazioni, ed era in fase promozionale). Stavo proprio nell'occhio del ciclone: di notte, fino alle tre non c'era verso di dormire, a causa degli irriducibili che si trattenevano in piazza ben oltre la fine dei concerti. Alle sei passavano quelli della nettezza urbana a ripristinare la percorribilità delle vie. Tanto per dire che la mia idea di vacanza non coincide necessariamente col riposo: la posizione della camera dal punto di vista logistico era indovinata e la vista sulla città invidiabile. Arrivai un mercoledì, verso le cinque della sera, quando il centro cittadino iniziava la sua metamorfosi. Poi fu un'esplosione di musica e stupore. Ci tornai ogni anno, fino credo al 2007, trattenendomi ogni volta per l'intera durata del festival.

venerdì 12 luglio 2013

Ferrara Buskers Festival Souvenir


Il mio primo video-album, dedicato al Ferrara Buskers Festival e ai suoi artisti, un caleidoscopio sonoro capace di trasmettere emozioni sempre vive.

mercoledì 10 luglio 2013

Paris 2006 (Tre)

Venerdì, 3 novembre.

Penultimo giorno in questo meraviglioso mondo incantato. Come da programma, arriviamo in metrò fino a S. Michel per fare il biglietto giornaliero del Bateaubus, che troviamo pronto in partenza. Scendiamo alla prima fermata, Jardin des Plantes, senza immaginare lo stupore che ancora una volta s'impossesserà ben presto di noi. Come dappertutto qui a Parigi, gli spazi sono immensi, le costruzioni imponenti, la meraviglia è scontata. L'idea era di visitare il Jardin d'hiver, la serra tropicale, che però è in fase di restauro, come del resto molti dei monumenti e degli edifici della città. I parigini dimostrano di tenere in grandissima considerazione tutte le loro bellezze (comprese le abitazioni), a cui dedicano cure amorevoli, pulendo e restaurando senza sosta. Anche le strade e i marciapiedi del nostro quartiere, sulle quali ieri sera rincasando avevamo notato delle foglie cadute dai platani, la mattina sono linde come la corsia di un pronto soccorso. Tramontata l'idea di visitare la serra, decidiamo allora di tuffarci nel vicino zoo, dove ci imbattiamo in una meraviglia di seguito all'altra,

domenica 7 luglio 2013

Paris 2006 (Due)


Mercoledì, primo novembre.

Abbiamo trascorso due giorni intensi, imprevedibili e divertenti, ci siamo stancati, ma ne valeva la pena. Ieri mattina, come previsto, siamo andati al mercato di Belleville. Ce lo immaginavamo diverso entrambi: abbiamo trovato una quantità incredibile di banchi di frutta e verdura, coloratissimi e appetitosi. Piramidi di arance, manghi, pompelmi israeliani, grappoli d'uva lussuriosi, fichi d'india, datteri, mele, limoni, pomodori, melanzane, quarti di zucca, cetrioli extra-large, avocado e pesci di ogni razza, interi e sfilettati. Un turbinio di colori e sapori, profumi e gesti e grida dei venditori.

giovedì 4 luglio 2013

Paris 2006 (Uno)

Verso la fine di ottobre del 2006 iniziai il mio primo, e finora, unico soggiorno a Parigi: una settimana di emozioni, stupore e divertimento, di cui ho tenuto traccia in uno dei miei diari di viaggio. Che oggi inizio a condividere col resto del mondo.
Buona lettura!

Lunedì, 30 ottobre.

