e le note vengono aggiornate di quando in quando)
domenica 21 dicembre 2014
London 14 - Prologo
Il viaggio inizia con i migliori auspici. Avevo prenotato un posto auto al parcheggio C del Treviso Airport con ingresso alle ore 8:00. Arrivo in perfetto orario (un eventuale ingresso anticipato rispetto al termine schedulato era perentoriamente escluso dalle regole della casa). L'imbarco procede senza intoppi, se si esclude il piglio scontroso della ragazzina bionda assisa al desk del check-in: ea tosatioea no ea ga gnancora capìo quanto che ea xe fortunada a lavorar visìn casa.... Nei voli low-cost capita di ritrovarsi in un melting-pot low profile: giovani coppie ruminanti chewing-gum non stop e fastidiosamente logorroiche sciorinano banalità da Novella 2000; creature innocenti, deportate abroad da genitori a rischio d'interdizione starnazzano festose. Le hostess giallo-blu ti introducono immediatamente nel clima britannico: pallide come convalescenti e truccate da Betty Boop. La sonorità della lingua fortunatamente garantisce una piacevole accoglienza. Il giovane steward arriva da Pisa, sfoggia una banana da rockabilly e mi convince ad acquistare un paio di biglietti di una lotteria istantanea, che ovviamente non portano a esiti grati: avrò maggior fotuna a Londra, dice. In fase di atterraggio s'intravede dai finestrini dell'aereo una campagna rigogliosa, ma è lungo il tragitto verso Londra a bordo del bus di Terravision che si ha modo di apprezzare molto di più i prati verdeggianti, complice anche la splendida giornata di sole. Ah, gli inglesi, con le loro targhe gialle e la mania di guidare a sinistra! Le prese elettriche differenti da tutti, e quelle casette coi comignoli ottocenteschi che pensavi esistessero soltanto nei film. Con le monete che invece di essere tonde sono eptagonali (ad esempio i cinquanta pence), i rubinetti dell'acqua calda e dell'acqua fredda separati, che ti tocca far da miscelatore manualmente, la moquette onnipresente! Fino al 1995 il sistema metrico decimale non aveva diritto di cittadinanza nel Regno di Sua Maestà. Anch'io, quando studiavo ragioneria, dovetti imparare a confrontarmi con once, galloni e yard. A tutt'oggi, in ogni caso, la birra si serve ancora in pinte (o mezze pinte, ma solo per le donnicciole) e i consumi delle automobili si misurano in miglia per gallone. Al mercato, poi, si usano libbre e once. Insomma, il Sistema Imperiale Britannico, così come tutte le altre particolarità di questo orgoglioso Paese, è duro a morire. Perfino nei corridoi della metro si viaggia a sinistra. I taxi sono quei caratteristici vetturoni retrò, le cabine telefoniche rosso british ormai offrono perfino il wi-fi. Per arrivare fino al mio temporaneo alloggio londinese, una volta uscito dalla stazioncina di Clapham Junction chiedo lumi a due "bobbies" in gonnella, che mi indicano disponibili e cortesi la meta del mio peregrinare. Più tardi andrò a far la spesa da Sainsbury's, dove le casse sono self-service e si paga col bancomat. Welcome in Britain!
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