Odio gli indifferenti. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Perciò odio gli indifferenti.Ho preso l'abitudine da alcuni mesi di riassumere a modo mio e commentare lo svolgimento delle sedute del Consiglio Comunale di Cordenons. Le mie noterelle eran fin qui sobriamente rubricate “Cronache consiliari”, pur avendo poco o punto da spartire col sudore del cronista. Ma siccome ormai mi sono affezionato al sostantivo, tento di rimediare sostituendone la qualifica.
(A. Gramsci, La città futura, numero unico, 11 febbraio 1917)
A fine luglio Consiglio Comunale in due atti, per smaltire gli arretrati e partire più leggeri per le agognate mete di villeggiatura. Fra le schermaglie e i battibecchi che non hanno mancato di movimentare la discussione, nelle due giornate di dibattito si evidenziano alcuni punti meritevoli di attenzione. L'architetto Del Pup e il gruppo misto hanno finalmente rotto gli indugi, squarciato il velo di ambiguità che sin qui mascherava il loro equilibrismo. L'aver costituito un unico gruppo denominato “Forza Italia” rende merito al loro tempismo e ne testimonia la lungimiranza manageriale. Da quando il marketing è entrato in politica, ai sogni si sono sostituite le etichette. In Consiglio ora siedono così ufficialmente ben due opposizioni: una di centro sinistra e una di centro destra. E per non farci mancar nulla, ci aggiungiamo anche il franco tiratore, un onesto Donchisciotte che procede risoluto e solitario per la sua strada: il consigliere Biason. Anche stavolta ci si accorge che un ripasso generalizzato dei regolamenti e qualche lezione serale di tecnica del funzionamento delle sedute consiliari aiuterebbe a migliorare la produttività dell'Assemblea. Il menu della prima giornata proponeva ai primi posti dei piatti decisamente … pesanti. Quando si tratta di approvare complessi Regolamenti e modifiche allo Statuto Comunale forse non è il Consiglio il luogo più funzionale alla discussione: un dibattito esaustivo meriterebbe di trovare spazio per tempo nelle rispettive commissioni. In mancanza di ciò, diventano necessarie le infinite sospensioni, utili a concordare nel retrobottega limature, aggiunte e varianti. I cittadini, che pur non vedono con particolare favore l'idea di far della politica una professione, rischiano tuttavia di rimanere disorientati di fronte a eccessivo dilettantismo. Un Assessore (peraltro nemmeno di primo pelo) dovrebbe sapere che se non condivide la formulazione di un testo non è sufficiente dichiarare il proprio disappunto ricorrendo al grammelot e alla gestualità, che meglio si adattano ad altre scene. In Aula è necessario presentare un emendamento, che magari si può concordare anzitempo con il proprio gruppo, anche al fine di produrre un risultato più ragionato, comprensibile, coerente e meglio applicabile. Gli improvvisatori in ottava rima sono maestri che appartengono ad altre latitudini. Il nervosismo serpeggia e produce ripetuti richiami al rispetto del Regolamento, a cui il Sommosacerdote reagisce con la sua proverbiale pacatezza. Quando viene presentato l'emendamento a un Ordine del giorno, occorre prima votare l'emendamento e poi l'Odg, eventualmente modificato, mica si può sottoporre all'Aula la decisione di trasformare il tutto in due proposte separate (e il Segretario prende nota). Meno male che un inappuntabile avvocato Vampa rileva con lucidità quanto sia inconsistente l'estemporanea iniziativa del Direttoredigara. Ma queste son bagatelle... Il vero piatto forte della seconda serata è la questione della palestra polivalente di Villa d'Arco. L'inizio delle ostilità vede scendere in campo il nostro Donchisciotte, che, illustrando il proprio Odg con cui chiede di istituire una commissione speciale d'indagine, parla di “opera incompiuta che grida vendetta”, dato che pur senza avere la sfera di cristallo risultava evidente a tutti fin dall'inizio che l'operazione non si sarebbe potuta concludere in maniera soddisfacente, e stigmatizza le risposte tempo per tempo fornite dall'assessore competente. A dargli man forte interviene il consigliere Zancai, del centro destra (il centro destra che sta all'opposizione, non l'altro), il quale fa notare che l'assessore in questione ha pensato bene di abbandonare l'aula prima che iniziassero a grandinar critiche sul suo operato e rincara la dose presentando il proprio Odg, col quale ugualmente si chiede una commissione d'indagine. L'avvocato Vampa non ha nemmeno terminato di suggerire paternamente a tutti di votare entrambe le proposte in nome della trasparenza che il centro destra (quello che sta al governo) scompagina le carte presentando un terzo Odg. L'obiettivo? Sempre lo stesso: una commissione d'indagine. Perché, come sottolinea il Signorsindaco, per-primo-sempre-pienamente-d'accordo con un'iniziativa meritevole-del-più-ampio-supporto, la trasparenza viene al primo posto. Come le videoriprese delle sedute consiliari. Per non essere travolti dall'impeto di tanta subitanea limpidezza tocca quindi rassegnarsi all'inevitabile sospensione dei lavori, necessaria ai capigruppo per distillare un sunto che non ecceda nei toni a scapito dell'altrui suscettibilità. In tutto questo fervore inquirente, il centro sinistra pudicamente sta a guardare: le perplessità manifestate invano a suo tempo erano state snobbate dall'entusiasmo edificatorio che permeava i paladini dell'autoreggente, forti di un'asseverazione che prometteva magnifiche sorti e progressive. Ora pare che i calcoli dei cementi armati siano da rifare. I resti di quella che fu una delle maggioranze più precarie della storia si scannano in disordine e senza speranza nell'aula che avevano occupato con orgogliosa sicurezza.
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