Prosegue la "ristampa" di vecchie cronache, tuttavia ancora attuali. Quei tre mesi di cui si diceva nel pezzullo se non vado errato son passati senza colpo ferire. Ossia, di quella vicenda non mi pare ci si sia più occupati. Come del resto succede per molti impegni che vengono formalmente solennizzati e cristallizzati nell'ufficialità delle delibere, salvo poi restar nel limbo delle buone intenzioni.
Nel nostro piccolo paese delle meraviglie più non corre il Bianconiglio, non zampetta il Brucaliffo... epperò: se i neutrini hanno infine ottenuto il loro tunnel, siam forse noi men degni? In attesa di assestare il colpo di grazia all'agonizzante vecchia latteria già si pensa a un concorso di idee per la struttura che dovrebbe rendere sicuro l'attraversamento del periglioso passaggio. Certo, i rari viandanti che dopo breve cammino torneranno a riveder le stelle, non troveranno ad attenderli le bianche scogliere di Dover, rischiarate dalla luna dei poeti, però già si mormora della volontà di commissionare a un compositore locale un'Opera che possa degnamente celebrare la conclusione dei lavori (voci di corridoio sostengono che le cover di Va', pensiero verrebbero considerate con particolare benevolenza...), e una piccola targa a imperitura memoria degli uomini che fecero l'impresa non si vorrà certo negare. Dato che il toponimo non sarebbe acconcio alla magnificenza dei tempi moderni, pare inoltre che sia già pronta un'ordinanza per il cambio di denominazione: non più “via Troset”, ma “via dell'Istmo”.
L'argomento più coinvolgente della seduta consiliare si è rivelata una classica storia di italiche incompiute. Alberto Fenos ha illustrato per sommi capi una vicenda che si trascina da ben 19 anni e riguarda una laterale di via Bellasio. Qui una volta era tutta campagna... no, non proprio tutta: pare ci fosse una casetta al centro di una nuova lottizzazione, probabilmente poco gradita ai solitari abitatori di quel luogo. I lottizzanti, per raggiungere più agevolmente le nuove costruzioni che colà si andavano ad erigere, cedettero al comune una striscia di terreno sulla quale ricavare una strada. Che fu successivamente asfaltata. Tutta? No, non proprio tutta. Perché i solitari abitatori della casetta (ex) di campagna non acconsentirono al passaggio delle ruspe e quel loro piccolo tratto di strada rimase ghiaioso. Venne poi il momento del collaudo, necessario a consentire il pubblico transito nella nuova via e il professionista incaricato chiese lumi. Si collaudi! Tutta la strada? No, non proprio tutta. Soltanto i due tratti asfaltati, giacché la parte rimanente continuava ad essere proprietà privata. E venne il tempo in cui un incauto centauro, procedendo nottetempo, s'imbattè nel pericoloso dislivello, caracollando gravemente. Seguì la (parziale) chiusura al traffico della via. Ecc. ecc. ecc., fino ai giorni nostri. Mentre Fenos illustrava i precedenti, concludendo che le alternative oggidì rimangono due: l'esproprio o l'accordo bonario con gli (ex) solitari abitatori, sobbolliva sul suo scranno il Sommosacerdote. Dato che ormai, comunque vadano le cose, per sistemare la faccenda bisognerà allentare i cordoni della borsa, pareva quasi si volessero insinuare pregresse negligenze, passate responsabilità. E allora puntualizziamo. L'autorizzazione ai lottizzanti l'ha data la giunta Pajer e l'edificabilità agli (ex) solitari abitatori (che per questo possono oggi reclamare lucrose ricompense!) l'ha tolta la onnipresente variante 30. Che non siam qua per ascoltare bagatelle! Gli animi un po' si lessano, un po' si scaldano. Fra chi non manca di sollevare le solite perplessità perché, in fondo, nemmeno durante la passata amministrazione si è riusciti a definire e il paziente Carlo Mucignat che, più volte interrotto (ma non per richiami all'osservanza del Regolamento) esaurisce la riserva di bon ton e sbotta, lamentando che nemmeno il Sommosacerdote possiede la Verità. Salomonicamente allora ci rassicura il Signorsindaco, che, se in 19 anni nemmeno le 3 precedenti amministrazioni son riuscite nell'impresa, non sarà certo lui a risolver la quistione. A far da ago della bilancia interviene allora l'assennato Vampa: si sospenda l'Odg e si aggiorni la seduta. Ci vediamo fra tre mesi per conoscere (forse) l'happy end.
I tre mesi son passati...
RispondiEliminadirei di sì...
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