(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 2 febbraio 2015

70 anni dopo

Di Sant'Anna di Stazzema avevo sentito parlare e ne avevo letto più volte. Si tratta di una delle stragi che hanno insanguinato il secondo conflitto mondiale, ancor più odiosa perché in questo caso non ci fu uno scontro fra truppe nemiche, ma una barbara esecuzione di massa di civili inermi. Vecchi, donne e bambini. Sant'anna è un grumo di case appollaiate sui monti della Lucchesia. Montagne che si affacciano sulle affollate spiagge della Versilia. Durante una mia breve vacanza trascorsa fra Lucca e Carrara, nel viaggio di trasferimento decisi finalmente di inerpicarmi fin lassù. Spike Lee ha tratto un film da questa sanguinosa vicenda e la mia curiosità si era via via accresciuta. Quando arrivai sul piazzale che fa da parcheggio al Museo Storico della Resistenza non sapevo ancora che all'interno avrei conosciuto una persona speciale. C'era un gruppo di ragazzi che ascoltava seduto nella piccola sala conferenze. E un anziano signore, che pareva piuttosto intimidito dall'uditorio, intento a raccontare la sua storia. Uno dei ragazzi lesse anche una lettera, indirizzata da quell'anziano signore al Presidente della Repubblica Federale Tedesca per invitarlo alle celebrazioni per il settantennale dell'eccidio. Il 24 aprile 2013 il Presidente tedesco, Enrico Pieri e Giorgio Napolitano si abbracciarono commossi all'Ossario monumentale eretto in ricordo delle vittime. Qui di seguito è riportato il testo di quella lettera

Caro Presidente, mi chiamo Enrico Pieri e sono nato a Sant'Anna di Stazzema il 19 aprile 1934. Il 12 agosto 1944 avevo 10 anni, quando i reparti del XVI Battaglione Panzergranadier delle SS salirono nel paese dove vivevo con la mia famiglia. Quel giorno l'odio degli uomini portò via mio padre, mia madre, le mie due sorelle e i miei nonni. Tutti morti nell'eccidio. Mi sono salvato per miracolo nascondendomi in un ripostiglio della casa dei nostri vicini, grazie ad una bambina della famiglia Pierotti. Quel giorno ho perso tutta la mia famiglia, gli amici di gioco, i compagni di scuola. Fu un crimine contro l'Umanità. Ho vissuto fino al 1951 a Sant'Anna, poca scuola e molta campagna e un po' sbandato ho lavorato in Versilia fino agli anni '60 quando ho deciso di emigrare in Svizzera. Là, nel Cantone di Berna, ho trovato, tra mille avversità, un lavoro e mi sono costruito una famiglia. Per moltissimi anni non mi sono avvicinato alla Germania perché in quel periodo provavo rancore ed i primi tempi anche odio verso coloro che mi avevano rubato l'esistenza. Sono stati anni duri quelli vissuti da emigrante in Svizzera, poiché ho conosciuto il disprezzo e l'emarginazione quella che senza memoria, spesso, riscontro nei confronti dei migranti di oggi. La tragedia del 12 agosto e l'esperienza da emigrante, hanno fatto maturare in me l'idea che ci fosse bisogno di un soggetto politico che riunisse i popoli dell'Europa e che ci facesse superare la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Quando fu il momento di scegliere la lingua da far studiare a mio figlio, tra il francese e il tedesco, scelsi il tedesco perché avevo maturato l'idea che l'integrazione Europea non poteva fare a meno della Germania. Nacque il mio impegno per l'Europa Unita. Nel 1992, una volta in pensione, sono tornato in Italia, dove prima venivo solo due volte l'anno per rendere omaggio ai miei morti. Mi chiesero di collaborare alla formazione del Museo di Sant'Anna di Stazzema e all'inizio rifiutai, perché parlare della mia esperienza era ogni volta rinnovare quel dolore. Poi, mi resi conto che questi ragazzi hanno bisogno di sentire queste storie, da noi che le abbiamo vissute, per conoscere e non ripetere quegli sbagli. Oggi ricevo, ogni anno, centinaia di gruppi di giovani e sono Presidente dell'Associazione Martiri di Sant'Anna di Stazzema che raccoglie i superstiti e i parenti delle vittime e quasi giornalmente faccio conoscere la mia storia ai ragazzi che sempre più numerosi salgono a Sant'Anna di Stazzema. Anzi, devo essere sincero, mi succede che se sono giù di morale, stare una mattinata con i ragazzi mi rincuora un po'. Specialmente in questi ultimi anni è stato fatto molto, anzi moltissimo in relazione alle poche risorse disponibili. Per svolgere bene questa azione per la memoria, c'è bisogno sempre di un maggiore impegno concreto prima di tutto da parte di Italia e Germania per superare le ferite causate da quell'orribile baratro che è stata la Seconda Guerra Mondiale. Oggi l'Europa unita deve impegnarsi sempre di più per aiutare lo scambio tra i giovani europei, per conoscere i luoghi della memoria come Sant'Anna di Stazzema e diffondere la Pace. Avevo ripromesso a me stesso che non sarei mai andato in Germania e invece nel 2009 accettai l'invito di una associazione di Colonia che voleva che parlassi di pace e di quello che era accaduto a Sant'Anna di Stazzema. Sentii allora il dovere di superare una volta per tutte l'odio per costruire assieme agli amici tedeschi un percorso di pace: anche la Germania come l'Italia ha pagato un prezzo altissimo a causa della guerra e del Nazifascismo. L'anno successivo il Vice Ambasciatore Tedesco a Roma mi ha conferito la Medaglia dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania per il mio impegno nel tener viva la memoria dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema delle SS e per aver favorito incontri tra studenti italiani e tedeschi. Il 12 agosto 2011, il Parlamento Europeo mi ha concesso il Premio di Cittadino Europeo per il mio impegno per la memoria. Sono riconoscimenti che hanno accresciuto in me l'orgoglio di essere innanzi tutto, un cittadino Europeo oltre che Italiano: perché c'è sempre più bisogno dell'Europa ed è nostro dovere ricordare ogni giorno che l'Europa nasce a Sant'Anna di Stazzema, a Marzabotto, nei campi di concentramento ed in ogni luogo dove si è consumata una tragedia. Caro Presidente, approfitto della squisita disponibilità del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che ho avuto l'onore di incontrare a Roma, per inviarLe queste poche righe e invitarLa a Sant'Anna di Stazzema in occasione del 70° anniversario dell'eccidio il prossimo 12 agosto 2014 e a proseguire tutti insieme, Italia e Germania, nell'impegno di ricordare. Lo scorso anno è venuto in visita, da tedesco, il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz che ci ha parlato di Europa e di Pace. Vedere le bandiere di Italia, Germania ed Europa sventolare là, l'una a fianco dell'altra vicino all'Ossario dove riposano le vittime della strage e dove sono già incise sul marmo parole di perdono, mi ha dato la speranza in un futuro migliore e di fratellanza fra i popoli. Le invio affettuosi saluti.

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