(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 12 settembre 2013

Appunti piceni - primo giorno


Esattamente quarant'anni fa nel palazzo presidenziale di Santiago del Chile Salvador Allende stava difendendo le ultime ore di libertà del suo popolo. Il cielo plumbeo che accompagna la mia partenza verso i confini d'Abruzzo è una cornice del tutto appropriata per la ricorrenza. Per completare la mia sommaria visita delle Marche mi manca soltanto il lembo meridionale, il Piceno. E' là che sono diretto. In una terra ricca di storia arte e tradizioni, dove i paesaggi sono rilassanti, il cibo sapido e i vini robusti. Durante il viaggio lo spettro termico passa dai 15 gradi della partenza ai 28, il cielo a tratti si rischiara lasciando picchiare il sole settembrino, la pioggia va e viene. Grazie a uno studio topografico adeguato, con l'ausilio di street-view, e al mio fido navigatore intergalattico, che pur avendo le mappe non aggiornate da anni riesce comunque a supportarmi come si deve, arrivo senza difficoltà al tratto di strada dove avevo pianificato di parcheggiare l'auto. Ascoli Piceno è una città dalla viabilità contorta, lo si capisce dalla prima occhiata alla mappa. Me lo confermano le note del sito web del b&b, che suggeriscono di lasciare l'auto sul Lungo Castellano Sisto V in alternativa al ricovero in struttura custodita, meno comoda. A questo punto, però, inizia un'avventura che val la pena di raccontare. Il tratto di strada in cui avrei dovuto lasciare l'auto è un breve segmento in cui viene data facoltà di parcheggiare per miseri due euro pro die. Inavvertitamente supero quel tratto, trovando un unico posto libero poco più avanti, dove il parchimetro ingurgita 4 euro e cinquanta, che mi consentiranno la sosta fino alle 8,35 del giorno seguente. Arrivato al b&b scopro l'arcano e mi risolvo a spostare l'auto prima di cena, con una manovra vietata (“ma lo fanno tutti gli ascolani”, dice Giulia) che mi consente di scendere lungo stretti tornanti, riprendere la circonvallazione, arrivare a Porta Cartara e rifare il Lungo Castellano. Ahimè, anche la seconda volta non individuo il termine del breve segmento in cui avrei dovuto fermarmi e così mi faccio un altro giro (con altra manovra vietata). Raggiunta l'agognata meta, cerco un parchimetro prima che scada il periodo di sosta onerosa (19,30) con l'intento di versare l'obolo necessario a garantirmi la tranquillità per tutta la giornata seguente. Alle 19,26 il parchimetro ingurgita i due euro e stampa un tagliando che riporta come 'fine sosta' le 19,30 dell'11/9, ossia oggi! Vabbè, vado a cena. Per evitarmi una levataccia, però, dopo cena penso che potrei verificare se i parchimetri sono ancora in funzione e pagare altri 2 euro per il giorno successivo. Detto, fatto. Raggiungo il parchimetro, verso il modesto obolo e... sul tagliando vedo stampato come 'fine sosta': ore 9,45 del 12/9. Avevo scelto il parchimetro sbagliato. Morale: per poco più di un paio d'ore di sosta ho pagato 8 euro e cinquanta. E il giorno successivo, dopo colazione, l'esattore meccanico si aspettava da me un altro versamento. Prima di ogni viaggio ho l'abitudine di raccogliere tutte le informazioni possibili sui luoghi da visitare, orari e ubicazione dei musei, cose da vedere, ecc. In genere mando anche una mail all'APT per farmi spedire del materiale turistico. Dalla provincia di Ascoli Piceno rispondono velocemente e dai depliant acclusi scopro l'esistenza delle cartiere papali, con relativo museo, di cui non avevo trovato traccia sul sito del Comune. Eh, già, perché il museo delle cartiere è gestito dalla Provincia. Mentre per il museo diocesano, lo dice la parola, bisogna rivolgersi agli ecclesiastici. Eppure basterebbe così poco, un minimo di coordinamento fra i vari enti, per offrire al turista una visione d'insieme, informazioni complete (e magari anche aggiornate) che gli consentano di ottimizzare la visita. Ma no, siamo il Paese delle cento città, dei cento campanili, delle mille parrocchie. Ognuno con lo sguardo fisso al proprio ombelico, ad onta di una crisi economica che dovrebbe sensibilizzare tutti, in special modo chi ha responsabilità di governo ad ogni livello, sulla valenza economica, appunto, del turismo. Col tempo e con la paglia maturano le nespole...

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