e le note vengono aggiornate di quando in quando)
mercoledì 18 settembre 2013
Appunti piceni - fine seconda parte
Quando sono in viaggio mi piace esplorare le librerie che incontro lungo i miei itinerari. Agli anonimi mega book store preferisco le vecchie botteghe con gli scaffali impolverati, dove alla cassa si può trovare ancora un canuto libraio solitamente indaffarato a schedare pile di volumi, che ti rivolge uno sguardo severo e indagatore, da sopra le sue lenti da vista, se gli domandi qualche informazione. Quando poi devo decidere un acquisto, spesso mi lascio guidare dall'istinto, oltre che dalle brevi note riportate in quarta di copertina o nei risvolti dei volumi. Il titolo, la casa editrice, il nome della collana, i colori e la grafica delle copertine, la qualità della carta e della rilegatura, l'accuratezza della stampa, sono tutti indizi che di rado mi traggono in inganno. Anche a Fermo, oltre ad avere scoperto per caso il libretto con i discorsi di Adriano Olivetti (e con lui la rinascita della sua storica casa editrice), mi sono imbattuto in una pubblicazione deliziosa. Il nome dell'autore, per me sconosciuto, non è servito a convincermi, ma tutto il resto ha avuto buon gioco. “Viaggi da Fermo – Un sillabario piceno”, di Angelo Ferracuti, ed. Laterza, mi ha fatto ripercorrere fin dalle prime pagine il mio soggiorno ascolano, dove sono rimasto colpito anch'io dalla diffusa bellezza degli uomini e donne incontrati per strada. I portali delle case con i motti scolpiti sull'architrave, le chiese di ogni epoca e stile, solenni e numerose, la luce riflessa dal travertino con cui è costruito tutto il centro storico. Perché ogni mio viaggio “non segue soltanto un itinerario terrestre”, ma è fatto di sensazioni ed emozioni, coinvolge i cinque sensi. Le sonorità della parlata locale, i sapori, i profumi, le chiacchiere con gli ospiti rendono unica ogni esperienza e arricchiscono il piacere della scoperta. Inizio la giornata con la visita al palazzo dei priori, dov'è custodito un piccolo museo archeologico, in attesa che il materiale venga sistemato in una nuova struttura in corso di realizzazione (così promette il pannello illustrativo). La pur piccola pinacoteca riserva anche qui qualche sorpresa. I pezzi del quattro e cinquecento trasmettono inalterato il fascino della loro epoca. Non manca qualche opera di Carlo Crivelli, pittore gotico veneziano della parrocchia di S. Moisè, molto attivo da queste parti. La premurosa ragazzina che mi accolse al museo diocesano di Ascoli, impacciata per l'emozione, me ne aveva magnificato l'importanza, illustrandomi tutto d'un fiato il contenuto delle sale. Io certo non le facilitavo il compito, dando segni di crescente insofferenza durante la sua doviziosa esposizione, ricca di date e particolari mandati a memoria e ripetuti come un nastro registrato, ma ho dovuto poi condividere le lodi riservate a questo prolifico artista. Si risale poi al Girifalco, per approfittare degli ultimi squarci di sereno ed entrare in Cattedrale, dove riposano le spoglie del valoroso condottiero Saporoso Matteucci. Durante il pranzo alla locanda S. Girolamo, con sottofondo jazz manouche, puntuale arriva l'acquazzone previsto dal meteo, che rinfresca la giornata, ma i provvidenziali portici della piazza offrono sicuro riparo. Prima di cena approfitto per visitare la mostra organizzata da un'associazione locale, Il filo che conta. E' ospitata nelle piccole cisterne romane, i locali posti sotto il Palazzo Apostolico, ora Municipio, dove stavano fino a qualche tempo fa i reperti piceni esposti all'archeologico. La suggestiva ambientazione contribuisce a valorizzare i lavori di ricamo e merletto che soltanto una pazienza e abilità del tutto femminili già rendono preziosi. Ci sono alcuni cassetti da tipografo, di quelli che custodivano i caratteri di piombo da usare per impaginare a mano giornali e manifesti, nei cui piccoli scomparti trovano posto finissimi ricami dai colori delicati, microscopici mosaici le cui tessere sono punti dai nomi affascinanti. Disegni arabescati ornano raffinati servizi da tavola ed eleganti asciugamani con inserti realizzati a merletto che paiono traforati. Punto aria, chiacchierino, macramè. E l'esperienza si arricchisce di parole nuove.
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