L'esercizio che mi ospita, per colazione, cena e notte, è a gestione familiare e il marito dell'ostessa, da autorevole patriarca qual è, non disdegna di trattenersi in amabile conversazione con i suoi selezionati avventori. Si apprende dunque che la stagione invernale è sempre piuttosto fiacca, dato che nei fine settimana anche le famiglie indigene, così come i turisti estivi, preferiscono trascorrere la giornata in uno dei tanti centri commerciali che devastano il paesaggio, e anche la moglie di Giancarlo non va esente da tale deprecabile usanza. Essendo però la signora autonoma ed automunita, se proprio non può farne a meno, alle Befane la ci deve andar diperconsè! Il figlio più giovane, pizzaiolo di vaglia, mi chiede conto della mia escursione sammarinese e si stupisce del mio apprezzamento: la città è diventata troppo commerciale, affollata com'è di bottegucce. D'accordo, replico, ma è sufficiente transitare indifferenti, fendendo l'infinita teoria di chioschi senza lasciarsi ghermire dal demone consumista. In realtà, fra la sterminata offerta commerciale del Titano si nascondono raffinatezze artigiane che non sfuggono all'occhio allenato del viaggiatore. Tipo quel negozio che espone lampade da tavolo di stile moderno, che si scoprono realizzate interamente in cera (utilizzando lampadine a led è scongiurato ogni pericolo di fusione, mi si assicura). Fra le tante elaborate e variopinte candele trovano posto delle tavolette quadrate che riproducono le figurette di Keith Haring, anch'esse ottenute da strati sovrapposti di cera dalle diverse tonalità successivamente incisi. Gli studi sulla suddivisione continua del piano di M.C. Escher mi hanno affascinato fin dal tempo dei calzoni corti, quando li scoprii grazie a una serie di volumi di enigmi e giochi matematici che avevano attratto la mia curiosità adolescente. Così, quando fra le varie cianfrusaglie vedo esposta in vetrina una riproduzione di “Angeli e demoni”, che rappresenta un esempio di come gli studi del celebre grafico olandese siano evoluti anche verso la terza dimensione, entro a chiedere ragguagli. A San Marino è il momento dei turisti russi, mi dice il valente pizzaiolo. Ma', replico io, forse quei russi hanno altri interessi... almeno fino a che l'antica Repubblica non adegua la propria normativa antiriciclaggio agli standard europei.
La Rocca di Sant'Agata Feltria è stata riaperta al pubblico nel mese di settembre, dopo cinque anni di accorti restauri e il tempo necessario per allestire un museo interamente dedicato alle fiabe. Appena varcata la soglia del castello, mi accoglie un gracchiar di cornacchie, messo lì apposta per impressionare il visitatore. Con una veloce visita guidata, di cui sono l'unico beneficiario, si sale al piano nobile del maniero e ci si ritrova subito immersi in un ambiente... da favola! Proiettori che indirizzano formidabili slide-show riproducenti immagini d'autore e video esplicativi; il nido delle fiabe, dove un'amabile vecchina intrattiene instancabile (prodigi della tecnologia!) grandi e piccini con i propri racconti; la sala del ballo di Cenerentola, con manichini vestiti e calzati con abiti del settecento da raffinato atelier veneziano; la saletta multimediale, in cui si può sfogliare un incunabolo virtuale istoriato con fiabe d'antan, in puro stile Minority Report. Il book-shop del museo racchiude vere perle dell'illustrazione per l'infanzia: fiabe, saggi e racconti; le celebri stampe su canapa della bottega Pascucci, a Gambettola fin dal 1824, e vario merchandising. Fra le mostre temporanee ospitate al primo piano, s'incontrano gli antenati dei moderni ombrelloni: le tende da spiaggia. Stampate sempre da Pascucci su disegni d'artista. Erano questi dei teli atti a procurar un poco d'ombra, che i bagnini della riviera romagnola dovevano riposizionare più volte nel corso della giornata, assecondando la parabola solare, fino agli anni '50. Per pranzo ritorno alla Trettoria Bossari. Ci venni anche 10 anni fa, durante la mia precedente escursione santagatese. Petto di tacchino e salsiccia alla brace, accompagnati da bietole lesse. Per questa volta il mio gastroenterologo non avrà da ridire. Se tacciamo dell'aglio, nascosto fra le biete...
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