e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 10 gennaio 2015
Andalusia 15 - Siviglia (2)
Per il primo viaggio di trasferimento, da Malaga a Siviglia, abbiamo scelto di trattarci bene e ci siamo rassegnati all'alta velocità. Il treno fila che è una meraviglia senza il minimo sobbalzo, pare scivolare sul ghiaccio. Un paio di fermate incomprensibili in anonime stazioni in mezzo al nulla e si riparte attraversando una rigogliosa campagna ricoperta di agrumeti e di olivi, dove ogni abitazione ospita sul tetto un serbatoio supplementare per l'acqua, che da queste parti in estate dev'essere davvero preziosa. Si passa per Cordoba e si arriva dopo due ore e mezza di viaggio nell'imponente e moderna stazione di Santa Justa, patrona di Siviglia. Il nostro albergo è centralissimo, proprio dietro alla Cattedrale. Siccome notiamo una discreta fila di visitatori ansiosi di accedere al Tempio, ripieghiamo sui reali Alcazares. Ripieghiamo, si fa per dire... Le raffinate architetture moresche trovano nell'Alcàzar di Siviglia la loro migliore espressione. Le pareti della sale al piano terra sono ricoperte da colorati azulejos che formano elaborati decori geometrici. I giardini sono colorati e profumati da un mare di aranci e piante di limoni carichi dei loro frutti. La nebbia che ci ha accolti all'arrivo, mista a una rigida temperatura umida che non prometteva nulla di buono, è improvvisamente scomparsa mentre pranzavamo e ora il sole risplende, libero e giocondo. Si ripropone l'imbarazzante scena di Totò e Peppino a Milano, bardati come reduci di Russia mentre gli indigeni si muovono abbigliati come a Rimini in agosto. Si cena alla Milonguita, con un succulento hamburger di carne argentina accompagnato da formaggio di capra e un trionfo di insalata innaffiato da ottimo vino rosso. Il secondo giorno a Siviglia inizia ancora una volta con la nebbia. La Cattedrale è interdetta alle visite turistiche, ma le funzioni dell'Epifania vengono celebrate comunque e noi faccia a tempo a entrare alcuni minuti prima dell'ite, missa est. Giusto quel che basta per ammirare l'imponenza dei pilastri, la monumentalità dell'organo a canne, il gigantismo della costruzione. L'Archivo de Indias è chiuso, come altri musei (scopriremo nel prosieguo della giornata), così ci si dirige verso Plaza de toros, l'arena che per anzianità di servizio è seconda soltanto a quella di Malaga. La guida ci informa che è il Presidente della Corrida a dirigere il gioco e ad avere diritto di parola su tutto ciò che accade nell'ovale. Può anche graziare il toro, se il pubblico glielo chiede, ma pare che l'indulto sia stato concesso soltanto tre volte in 250 anni di onorato servizio. La Cartuja è il quartiere dell'Expo '92, o, meglio, il relitto di quell'enorme dispendio di quattrini e territorio. A percorrere a piedi i suoi viali sterminati si viene colti da una sorta di straniamento. Abbandono e degrado la fanno da padroni. Costruzioni gigantesche stanno arrugginendo e cadendo a pezzi. Ormai il quartiere pare buono soltanto come attrazione turistica per i bus dei tour cittadini, che scarrozzano torme di viaggiatori distratti attraverso un paesaggio lunare. Speriamo non si debba replicare a Milano fra qualche mese. El Parasol è una struttura avveniristica nata con la funzione che il suo nome lascia intuire. Per ripagare l'investimento, tuttavia, menti illuminate hanno pensato di ricavare sulla sommità del manufatto una stupefacente passeggiata aerea accessibile via ascensore pagando un modesto pedaggio. Dalla cima si gode di una vista impagabile che abbraccia tutta la città. Ho chiesto in hotel che mi prenotassero un posto allo spettacolo serale che andrà in scena sul tablao della Casa del Flamenco, che si trova nel barrio di S. Cruz, l'antica Juderia. Giungendo con il consueto abbondante anticipo sul posto, passo davanti a un piccolo, incantevole museo, dov'è riassunta in un paio di sale la storia degli ebrei sefarditi e del quartiere che li ospitava. Chiudo quindi il breve soggiorno ricollegandomi al museo di Albert Street che mi aveva incantato soltanto un mese fa, e con l'appassionata energia del cante jondo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)