e le note vengono aggiornate di quando in quando)
giovedì 25 dicembre 2014
London 14 - Appendice civica
Durante la mia permanenza, nel mio girovagare mi son servito del cavallo di San Francesco, ma spesso ho approfittato dell'efficientissima rete dei trasporti pubblici. Per chi, come me, arriva dall'Italia, l'impatto con il servizio pubblico britannico è al tempo stesso sorprendente e frustrante. Una fitta e capillare ragnatela di linee metropolitane e ferroviarie, unita ai caratteristici bus rossi a due piani, assicura collegamenti rapidi e in grado di soddisfare le più diverse esigenze. Da Clapham Junction in 5 minuti si raggiunge Victoria, a bordo dei moderni convogli della National Railway. Una volta all'interno, messaggi vocali dal significato comprensibile perfino per uno straniero, ripetono ad ogni fermata la destinazione del treno e rammentano ai viaggiatori il nome della stazione successiva. Il testo dei messaggi vocali scorre su display digitali facilmente visibili. Lo stesso nella Underground. La sala d'attesa di una stazioncina ferroviaria di periferia come Clapham si presenta all'italico pendolare come un miraggio. Porte automatiche introducono in un ambiente ampio, pulito e confortevole, dove aspettare l'arrivo del proprio treno. Nei corridoi della metro vi sono delle transenne che se parano il flusso dei viaggiatori in entrata dalla fila dei passeggeri diretti verso l'uscita della stazione, di modo che il traffico pedonale possa procedere nel modo più rapido e ordinato. I tornelli posti ai varchi di ciascuna stazione leggono i biglietti magnetici o le tessere plastificate sia in entrata che in uscita, così da limitare drasticamente il fenomeno dei "portoghesi". In superficie, gli attraversamenti pedonali in corrispondenza dei semafori sono a chiamata, così che fino a quando nessuno ha necessità di attraversare, il traffico veicolare scorre. Non appena però un pedone preme il pulsante di chiamata, in breve volgere di tempo gli viene consentito il transito. Insomma, nel confronto con la più efficiente delle metropoli domestiche (si parva licet ...) direi che ne usciamo distrutti. Non c'è paragone. Non è possibile azzardare alcun confronto. Gli Inglesi hanno sempre difeso orgogliosamente la propria "specialità". Qui si guida a sinistra, non esiste la carta d'identità: se un poliziotto ti chiede di declinare la generalità, è sufficiente rispondere. Magari, poi può esserti richiesto di presentarti in Commissariato nel giro di qualche giorno per esibire adeguata documentazione probante. Allo stesso modo, se uscendo di casa ti dimentichi la patente di guida, a un eventuale controllo non vieni sanzionato, ma semplicemente invitato a esibire il documento nei giorni a venire. Il sistema metrico decimale nel Regno Unito è stato introdotto soltanto per l'evidente tornaconto che semplificazione e standardizzazione dei sistemi portano con sè. Lunghezze, volumi, capacità, peso, moneta. Tutto era suddiviso con bizantina specialità. Sui treni di Sua Maestà cartelli indicatori invitano a non tenere i piedi sui sedili, a parlare a bassa voce, se proprio si deve far uso del cellulare, a cedere il posto alle persone più anziane o meno in grado di rimanere all'impiedi. Nelle stazioni, altri poster raccomandano di non sporcare i convogli mangiando o bevendo, e di rivolgersi cortesemente al personale delle ferrovie. Gli annunci non sono borborigmi incomprensibili e, soprattutto, vengono dati con immediatezza. Non appena il treno subisce uno stop imprevisto, ecco che subito il conduttore avvisa i passeggeri delle ragioni della fermata. Non è come da noi, che dopo mezz'ora che ti trovi abbandonato in mezzo alla campagna brumosa, ti avvisano che "presumibilmente" il treno subirà un ritardo di circa trenta minuti... Posso soltanto immaginare lo spaesamento e il disgusto di un turista britannico che volesse utilizzare i mezzi pubblici per i suoi spostamenti nel Belpaese. Nemmeno in India...
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