e le note vengono aggiornate di quando in quando)
lunedì 27 ottobre 2014
Pagine lucchesi (26/10/2014)
Marco Mitis, Tonìn Polidrugo, l'avvocato Miagostovich, barba Nane. A risentirli mi sono subito suonati dei nomi familiari. Sono alcuni dei protagonisti delle Maldobrìe, di Carpinteri e Faraguna. Verso la fine degli anni '70 alla radio regionale si ascoltava una trasmissione in dialetto triestino che ebbe grande fortuna e favore di pubblico: El Campanon. Durante il pranzo domenicale era diventata una piacevole abitudine ritrovare le storie del Noneto, sior Bortolo e siora Nina, la Dèbegnac; seguire le fasi dibattimentali del “Processo alle parole”, in cui si indagava l'origine e il diritto di cittadinanza nel vernacolo tergestino di parole come “copo” e “carantàn”; sentir parlare di vecchie province e di luoghi dai nomi per me esotici e fascinosi: Cherso, Lussìn, Pola, Pirano. In questi giorni ho ritrovato online alcune registrazioni di quella storica trasmissione radiofonica, che ho rapidamente salvato e masterizzato su un cd. Le ho ascoltate durante il viaggio che mi ha portato a Lucca, ed ho subito rivisto il volto sorridente di mio padre, gli sghignazzi contagiosi e complici con cui accompagnavamo ogni battuta, ogni freddura. E' tornata a galla facilmente una sensazione di serenità spensierata, propria di quegli anni di infanzia, miscelata con un nostalgico rimpianto. Prima della partenza, con la scusa di passare dall'edicola a recuperare il giornale, mi sono perso tra i banchetti della Festa delle zucche, ancora in fase di allestimento, data l'ora. Un trionfo di colori e di profumi, abilità artigiane e fantasia: penne stilografiche fasciate dal cuore di un tutolo di mais, bigiotteria ricavata da copertoni di bicicletta, macs, mèscoi e sedòns, di quelli che sapeva fare anche mio padre; pecorini e culatelli, vasetti di miele e di patè, aglio marinato e pomodori ripieni. Immancabile qualche acquisto. Tanto per principiare convenientemente la vacanza. Quattrocentoventi chilometri dopo, sono arrivato a Lucca senza intoppi, salvo una fastidiosa deviazione fiorentina dovuta a distrazione: mi ero lasciato scappare l'uscita per Pisa. Madonnina 'me guidan male ' toschi! Decisamente. Da Firenze in poi il traffico peggiora. Non per intensità, quanto piuttosto per strafottenza, imprudenza e indolenza. Appena giunto al mio ricovero lucchese mi avventuro attraverso il centro cittadino, diretto all'ufficio turistico. A Villa Agnese han terminato le piantine e io voglio recuperare qualche altra informazione utile a rendere proficuo il mio turistico soggiorno. Come sempre, l'idea si rivela indovinata. Scopro che nella patria pucciniana si tengono concerti serali quotidiani dedicati alla musica del Maestro e credo che ne approfitterò nei prossimi giorni. I sentieri dello struscio sono adeguati alle dimensioni della città e percorsi con trascinata lentezza da fiumi di indigeni, tra cui fatico a farmi strada. Parecchi i cani al guinzaglio, di ogni razza e taglia. Il suono della parlata locale, nei pettegolezzi della coppia ammodino, piuttosto che nei rimbrotti al fanciullo capriccioso, contribuiscono a farmi calare nel clima. Inevitabile la sosta nella libreria Ubik, aperta come molti altri negozi anche la domenica, causa congiuntura. Durante i miei viaggi, quando visito le librerie cittadine cerco gli scaffali di “storia locale” e anche a Lucca ho trovato soddisfazione. Acquisto un volume di memorie di un soldato afroamericano della divisione “Buffalo”. La Linea Gotica passava di qua, durante l'ultima guerra. Sant'Anna di Stazzema non è lontana e il suo museo della Resistenza sarà una delle mete di questa mia vacanza. Grazie anche al film di Spike Lee. La ragazza del B&B mi aveva segnalato alcuni posti per la cena, assicurandomi che quelli più “turistici”, quindi da evitare, li avrei riconosciuti facilmente. Mai tanta fiducia fu mal riposta... Rientrando a Villa Agnese dopo aver sorbito un'apprezzabile zuppa di farro, ripasso sotto le mura, attraverso il pertugio a prova di claustrofobia che già avevo affrontato all'andata, e mi ritrovo sul sentiero che attraversa l'ampio prato prospiciente al baluardo. Dato che, more solito, al lunedì i musei giacciono rigorosamente serrati e tenuto conto del tempo che promette bene, magari approfitterò proprio domani per il gettonatissimo giro delle mura.
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