e le note vengono aggiornate di quando in quando)
domenica 24 agosto 2014
Son tre piccoli pidiellin... anzi, lo erano.
A frequentare assiduamente le sedute consiliari cordenonesi c'è il rischio di labirintite. Gli innumerevoli cambi di poltrona/casacca/opinione che affliggono da tre anni a questa parte la Coesa Maggioranza sono tali da mettere a dura prova il più equilibrato degli spettatori. Se poi ti perdi anche solo qualche puntata della dinasty folpnaoniana, al rientro rimani spaesato. Qualche settimana fa tre consiglieri eletti tra le fila del PDL si sono costituiti nell'ennesimo gruppo misto, rivendicando la loro indipendenza. Per “chiarezza politica” (sic). Nel 2011 una parte di cordenonesi ha incautamente affidato il governo della città a una compagine eterogenea (eufemismo), che fra mille litigi è stata in grado di proiettare la propria sagacia amministrativa nel medio-lungo termine (con le rate del mutuo per la famigerata palestra autoreggente). Da quel cilindro fu tratto l'Assessore-dalla-chioma-dorata, che più volte ha animato le sedute del Consiglio quando la discussione rischiava di assumere toni troppo seri. Dei risultati della sua azione amministrativa non sappiamo riferire; quel ch'è certo è che con il suo voto e i suoi interventi ha sostenuto per lungo tempo le scelte dell'esecutivo. Almeno fino a quando non è stato scaricato. Perché, in occasione dell'ennesimo rimpasto, l'Assessore-dalla-chioma-dorata è diventato un ex. E ha dissotterrato l'ascia di guerra: adesso scrive alla Corte dei Conti, protesta, vota contro. Nella stessa compagine trovava posto un Consigliere-donchisciotte, che pur fra qualche iniziale perplessità e successivi ripetuti mal di pancia, “per obbligo di casacca” ha continuato per tre anni a tenere in piedi un esecutivo claudicante. Poi ha cambiato idea. La stampa ci informa che i due consiglieri hanno da poco depositato un'interpellanza che anche il più distratto lettore sa riconoscere come una pretestuosa schermaglia, un attacco strumentale sferrato con ingenuità perfino commovente. Agli zelanti amministratori punge vaghezza di conoscere... a scoppio ritardato. Soltanto dopo aver preso ufficialmente le distanze dalla maggioranza e per rimarcare la loro contrapposizione, a proposito dell'evento sul bullismo omofobico organizzato lo scorso mese di marzo da ATAP e ARCIGAY FRIULI chiedono gli interpellanti “se il Comune abbia qualche collegamento con il movimento Arcigay, di chi sia stata l'idea di far partecipare l'ATAP al convegno e di chi sia stata l'idea di far partecipare la signora Luxuria, quanto sia costato all'ATAP, partecipata dal Comune, l'evento” e “come mai gli altri soci pubblici abbiano ritenuto di non essere presenti all'evento, mentre il Sindaco di questo Comune lo ha rappresentato”. In special modo l'ultimo quesito rivela lo spessore politico degli interpellanti, che paiono considerare il contrasto al bullismo omofobico un disvalore, lasciando intendere che deve ritenersi inopportuno appoggiare iniziative di tal fatta. Ma il meglio (o il peggio) deve ancora venire. A dar man forte ai due ingenui consiglieri ecco che scende in campo un altro Cavaliere (il terzo del mazzo). Che per elevare il livello della discussione conferisce al tema un valore ideologico. “Vogliamo che che il Comune (…) si erga senza mezze misure a difesa della famiglia naturale”, dichiara l'avvocato Bottosso, che essendo entrato da poco nell'Aula forse non si è ancora reso conto della coesione non proprio granitica dell'attuale maggioranza, già in affanno nel gestire il macello e un profluvio di palestre incompiute. Pretendere che questa composita aggregazione si erga a baluardo in qualsivoglia battaglia suona molto melodrammatico, ma rimane al di fuori della sua portata. Del resto, a difendere la famiglia naturale ci ha già pensato il leader della sua parte politica. A suon di bagatelle e bunga-bunga. “Il Comune non incoraggi la propaganda omosessuale”, titolava il Gazzettino del 22 agosto (virgolettato), nel dar conto della mozione depositata da Bottosso. Ma quando si afferma che l'iniziativa di marzo “nata come lotta al bullismo, si è poi trasformata in propaganda pro gay” si vuole forse attribuire all'evento carattere di proselitismo, assimilando l'omosessualità all'appartenenza politica o alla fede calcistica? Ecco, ci mancava giusto una spolverata di livore per rinvigorire il dibattito in Consiglio Comunale. E rendere l'Aula sempre più simile al bar di Guerre Stellari.
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