Finalmente oggi potremo cominciare a utilizzare la nostra Carte Orange. E' stato il primo impegno che ho voluto prendermi appena arrivato a Parigi. Sabato mattina, dopo una faticosissima notte trascorsa nelle cuccette di TRENITALIA, io e Daniela siamo arrivati nella piccola stazione di Bercy, dove, come immaginavo, non era disponibile un deposito bagagli. Trascinandoci appresso i nostri ingombranti bauli, abbiamo allora inaugurato la metropolitana raggiungendo la Gare de Lyon. Là, dopo aver sistemato le valigie, abbiamo ottenuto la nostra tesserina colorata, che ci consentirà di percorrere in lungo e in largo la Ville lumiere.

martedì 2 luglio 2013

I nuovi schiavi


Quando su queste pagine evocavamo un feudalesimo di ritorno era l'inizio del 2012. Ora trovo un bell'intervento della collega Marcella Rossi, che propongo volentieri ai miei sparuti lettori.

I nuovi schiavi
Società moderna, economia feudale

Negli ultimi mesi la lettura di giornali e di blog culturali ha riservato ai lettori la sorpresa del ritorno di parole e concetti che non si ascoltavano più da decenni. Si è tornato a parlare di economia feudale riferendosi ad un concetto di economia che non gira più attorno a produzione e lavoro, ma solo alla rendita. Si è ritornato a parlare di un argomento, per la nostra società, alieno: quello di schiavitù. Scrive l'antropologo Claude Meillassoux: "La schiavitù non è finita. Essa perdura nelle società che si definiscono umanistiche, anche se edificate sulla spoliazione dell'uomo".

lunedì 1 luglio 2013

La firma digitale (2)


Ed ecco qua la seconda parte del mio breve saggio datato 2002, per il quale valgono le considerazioni già espresse in premessa alla prima puntata. Buona lettura!

Dalla crittografia a chiave pubblica alla firma digitale.

Tritacarne a senso unico.

Ammettiamo ora che il famigerato “man in the middle”, quel terzo incomodo continuamente appostato per spiare i nostri movimenti, riesca ad intercettare un messaggio cifrato a noi diretto e a romperne la chiave, decrittandolo. Egli potrebbe alterare i contenuti del messaggio, magari modificando l’importo di un ordine di pagamento diretto a una banca o il prezzo di offerta per un contratto di fornitura, ricifrare poi il tutto con la chiave pubblica del destinatario e far proseguire le informazioni come se nulla fosse.

venerdì 28 giugno 2013

Epta Pigès

“Questa è Safontane”, annunciò mio padre, fiero di potermi mostrare i luoghi della propria giovinezza. Sette fontane. Di certo era qui che veniva a rifornirsi d'acqua assieme ai suoi compagni di lavoro, quando faceva il taglialegna nei boschi di questa valle puzzolente di acqua solforosa. Le poche foto di quel periodo, conservate in un cassetto del comodino nella camera dei miei, mostrano un giovane robusto, dal piglio spavaldo. Forse in cuor suo mio padre vorrebbe che diventassi anch'io così.

Appena messo il naso fuori dal portellone dell'aereo, io e Luca veniamo investiti da un muro di calore asfissiante. E' l'accogliente benvenuto che ci riserva l'isola del sole, in questa antica terra di eroi. Qui a Rodi ci sentiamo presto come a casa.

mercoledì 26 giugno 2013

La firma digitale (1)

Per motivi di lavoro all'alba del terzo millennio mi trovai ad occuparmi di firma digitale e questioni di sicurezza informatica. Si trattava di riuscire a capirci qualcosa, dato che il mio primo computer l'avevo acquistato giusto qualche mese prima, e le pubblicazioni disponibili, online o in edicola, mi fornivano un quadro ancora troppo nebuloso e contraddittorio. Fu necessario iniziare un percorso di ricerca che mi introdusse nel mondo affascinante della crittografia e si prese in pegno innumerevoli ore del mio sonno. Spie, segreti e marconisti navajo, la lotta di Colossus contro Enigma, condotta nelle sale di un'insospettabile residenza vittoriana, ecc. ecc. Quel che segue è un breve saggio, prodotto per uso personale e senza pretesa di scientificità, in cui riassunsi i risultati del mio excursus. Il documento è datato 2002. Può quindi contenere dei riferimenti ormai superati, ma mi piace condividerlo per quanto di buono può ancora riservare al lettore curioso.

