(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 7 agosto 2013

Viaggi, villotte e vini

Olìn bevi, tornâ a bevi di chel vin ch'al è tant bon... E' l'incipit di una fra le villotte più popolari in Friuli, i cui versi evocano un leggendario vin di Latisane. La sentivo cantare da bambino, la suonavo in fisorchestra, con “Lo studente passa”. Nei moderni templi del consumismo, super e iper mercati dalla presenza sempre più invadente, l'astuzia scientifica degli uomini di marketing fa accumulare ogni genere di merce allo scopo di sollecitare inconsciamente all'acquisto dei prodotti più inutili e meno durevoli. A fini di autodifesa, prima di varcarne la soglia mi premunisco perciò ogni volta di un breve elenco delle cose da prendere che mi faccia da calmiere. Di tanto in tanto, arrivato allo scaffale dei vini, mi trattengo a lungo scrutando etichette, controllando annate e provenienze, fino a quando arriva l'ispirazione che guida la mia scelta. Questa volta il segnale di arresto è scattato all'altezza del Refosco, assaggiato per la prima volta alcuni mesi fa, durante una cena fra colleghi di lavoro. L'offerta di quel nettare era stata allora cerimoniosamente presentata come un evento speciale, dal che avevo tratto l'impressione di essere di fronte a un vino per intenditori. Era giunto il momento di verificare a mente fredda quella tanto decantata prelibatezza. Dopo aver passato in rassegna le file di bottiglie ordinatamente disposte sullo scaffale, quasi fossero granatieri in alta uniforme, con le loro etichette sgargianti, la scelta si è compiuta. Prima di avviarmi alle casse, però, si celebra un altro rito inevitabile: la sosta al reparto libri, dove in genere rimango attratto dalle edizioni locali, quelle minuscole e operose case editrici che hanno il merito di mantenere l'attenzione sulle cose di casa nostra. Porta Santi Quaranta è uno dei tre varchi aperti nelle mura cinquecentesche di Treviso da cui prende il nome uno di questi editori. Pubblica volumi raffinati, piacevoli al tatto (ah, il feticismo dei bibliofili!). La finezza grafica delle pagine contribuisce ad agevolarne la lettura, ingolosisce, istiga a proseguire il percorso. Al reparto libri del supermercato ho ugualmente indugiato, sfogliando volumi che ospitano fiabe e leggende carniche e cadorine, storie di contrabbando, di asini e ragazze. Finché un altro segnale di arresto è scattato di fronte al “Viaggio in Friuli, tra i vini e gli uomini”, di Amedeo Giacomini. E' questa la ristampa di un'edizione 2005, dove sono raccolti dei pezzi dedicati dall'autore negli anni '70 alla rivista “Il vino”. Tornato a casa, la sera, interrotta impietosamente ogni altra lettura mi sono tuffato con avidità nel testo. E ho letto:
“Nel Latisanese oggi, anche perché c'è Lignano vicina da rifornire, si produce molto vino, d'ogni qualità, ma il Vin di Latisane, quello vero della villotta, è il rosso; non tutte le varietà di rosso, non i pur ottimi, ma sostanzialmente anonimi, Merlot e Cabernet, bensì il Refosco dal peduncolo rosso, un vitigno che alligna meravigliosamente in un unico luogo: una fascia di terre ghiaiose e 'blattose' lunga tre chilometri, profonda quattro e distante due dal greto del fiume (…) Dà uva poco abbondante, tardiva e molto dolce; per giungere a maturazione ha bisogno del sole lento dell'autunno, deve succhiare dalla terra anche gli estremi umori, ma il risultato, il vino è una meraviglia.”
Coincidenze.

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