e le note vengono aggiornate di quando in quando)
lunedì 23 settembre 2013
Fif2013 - au revoir!
Per le audizioni della domenica mattina l'età si abbassa. La categoria prevede partecipanti fino ai 15 anni. Vedere esibirsi dei ragazzini che pesano poco più dello strumento che si portano sulle spalle è frustrante. Quando poi se ne saggiano la perizia tecnica e la capacità interpretativa, si rischia davvero di commuoversi. Lo spazio che dedico ai giovani talenti è contenuto, perché in piazza sta per iniziare lo spettacolo di Harald di Norvegia e non me lo voglio perdere. Ai tavolini del Cafè Accordeon siede un curioso vecchietto che, in attesa del vikingo, imbraccia una Bugari a piano e va di swing (scoprirò poi consultando la guida del Festival che si tratta di Harry Hussey, uno dei performers invitati alla manifestazione). E' il momento delle dediche&richieste: Hussey suona in acustico muovendosi tra il pubblico. Gli chiedo Don't dream of anybody but me.
domenica 22 settembre 2013
Fif2013 - quattro
La mattina al b&b ho come compagni di merende una piacevole coppia milanese, madre e figlio. A dire il vero vengono da Monza e sono qui perché lui ha intenzione di acquistare una fisarmonica, così si fanno un tour delle fabbriche in zona e nel frattempo seguono il Festival. L'altro tavolo è occupato da una banda di maleducati veneziani di abbondante mezza età che per fortuna si trattengono soltanto un paio di giorni. Il locandiere confessa di restaurare mobili per passione dopo che che ho lodato una cassapanca ultracentenaria che fa bella mostra nella sala colazioni. Getulio faceva il vigile urbano, ma ora è in pensione. Ha ristrutturato un rudere che stava vicino a casa, in cui organizzava grandi feste con gli amici e ne ha ricavato questo splendido b&b.
sabato 21 settembre 2013
Fif2013 - tre
“Impossibile non innamorarsi di uno strumento così formidabile: un ponte sonoro che a ogni respiro di mantice unisce gli stili più disparati, facendosi veicolo di linguaggi, culture e tradizioni diverse.”
Ottima sintesi, che rubo dalla guida del Festival. Il respiro del mantice. Poesia pura. Trascorro la mattinata assistendo alle audizioni di musica leggera. Nutrita partecipazione di fisarmoniciste cinesi con strumenti dalle carrozzerie psichedeliche (ma rigorosamente Made in Castelfidardo). Si vede anche un modello rosa shocking con pennellate di nero. Mise eleganti e mimica facciale sapientemente gestita. Molto gettonato Chick Corea.
venerdì 20 settembre 2013
Fif2013 - due
Mahatma arriva dal Brasile e suona una Scandalli di design, con tutti i tasti neri. Dimostra grande abilità nel tremolo, suscitando occhiate di ammirazione da parte dell'organettista di Sapri seduto con lui sul divano dell'acquario, al Club 54. Di fianco a me siede una canuta legionaria di Cristo impegnata a magnificare le bellezze della Puglia e la superiorità culturale delle genti del Sud. Il suo malcapitato interlocutore è un artista brasiliano, anche lui qui per il Festival. Viene erudito sulle origini del “Tu scendi dalle stelle” e omaggiato con dimolte immagini sacre da taschino, adatte per ogni occasione.
giovedì 19 settembre 2013
Fif2013 - incipit
Arrivo a Castelfidardo il 18 di settembre, quando ricorre il 153° anniversario della battaglia che vide le truppe piemontesi trionfare sui papalini. A Perugia ricordano ancora ogni anno il XX giugno 1859, quando gli svizzeri inviati da Roma irruppero da porta S. Pietro e fecero strage fra gli insorti mettendo a ferro e fuoco la città. Una comune diffidenza nei confronti della chiesa-istituzione permea l'Italia centrale, che non a caso è storicamente governata da partiti di sinistra. Qui, al vittorioso generale Cialdini hanno eretto un monumento sulla cima di un colle, trasformato in parco. Sul monumentale cancello d'ingresso si legge a grandi lettere: “Monumento nazionale delle Marche”.
mercoledì 18 settembre 2013
Appunti piceni - fine seconda parte
Quando sono in viaggio mi piace esplorare le librerie che incontro lungo i miei itinerari. Agli anonimi mega book store preferisco le vecchie botteghe con gli scaffali impolverati, dove alla cassa si può trovare ancora un canuto libraio solitamente indaffarato a schedare pile di volumi, che ti rivolge uno sguardo severo e indagatore, da sopra le sue lenti da vista, se gli domandi qualche informazione. Quando poi devo decidere un acquisto, spesso mi lascio guidare dall'istinto, oltre che dalle brevi note riportate in quarta di copertina o nei risvolti dei volumi. Il titolo, la casa editrice, il nome della collana, i colori e la grafica delle copertine, la qualità della carta e della rilegatura, l'accuratezza della stampa, sono tutti indizi che di rado mi traggono in inganno. Anche a Fermo, oltre ad avere scoperto per caso il libretto con i discorsi di Adriano Olivetti (e con lui la rinascita della sua storica casa editrice), mi sono imbattuto in una pubblicazione deliziosa.
