e le note vengono aggiornate di quando in quando)
venerdì 31 ottobre 2014
Sant'Anna di Stazzema
Ha ragione Paolo Rumiz, quando sostiene che il nostro Paese è attraversato da un reticolo fitto di strade secondarie, che si snodano sinuose carezzando i rilievi, ed è lungo questi percorsi che si scopre l'Italia più genuina, non attraverso i rettilinei autostradali. La conoscenza segue la via più lenta. Per andare a Sant'Anna di Stazzema, da Lucca percorro la Strada Provinciale n. 1, una sinusoide dal fondo spesso malandato che attraversa i borghi minori della Lucchesia. Il museo dell'eccidio trova posto nella scuola elementare del paese e dà subito un'impressione di abbandono. Durante la visita, un inquietante ronzio rivela che nelle sale del piano superiore si agitano, imprigionate, nugoli di mosche. Per ridurne la densità si potrebbe provare ad aprire le finestre, di tanto in tanto.
giovedì 30 ottobre 2014
Pagine lucchesi (29/10/2014)
La giornata inizia più tardi del solito. Il peso della vacanza comincia a farsi sentire, per cui s'indugia sulla branda un po' di più e ci si riposa. Le fette di buccellato riscaldate col tostapane sono una golosità e per colazione consumo praticamente soltanto di questo. Occorre omaggiare la donna del Guinigi, Jacopo e San Martino, dirigendosi finalmente al Duomo, dove si acquista un biglietto combinato che consente l'accesso anche al vicino museo della cattedrale, alla zona archeologica di S. Giovanni e agli innumerevoli scalini del campanile, per chi vuol godersi la città dall'alto. Il simulacro di Ilaria del Carretto non è l'unica opera di pregio custodita nell'edificio. Numerose sono le tele di autori di grido; la cappella della libertà, con sculture del Giambologna, è stata di recente restaurata, come testimonia il corredo fotografico esposto in loco.
mercoledì 29 ottobre 2014
Pagine lucchesi (28/10/2014)
Il B&B è ospitato in una villa liberty che sta appena fuori le mura cinquecentesche. Comodo per chi si muove in auto e a un tiro di schioppo dal centro storico. Villa Agnese è gestita in maniera professionale. Lo si capisce dai due sgabelli poggia-bagagli che si trovano a fianco al letto. Le stanze hanno tinte pastello e soffitti alti 3 metri, pavimenti in seminato veneziano e ampie finestre rivolte verso il giardino. A me è toccata la camera “Romantica”, con letto in ferro a baldacchino dai tendaggi color panna e lampade con paralumi in tessuto dai vezzosi volant. Mi informano che era un albergo fino a un paio di anni fa. Consumata la colazione, ci si dirige con piglio deciso alla volta del museo del fumetto e ci si ritrova in Prefettura, dove si scorge l'entrata di un intrigante museo del risorgimento. Si domanda allora soccorso a una signora che dà mostra di saperne, ottenendo due brillanti risultati: individuare l'agognata esposizione e apprendere che anche lì, in quel palazzo medesimo, vi sono alcune mostre dei comics a ingresso libero.
martedì 28 ottobre 2014
Pagine lucchesi (27/10/2014)
Tu vedi lunge gli uliveti grigi
che vaporano il viso ai poggi, o Serchio
e la città dall'arborato cerchio
ove dorme la donna del Guinigi.
