e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 14 settembre 2013
Appunti piceni - terzo giorno
Nei palazzi nobiliari d'epoca gli alloggi per la servitù erano ricavati nel sottotetto. Oggi basta inventarsi un bed and breakfast che si trovano turisti e viaggiatori disposti anche a pagare per dormire in quelle stanze. Il palazzo in cui sono ospitato, maestoso come tutte le costruzioni storiche del centro, è in via Pretoriana (la parte più antica della città, mi informava ieri la mia accompagnatrice alla cartiera). L'appartamento è molto grande, su più livelli, ben arredato e con maioliche esposte in ogni vetrinetta. Dispone di un grande giardino pensile in cui si erge una trentennale magnolia e di un terrazzino che offre una vista generosa sulla città. All'inizio della via c'è anche il consolato cecoslovacco (quali rapporti leghino quel popolo ai piceni moderni sarebbe interessante poi scoprire...). Edifici privati e religiosi, palazzi pubblici e botteghe, qui tutto è realizzato in travertino. Anche l'autofficina che sta nei pressi di Porta Gemina, uno degli antichi ingressi della città. E mentre si aspetta che venga revisionata l'auto, si può dare un'occhiata al teatro romano che sta sul retro. Ascoli è provincia storica, non come le ultime che ci si è inventati a mero scopo elettorale. Immaginavo quindi che ci fosse stata una sede COMIT. E' bastato individuare il palazzo della Banca d'Italia per intuirne la collocazione. Le nostre sedi si trovavano sempre in posizioni centralissime, spesso vicine, appunto, all'Istituto d'Emissione. Sovente occupavano palazzi di prestigio, come a Napoli. L'insegna esterna oggi è cambiata, rispettosa, nella foggia e nei materiali, dell'antichità a cui si appoggia. Prorpio di fronte troneggia l'opulento fortino della Cassa di Risparmio, mentre la via è transennata per lavori in corso: stanno rinnovando la pavimentazione con moderni e levigati “masegni”. Mattinata museale, che inizia all'archeologico (dove i reperti piceni meritano da soli un obolo ben più sostanzioso dei 2 euro versati), e prosegue al diocesano (superata una scala tendente all'infinito, forse per innalzare anche il corpo verso la beatitudine celeste). Il museo della ceramica è piccino, ma consera manufatti squisiti, ed è ospitato in locali di sicuro fascino. Sant'Emidio è patrono, martire e protettore dai terremoti. Una visita alla Cattedrale è d'obbligo. Nella cripta si trova la statua barocca del santo, in marmo di Carrara, tutta svolazzi e nitore. Nella rua del Cassero, dove le vie hanno conservato la poesia del Medioevo e risuonano di magica semplicità, la Fondazione CARISAP ha restaurato un tempio ottocentesco, ricavandone un elegante auditorium con sedute Poltrona Frau. A fianco sorge una chiesetta templare di ben più antichi natali, che ora funge da foyer. Per il Festival Internazionale di Musica da Camera, il neoclassico palcoscenico propone in serata le suadenti atmosfere dei corni e la seduzione dei violoncelli. Platea stagionata, posti liberi a sedere e intervallo con degustazione di formaggi e vini locali.
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