martedì 17 settembre 2013
Appunti piceni - Fermo (2)
“I Sabini proclamavano periodicamente la Primavera sacra (Ver sacrum) affinché le più devastanti sventure non colpissero i loro possedimenti, che rappresentavano gli unici mezzi di sostentamento. In tali occasione i bambini nati la primavera successiva, al compiere dei vent'anni non venivano immolati a una divinità, ma erano costretti dagli anziani a lasciare la propria comunità per cercare nuove terre da conquistare. Secondo la leggenda tale viaggio avveniva con il favore di un animale totemico che guidava i giovani designati verso la meta destinata. Nel caso dei Piceni fu un picchio...”. Le vie cittadine a Fermo hanno pendenze che richiedono garretti da alpino. Ma da questo punto di vista sono attrezzato. Giungo sulla spianata del Girifalco, in cima al colle Sabulo, sotto il vigile sguardo impietrito di San Sabino, che osserva da secoli processioni di cristiani arrancare sulla strada in salita che porta alla Cattedrale.
lunedì 16 settembre 2013
Appunti piceni - Fermo (1)
Dopo aver consumato la mia ultima colazione ascolana è il momento di pagare il conto. Siccome ho notato un terminale POS appoggiato su una credenza, chiedo alla madre di Giulia di pagare con bancomat, ottenendone uno sguardo atterrito: “Ci proviamo!”. Mi chiede se so come usarlo. No, dico, io le posso dare la carta. L'operazione si conclude facilmente senza intoppi, salvo che aggiungo uno zero di troppo all'importo che sono chiamato a digitare e rischio di pagare davvero caro questo breve soggiorno. Arrivo a Fermo in tempo per salire allo IAT (che non ha risposto alla mia mail con cui chiedevo materiale informativo).
domenica 15 settembre 2013
Appunti piceni - fine prima parte
Nel mio turistico girovagare per la città l'ho già incontrato tre o quattro volte. Il sosia di Max Giusti fa la guida turistica e accompagna torme di pensionati in gita sociale illustrando loro le bellezze locali con un mini amplificatore che porta a tracolla. L'avevo sentito dire che la pinacoteca civica cittadina in regione è seconda soltanto alla Galleria Nazionale di Urbino e mi era parsa una banfata (come si usava dire alla SMALP). Visto che ho già in mano il biglietto cumulativo che mi consente l'accesso alle tre strutture espositive comunali, decido comunque di toccare con mano. E rimango sbalordito fin da subito.
sabato 14 settembre 2013
Appunti piceni - terzo giorno
Nei palazzi nobiliari d'epoca gli alloggi per la servitù erano ricavati nel sottotetto. Oggi basta inventarsi un bed and breakfast che si trovano turisti e viaggiatori disposti anche a pagare per dormire in quelle stanze. Il palazzo in cui sono ospitato, maestoso come tutte le costruzioni storiche del centro, è in via Pretoriana (la parte più antica della città, mi informava ieri la mia accompagnatrice alla cartiera). L'appartamento è molto grande, su più livelli, ben arredato e con maioliche esposte in ogni vetrinetta. Dispone di un grande giardino pensile in cui si erge una trentennale magnolia e di un terrazzino che offre una vista generosa sulla città. All'inizio della via c'è anche il consolato cecoslovacco
venerdì 13 settembre 2013
Appunti piceni - secondo giorno
S.P.Q.A. È la sigla inscritta in un cartiglio sulla facciata di un palazzo di piazza del Popolo. Senatus Populusque Asculum. Tanto per rimarcare le differenze. Nel museo archeologico di Ascoli sono conservate circa cinquemila ghiande missili, proiettili di piombo con iscrizioni spesso offensive rivolte agli avversari, che testimoniano la resistenza picena alla romanizzazione del territorio. Eppure, con la conquista gli occupanti hanno portato sin qui anche la loro tipica indolenza. L'orario di apertura dell'ufficio turistico di piazza Arringo è 9,00-13,30. Così sta scritto in bella evidenza sul cartello che ne indica l'ingresso. Ma alle 9,30 la porta è ostinatamente serrata. Verso le 9,40, con calma, l'uscio finalmente si dischiude e svela la presenza di ben tre addetti, ben poco indaffarati.
giovedì 12 settembre 2013
Appunti piceni - primo giorno
Esattamente quarant'anni fa nel palazzo presidenziale di Santiago del Chile Salvador Allende stava difendendo le ultime ore di libertà del suo popolo. Il cielo plumbeo che accompagna la mia partenza verso i confini d'Abruzzo è una cornice del tutto appropriata per la ricorrenza. Per completare la mia sommaria visita delle Marche mi manca soltanto il lembo meridionale, il Piceno. E' là che sono diretto. In una terra ricca di storia arte e tradizioni, dove i paesaggi sono rilassanti, il cibo sapido e i vini robusti. Durante il viaggio lo spettro termico passa dai 15 gradi della partenza ai 28, il cielo a tratti si rischiara lasciando picchiare il sole settembrino, la pioggia va e viene. Grazie a uno studio topografico adeguato, con l'ausilio di street-view, e al mio fido navigatore intergalattico, che pur avendo le mappe non aggiornate da anni riesce comunque a supportarmi come si deve, arrivo senza difficoltà al tratto di strada dove avevo pianificato di parcheggiare l'auto. Ascoli Piceno è una città dalla viabilità contorta, lo si capisce dalla prima occhiata alla mappa. Me lo confermano le note del sito web del b&b, che suggeriscono di lasciare l'auto sul Lungo Castellano Sisto V in alternativa al ricovero in struttura custodita, meno comoda. A questo punto, però, inizia un'avventura che val la pena di raccontare.
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