lunedì 27 ottobre 2014
Pagine lucchesi (26/10/2014)
Marco Mitis, Tonìn Polidrugo, l'avvocato Miagostovich, barba Nane. A risentirli mi sono subito suonati dei nomi familiari. Sono alcuni dei protagonisti delle Maldobrìe, di Carpinteri e Faraguna. Verso la fine degli anni '70 alla radio regionale si ascoltava una trasmissione in dialetto triestino che ebbe grande fortuna e favore di pubblico: El Campanon. Durante il pranzo domenicale era diventata una piacevole abitudine ritrovare le storie del Noneto, sior Bortolo e siora Nina, la Dèbegnac; seguire le fasi dibattimentali del “Processo alle parole”, in cui si indagava l'origine e il diritto di cittadinanza nel vernacolo tergestino di parole come “copo” e “carantàn”; sentir parlare di vecchie province e di luoghi dai nomi per me esotici e fascinosi: Cherso, Lussìn, Pola, Pirano. In questi giorni ho ritrovato online alcune registrazioni di quella storica trasmissione radiofonica, che ho rapidamente salvato e masterizzato su un cd. Le ho ascoltate durante il viaggio che mi ha portato a Lucca, ed ho subito rivisto il volto sorridente di mio padre,
mercoledì 22 ottobre 2014
Spendinreviù
Ce lo stanno ripetendo da anni: i soldi non ci sono, bisogna tagliare, tirare la cinghia, sopportare qualche sacrificio. E io, solito rompitasche mugugnatore, che da anni mi vado sempre più convincendo che invece di quattrini ce ne sono parecchi, però vengono dispersi in mille rivoli, e finiscono sprecati come l'acqua delle condotte pugliesi. In Friuli Venezia Giulia, per esempio. Dove sono vigenti norme regionali di antico impianto con le quali si accorda una doverosa tutela al patrimonio storico-artistico locale. “Ad integrazione della tutela esercitata dallo Stato, a norma dell' articolo 9 della Costituzione e delle vigenti leggi sulla protezione delle cose d'interesse storico - artistico e delle bellezze naturali
domenica 19 ottobre 2014
Le sorprese di Dio
Fra sindaci disubbidienti che registrano matrimoni omosessuali, padri sinodali con lo sguardo rivolto al passato, sentinelle in piedi, ministri intransigenti e papi rivoluzionari, in questi giorni vi è un dibattito acceso, sui media e nelle prefetture, a proposito di diritti civili. E il contrasto, con chi non vede l'esigenza di riconoscere tali diritti e si sente invece defraudato di una consolante tradizione, è aspro. Mentre termino di leggere il libretto di Mario Adinolfi, che già mi sta suscitando parecchie perplessità, approfitto per somministrare ai miei pochi lettori due lettere, pubblicate sul Messaggero Veneto del 18 ottobre 2014, che a mio parere ben esemplificano l'inconciliabilità delle diverse posizioni.
venerdì 17 ottobre 2014
Prosit!
“Con quale umanità si fa un Ordine del giorno come questo, per attaccare un ragazzo di 27 anni?”
Questa la chiusa melodrammatica con cui si concludeva ieri sera l'arringa difensiva del Giovane Vicesindaco, subito accompagnata da uno scroscio di applausi della claque chiamata a supportarlo in questa perigliosa circostanza. In effetti, sugli spalti, si era notata una sorprendente partecipazione di imberbi spettatori, una quindicina in tutto, che lasciava ben sperare i più ingenui su un improvviso quanto provvidenziale coinvolgimento delle giovani generazioni folpe nelle vicende consiliari. Ma siccome l'Odg Serio stava soltanto al dodicesimo posto del menu, col protrarsi della discussione sulla profilassi dei migranti, prima, e sull'attualità della contrapposizione fascismo/antifascismo, poi, pareva proprio che gl'imberbi dovessero ripresentarsi all'appello successivo.
