e le note vengono aggiornate di quando in quando)
martedì 13 agosto 2013
Tempo di bilanci
La famosa palestra autoreggente di Villa d'Arco ancora non è terminata che già comincia a zoppicare. Stando a quanto leggiamo sulla stampa (Messaggero Veneto del 9/8/2013) sembra che i calcoli dei cementi armati siano sbagliati e che nel redigere l'originario preventivo di spesa non si siano considerati i costi necessari a realizzare pavimentazione, riscaldamento e cappotto isolante. Spesucce. Che fanno lievitare il conto a 1,6 mln. Ancora nebbia fitta sulla questione incentivi: se il manufatto godrà dei benefici relativi al IV o V conto energia non è dato sapere (e son altri 400 mila euro che ballano, così da fare conto tondo). Nella seduta consiliare del 10 agosto si è provveduto alla nomina dei componenti la Commissione Speciale chiamata a ragguagliarci sullo stato delle cose. Dopo le ferie avremo forse un quadro meno sfumato della situazione. Nel frattempo, le rate del mutuo bisogna pur pagarle e il loro peso nel bilancio corrente si aggira sui 100 mila euro. Sull'autosostenibilità di questo fantasioso progetto anche l'architetto Del Pup pare ormai nutrire qualche perplessità e invita a pregare tutti i santi del paradiso perché così sia... Per far quadrare i conti si raddoppia l'addizionale Irpef e si aumentano i costi dei “servizi a domanda individuale” (buoni mensa). Il consigliere Biason, che pur si è sempre distinto per i suoi richiami puntuali e ostinati a una gestione più conveniente delle spese, interviene confermando di essere “una voce fuori dal coro” (ce n'eravamo piacevolmente accorti) ma nel contempo mantiene il suo appoggio alla maggioranza “per obbligo di casacca” (sic!). Sul raddoppio della tassa si registra l'intervento accalorato di Carlo Mucignat, che lo definisce “un'indecenza inaccettabile”, anche perché, di contro, i servizi diminuiscono del 10% (Mazzacani) e risulta palese che si tratta di una soluzione dettata dall'urgenza e figlia di una scarsa programmazione (Ghiani). L'avvocato Vampa, che pur non lesina di quando in quando avveduti suggerimenti e proposte sensate, tratti dalla propria pluriennale esperienza politica, ancora una volta non sa trattenersi dal prendere il volo, erudendo lo scarso uditorio sulla pochezza del governo e dei partiti nazionali, che costringono i sindaci ad affondare sempre di più le mani nelle tasche dei cittadini, ecc. ecc. Quando però, da consumato rètore, rispolvera la mancanza di proposte alternative da parte dell'opposizione, forse dimentica gl'innumerevoli interventi, i dubbi avanzati, gl'inutili tentativi d'indurre a ragionevolezza registrati dai verbali delle assemblee nei due anni appena trascorsi e snobbati sdegnosamente dalla (ormai non più tanto) coesa maggioranza cui egli ancora oggi, “per senso di responsabilità”, appartiene. Si direbbe assai poco pertinente la sottolineatura che il principe del foro rivolge all'indirizzo di Laura Sartori, evidenziando il risultato ottenuto alle ultime elezioni nazionali dal partito al quale appartiene la consigliera (1,8%, ripete il valente oratore, con sapiente modulazione vocale e appropriata mimica del viso). Poco pertinente, dicevamo, a meno che il sottinteso sillogismo fosse che il peso delle dichiarazioni di ciascuno va commisurato alla rappresentatività elettorale del partito a cui è iscritto. Da questo genere di ragionamenti, che rappresentano uno dei più fastidiosi guasti del trascorso berlusconismo, siamo consapevolmente immuni. Mentre dai banchi dei consiglieri di maggioranza, more solito, non una voce si alza a sostegno delle scelte fatte e che si andranno ad avallare col proprio voto, giova ricordare che per la prima volta nella storia (riferiscono i beninformati) il termine fissato per presentare in commissione bilancio eventuali emendamenti coincideva con l'orario di convocazione della commissione medesima. Giusto per dimostrare la propria apertura al dialogo e al confronto...
Nella seduta mattutina avea da esser approvato il bilancio di previsione 2013. Non è un refuso: 2013. Be', rimandare le previsioni sull'anno in corso all'inizio del mese di agosto ci pare un po' come alzarsi dal letto e affacciandosi alla finestra indovinare che tempo farà la mattina... Dopo una benevola prolusione del Signorsindaco, che invita a non valutare il bilancio in votazione con il metro di giudizio di 5 o 10 anni fa, perché nel frattempo il mondo è cambiato, com'era inevitabile su questo argomento la discussione si arricchisce di contributi in arrivo tanto dal centro sinistra che dal centro destra (quello che sta all'opposizione), a cui si aggiunge il solito outsider, Biason. Stigmatizza, il nostro Donchisciotte, la mancanza di dialogo che ha provocato la fuoriuscita dei consiglieri di Forza Italia e invita il Signorsindaco a cambiare il passo, assegnandosi il termine di un anno per verificare i risultati. Lamenta che quanto deciso in Consiglio poi non viene recepito nelle scelte amministrative, ed esorta ad avere il coraggio di fare qualcosa! Si conferma un ottimo acquisto per le opposizioni il consigliere Mazzacani, entrato in campo ormai da un po' per una sostituzione, quando propone ironicamente di istituire una tassa sulla retorica: ne deriverebbero incassi sufficienti a sanare qualsiasi bilancio. In effetti, anche lo spettatore più distratto non tarda ad accorgersi che sulle obiezioni puntuali mancano le risposte, non si sta sui problemi concreti, si inveisce contro le pensioni d'oro mentre il tema in discussione è il bilancio di Cordenons. Impietosi i giudizi amplificati da un impianto voci sempre più malconcio, che sottolineano la perdurante inerzia amministrativa dimostrata nella gestione del caso “Macello” (Del Pup), definiscono “irresponsabile” il modo di procedere di un'amministrazione che “non sa fare le scelte” e “mette i problemi sotto il tappeto”, rimandando le decisioni (Zancai, di Forza Italia). Inevitabili le censure provenienti dal centro sinistra. Carlo Mucignat ricorda che l'attuale minoranza consiliare è maggioranza nella città, Gianni Ghiani riesce a individuare un unico obiettivo fra le strategie di governo degli avversari: tiriamo a campare, l'ex assessore Venerus conclude con l'impressione di aver assistito alla recita di un de profundis. Ma il bilancio conclusivo toccherà comunque a te, paziente lettore, quando avrai di nuovo in pugno una matita copiativa.
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