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domenica 20 ottobre 2013

L'incredibile fiaba della palestra incantata (1)

I nostri antenati, che possedevano soltanto rudimentali nozioni di edilizia sportiva, nella loro semplicità erigevano palestre “4 stagioni”, frequentabili con qualsiasi condizione climatica. Ora che a Cordenons la disciplina si è evoluta e raccoglie una crescente schiera di proseliti, a svecchiare il nostro antiquato provincialismo sono arrivati i moderni esponenti della haute couture architettonica. Da qui in avanti le strutture sportive cittadine saranno realizzate in collezioni stagionali: autunno-inverno e primavera-estate. In questo modo anche il nostro piccolo comune avrà finalmente accesso all’empireo dove stanno gli archistar. L’operazione, beninteso, non può essere esente da qualche piccolo sacrificio economico. Ormai è ufficiale: l’erigenda palestra (ora non più tanto) autoreggente di Villa d’Arco è stata pensata per un uso estivo. Questa è la ragione per cui nel preventivo di spesa servito per valutarne l’autosostenibilità non sono stati inclusi i costi necessari alla realizzazione dell’impianto di riscaldamento e del cappotto esterno. Quello che suona strano al cittadino impertinente è che in fase di approvazione dell’opera nessuno fra i membri della Giunta abbia sentito la necessità di informare il Consiglio di questa innovativa scelta stilistica. Il Consiglio si riunisce abitualmente di giovedì, ma cadendo questo il 17, forse perfino i Padani più duri e puri hanno dovuto cedere alla scaramanzia per evitare che altre iatture colpissero un’opera già tanto travagliata. Ci si è quindi ritrovati mercoledì, 16 ottobre, per approvare la relazione conclusiva della Commissione Speciale che ha rimesso in ordine le carte e ascoltato i protagonisti dell’iter realizzativo della struttura polifunzionale. Non tutti sono riusciti a contribuire con eguale entusiasmo all'impresa: il consigliere Sartori, capo gruppo della Lega Nord e commissario designato, per giustificati impegni personali non ha partecipato ai lavori, né sottoscritto la relazione; il Primo Cittadino, nel corso della propria audizione ha lamentato ripetute amnesie; l’assessore Gardonio, artefice principale e temerario sostenitore dell’immaginifica operazione di funambolismo finanziario, ha molto più semplicemente declinato l’invito. L’elaborato prodotto dalla Commissione ha consentito di ordinare documenti distrattamente sparsi, in una encomiabile operazione di trasparenza. Dal lavoro di ricostruzione emergono interrogativi, riflessioni e conclusioni alla portata di una qualsiasi persona di medio buonsenso. Diffuse le lodi ottenute in Aula, dai consiglieri e finanche dal Signorsindaco. Per quanto riguarda i contenuti e le considerazioni finali, coerentemente con l'accuratezza con cui è stata seguita fin qui la faccenda, l’attuale maggioranza non rinviene apprezzabili motivi per tenerne conto: è già tanto che ne prenda atto (chi vince le elezioni, essendo unto dal Signore, ha sempre ragione, e tutto il diritto di governare senza essere infastidito dagli organismi di controllo, la cui audience, come noto, non viene rilevata). Fa eccezione il consigliere Biason, del Pdl, che ormai da tempo manifesta in tutte le maniere il proprio disappunto per come vengono affidati gli incarichi e gestiti i lavori commissionati dal Comune. Il documento è disponibile in municipio, ma si trova ormai anche in Rete e merita di essere considerato con attenzione. Senza voler entrare nei dettagli, fra le numerose riflessioni che la lettura di quelle pagine suggerisce c’è, appunto, la questione delle regole che sovrintendono la spesa dei pubblici quattrini. Perché, sia chiaro: le decisioni adottate tempo per tempo da Giunta, Assessori e organi tecnici dell’Amministrazione, paiono del tutto legittime, ossia congruenti con le norme in vigore. E tali si devono considerare fino a quando sopraggiunga un diverso parere della magistratura. Prudenza, oculatezza, opportunità politica, sensatezza, sono categorie opinabili e ciascuno può trarre le proprie conclusioni esaminando lo storyboard della incredibile fiaba della palestra (che temiamo rimarrà a lungo) incantata. Il problema, semmai, è se le regole siano effettivamente adeguate per garantire il corretto impiego delle risorse provenienti dal gettito fiscale che opprime imprese e famiglie. Ossia: se nel nostro Comune va di moda costruire palestre e impianti sportivi, dipende dai soggetti ai quali attribuiamo col voto il potere di indirizzare discrezionalmente le scelte. Se non siamo d'accordo con le decisioni prese, l’unico rimedio è ricordarsene in occasione delle prossime elezioni. Se però, nell’affidare incarichi che produrranno un costo per la comunità (I.V.A. inclusa, assessore!) la normativa consente agli organi tecnici di assegnare incarichi (entro limiti d’importo stabiliti, che tuttavia appaiono spropositati) senza alcun confronto di preventivi di spesa, il problema è strutturale e sarebbe forse il caso di metterci mano. Come richiesto invano dal consigliere Biason, se le norme di rango superiore hanno maglie che riteniamo fin troppo larghe, nulla vieta che si producano gli atti d’indirizzo e le disposizioni che si ritengono più tutelanti. Tutti d’accordo in Consiglio, ma quando si tratta di passare ai fatti…

(continua...)

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