Questa la chiusa melodrammatica con cui si concludeva ieri sera l'arringa difensiva del Giovane Vicesindaco, subito accompagnata da uno scroscio di applausi della claque chiamata a supportarlo in questa perigliosa circostanza. In effetti, sugli spalti, si era notata una sorprendente partecipazione di imberbi spettatori, una quindicina in tutto, che lasciava ben sperare i più ingenui su un improvviso quanto provvidenziale coinvolgimento delle giovani generazioni folpe nelle vicende consiliari. Ma siccome l'Odg Serio stava soltanto al dodicesimo posto del menu, col protrarsi della discussione sulla profilassi dei migranti, prima, e sull'attualità della contrapposizione fascismo/antifascismo, poi, pareva proprio che gl'imberbi dovessero ripresentarsi all'appello successivo.
lunedì 13 ottobre 2014
Odio gli indifferenti
L'indifferenza è anticostituzionale! Il claim che utilizzai in occasione della campagna elettorale per le amministrative 2011 l'ho rubato a Giulio Cavalli. Avevo partecipato alla presentazione di un suo libro a Perugia, nell'ambito del Festival Internazionale del Giornalismo ed ero rimasto colpito dal suo modo di argomentare, partendo dal testo dell'articolo 4 della nostra Costituzione Repubblicana: "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Quando si è trattato di dare una veste più organica ai miei ritratti delle sedute consiliari cordenonesi, invece, mi sono rifatto a un libriccino pubblicato, sempre nel 2011, da Chiarelettere, che raccoglie alcuni testi di Antonio Gramsci, e ho battezzato la mia rubrica "Cronache partigiane". Di seguito riporto il testo che apre quella piccola antologia e dal quale ho tratto ispirazione. E' datato 11 febbraio 1917.
sabato 11 ottobre 2014
Lo zio Italo
Nella sua versione tascabile, quella che fa la gioia dei più piccini, a Claut si chiama cràthula. L'esemplare che conservo mi fu donato dallo zio Italo, montanaro capace di manualità ormai perdute. Almeno per i nativi digitali, che si sentono molto più a loro agio smanettando sui loro ultramoderni dispositivi portatili, utili a farli sentire connessi col resto dell'umanità al prezzo di uno spaesamento profondo. Lo zio Italo no. Lui pascolava le capre e ne ricavava squisite ricotte. Esplorava il bosco alla ricerca di funghi, tagliava la legna e fischiettava. Lo vedo ancora, con le sue camicie di flanella a quadri, i pantaloni di fustagno e gli scarponi, i capelli arruffati e lo sguardo fulminante da creatura della foresta.
giovedì 9 ottobre 2014
Piccolo è bello
Bastiancontrario da sempre. Originale, alternativo, asociale, bizzarro. Diffido istintivamente delle adunate oceaniche, dei rituali di massa, degli eventi che riuniscono le moltitudini, preferendo di gran lunga le situazioni di nicchia, gli incontri negletti, le manifestazioni peregrine. Da quando ho raccontato ai colleghi d'ufficio di aver assistito alla presentazione di un lavoro di ricerca sul massaggio prenatale di tradizione maya, praticato anche ai giorni nostri nello Yucatan, ancora sento gli echi dei loro sberleffi. Rinnovati all'annuncio della visione di una serie di capolavori del cinema muto giapponese degli anni '30 (con sottotitoli in inglese), elargita da Cinemazero of course. E non gli ho ancora detto di quella volta che nel vecchio prefabbricato di via del Zoccolo, soffocato dal caldo, assistetti a una lezione-spettacolo sul teatro balinese... Eppure, ciascuna di queste esperienze, rigorosamente ignorate dal pubblico degli stadi, mi ha trasmesso emozioni che si sono sedimentate nell'anima.
mercoledì 8 ottobre 2014
Senza clamore
i pochi anni della giovinezza
mi sono scivolati fra le dita
come fossero sabbia di clessidra.