domenica 23 giugno 2013

Frammenti di prima nomina

Quel che segue è il mio contributo all'antologia di racconti DNA Alpino, pubblicata nel 2006 per iniziativa di alcuni ex allievi della SMALP di Aosta. Il volume raccoglie le esperienze di naia di 65 autori e copre un arco temporale che va dal 1938 al 2006. Quanto ricavato dalle 15.000 copie vendute fu devoluto all'Associazione Nazionale Alpini e contribuì ai lavori di restauro del rifugio Contrin, in Marmolada. Il testo pubblicato nel libro differisce in parte da quello qui riportato per alcuni interventi di revisione editoriale resi necessari da esigenze di omogeneità stilistica. Nel breve profilo di presentazione che precede il pezzo, scrissi tra l'altro:
Impiegato pro tempore presso un primario istituto di credito, si ostina a mantenersi fedele al motto del proprio corso: “Ad altiora nati sumus”.
La mia natura di pecoranera mi porta a preferirne la versione originale.

sabato 22 giugno 2013

1921, classe di ferro!


Ho conosciuto Nilo per una di quelle imprevedibili e straordinarie circostanze che la vita riserva a ciascuno di noi. Nell'agosto del 2006 ero a Ferrara per il Buskers Festival. C'ero stato la prima volta tre anni prima e me ne ero innamorato, tanto che per qualche anno ho preso l'abitudine di trascorrere l'intera ultima settimana di agosto combattendo zanzare sanguinarie e calure sahariane pur di godere di quella magica atmosfera musicale priva di frontiere e formalismi. I Buskers si esibiscono per strada, sul marciapiedi, sotto un porticato, e offrono la loro musica senza far pagare il biglietto. Io però mi sono raramente trattenuto dall'acquistare i loro CD, per portare a casa almeno un'eco delle emozioni provate durante le estati ferraresi. Avevo scovato un locale che aveva in menu almeno trenta insalate, una colorata e profumatissima collezione di miscele vegetali in cui trovavano posto foglie di menta, gherigli di noci, acini d'uva bianca, spicchi di mela, scaglie di avocado e via elencando.

giovedì 20 giugno 2013

Canzone


C'è una mezzaluna, che mi fa l'occhiolino
in cielo, e tante stelle che illuminano il buio
sulla carrozza ferma là, sotto quel lampione
il vetturino finge d'essersi addormentato,
mentre noi stiamo parlando del tempo e dei falò.

Ci son parole nuove, tra i giochi di bambino,
in quel baule antico, però sono proibite.
E notti insonni ad ascoltare la fantasia,
mille lettere mai scritte e dimenticate,
nostalgia delle occasioni perdute e... ci sei tu!

sabato 8 giugno 2013

Storie di anarchici, pirati e cavatori.


“In questo basso mondo
tutto comincia con l'immagine
e prosegue con la metafora”
(D. Pennac – Signor Malaussène)



L'ospite che a casa mia lo nota, appoggiato sul davanzale della finestra della cucina, finisce facilmente per credere che si tratti di un alpino intento a scalare una parete rocciosa. In realtà, la piccola scultura di bronzo, fissata a un ravaneto di marmo bianco di Carrara, rappresenta un tecchiaiolo. Cavare un blocco di marmo dalla montagna che lo custodisce non è così facile come tagliare un panetto di burro. Lungo le linee di sezionatura del gigantesco monolite si formano delle scaglie, il cui peso può raggiungere alcuni chilogrammi, che rimangono precariamente incastrate nelle fratture della roccia. I ravaneti, appunto (per una corretta pronuncia, ricordarsi di arrotare per bene la erre...). Compito del tecchiaiolo è di calarsi lungo la parete di marmo per rimuovere i ravaneti, prima che possano cadere in testa ai cavatori.