C'è voluta la luce dei tuoi occhi
per squarciare il freddo delle tenebre
e riportare indietro le lancette
e farmi alzare in volo, come aliante.
domenica 5 ottobre 2014
Voglio la mamma
Sono sgattaiolato fuori dalla sala anticipando la massa del pubblico intervenuto alla presentazione del libro di Mario Adinolfi. Volevo assicurarmi una delle poche copie rimaste dopo che, nell'incontro precedente, a Trieste, i fans avevano vuotato gli scaffali. Mi è andata male. Rimedierò online. M'interessa leggere il libro per approfondire il personaggio, non perché ne condivida i metodi e le argomentazioni. M'interessa, soprattutto, capire come mai ha tanto seguito. Qualunquismo, si dirà. Calato in un contesto di crisi e smarrimento dei valori, dove ogni improvvisato Messia può avere buon gioco. Però bisogna capire. Al posto del libro mi son portato via un foglio fotocopiato che mi pare voglia essere la sintesi l'Adinolfi-pensiero. Ne riporto di seguito il testo senza commenti. Ognuno tragga le proprie conclusioni.
sabato 4 ottobre 2014
Fraintesi, per lo più
Il Maestro
Durante la seduta del Consiglio Comunale che si è svolta lunedì, 29 settembre 2014, il Signorsindaco ha messo in evidenza ancora una volta il suo contrastato rapporto con la carta stampata. O, meglio, con i reporter. A dire il vero, si dispiace, il Borgomastro, del fatto che si dica che lui ce l'ha coi giornalisti, perché non è vero, salvo poi menar fendenti a danno del malcapitato perfido scrivano di turno, reo di averlo messo in difficoltà, vuoi con una frazione della Coesa Maggioranza, vuoi con qualche altra lobby di quartiere con cui il consumato politico vuole mantenere buoni rapporti elettorali. Così facendo, però, non si rende conto, il Consumato Politico, di ledere la professionalità del cronista, che si fonda non tanto su una sufficiente capacità di comporre frasi di senso compiuto, possibilmente vergate in un Italiano corretto e appropriato, quanto piuttosto sull'attendibilità della notizia riportata.
Durante la seduta del Consiglio Comunale che si è svolta lunedì, 29 settembre 2014, il Signorsindaco ha messo in evidenza ancora una volta il suo contrastato rapporto con la carta stampata. O, meglio, con i reporter. A dire il vero, si dispiace, il Borgomastro, del fatto che si dica che lui ce l'ha coi giornalisti, perché non è vero, salvo poi menar fendenti a danno del malcapitato perfido scrivano di turno, reo di averlo messo in difficoltà, vuoi con una frazione della Coesa Maggioranza, vuoi con qualche altra lobby di quartiere con cui il consumato politico vuole mantenere buoni rapporti elettorali. Così facendo, però, non si rende conto, il Consumato Politico, di ledere la professionalità del cronista, che si fonda non tanto su una sufficiente capacità di comporre frasi di senso compiuto, possibilmente vergate in un Italiano corretto e appropriato, quanto piuttosto sull'attendibilità della notizia riportata.
mercoledì 1 ottobre 2014
Fu nel mese di Ravador...
Il testo che segue è tratto da un numero della rivista “Ce fastu?”, pubblicata dalla Società Filologica Friulana. Risale al 1995. L'ho trovato interessante fin dalla prima volta che l'ho letto e per questo ne ripropongo un estratto significativo. Per quella che è la mia esperienza, in questa nostra società sempre più individualista e virtualizzata, forse Facebook in qualche modo riesce a sopperire alla mancanza di solidarietà collettiva propria della civiltà contadina e, in genere, delle comunità marginali.
La sera del 10 gennaio 1593, lungo la strada, sicuramente deserta, che dal piccolo villaggio di ovasta conduceva al paese di Ovaro, si muoveva Leonardo Guartano, impegnato a raggiungere, con probabile sentimento d'urgenza, il Signore Spettabile Leonardo Deciani, uno dei giudici nominati per quell'anno a comporre il Tribunale della Terra di Tolmezzo
La sera del 10 gennaio 1593, lungo la strada, sicuramente deserta, che dal piccolo villaggio di ovasta conduceva al paese di Ovaro, si muoveva Leonardo Guartano, impegnato a raggiungere, con probabile sentimento d'urgenza, il Signore Spettabile Leonardo Deciani, uno dei giudici nominati per quell'anno a comporre il Tribunale della Terra di Tolmezzo
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