Non pare destare grande sorpresa né stimolare accalorati dibattiti il fatto che a Cordenons e Pordenone, due città che pur si avvalgono del medesimo gestore per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, il servizio sia regolato diversamente, con intuibili diseconomie. La Legge Regionale n. 26, di cui molto si parla in questi giorni, spesso a sproposito, tanto in sedi istituzionali che nei bar di paese, si prefigge tra le altre cose lo scopo di mettere a fattor comune questo ed altri servizi, in maniera da evitare storture organizzative che il proliferare di centri decisionali rendono inevitabili. Ci si riempie la bocca da decenni di parole che vengono fatte viaggiare in coppia (efficienza ed efficacia) senza nemmeno rendersi conto del loro significato. Appare evidente a ogni cittadino di medio buon senso che l'esistenza di Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti e 2 o 3 dipendenti che lavorano in municipio non è più compatibile con l'esigenza di garantire servizi all'altezza dei bisogni espressi dalla cittadinanza. Nel corso della recente seduta consiliare, a Cordenons si è invece discusso della possibilità di modificare la legge in questione e di quali possano essere i partner più graditi per l'apparentamento. Visto che l'Unione s'ha da fa', vogliamo almeno potere scegliere noi con chi stare: con Pordenone no, perché lì governa il centro sinistra, e poi la grande città finirebbe per fagocitare le risorse relegando in un angolino i Comuni contermini; meglio San Quirino e Zoppola, con i quali, semmai, saremo noi a far la voce grossa. Con determina del 4/3/2011 la Provincia di Pordenone, Settore Cultura Istruzione Sport, autorizzava una variazione in aumento all'impegno di spesa di Eur 3.940,00 già deliberato il 22/10/2010, da destinare alla realizzazione e stampa del volume “Il Naone – Atlante Storico Economico”, che portava il conto finale a 4,772,00. Autore del saggio, il maestro Mario Ongaro. Da tempo si sente parlare della Città dei Centomila e anche in Consiglio Comunale il Signorsindaco pronosticava in tempi non sospetti come ineluttabile la nascita della città di Naone. Dal dibattito in Aula si è appreso che fin dall'11/11/2013 l'assessore regionale Panontin aveva invitato le amministrazioni comunali tutte a fornire alla Regione i propri contributi, evidentemente anche in termini critici, per la stesura del disegno di legge che poi si è trasformato nella Legge Regionale n. 26, ormai in vigore. Da quel dì nessuna iniziativa di discussione pubblica è stata intrapresa dall'attuale Amministrazione, nessuna consultazione è stata avviata, nessuna informazione risulta essere stata data ai cittadini. Ora si rivendica il diritto all'autonomia, si paventano attentati alla libertà di autodeterminazione dei popoli, ci si indigna per una decisione calata dall'alto. Neanche si trattasse di fare un plebiscito per decidere l'annessione al Regno d'Italia... Il Consigliere Zancai, di cui ricordiamo un formidabile lapsus allorché, dopo aver ascoltato l'ennesimo vuoto panegirico del Signorsindaco, ebbe a definire “evacuative” le sue risposte, non ha mancato di deliziarci con un altro dei suoi elaborati neologismi, esprimendo con riferimento all'argomento oggetto di discussione la sua grande “palesità”. A inizio legislatura il Signorsindaco aveva promesso di distribuire al pubblico presente in Aula il testo dell'Inno di Mameli, affinché se ne potesse cantare in ogni seduta una strofa diversa. Suggeriamo all'Amministrazione di predisporre anche un breve glossario che ci consenta di comprendere le criptiche espressioni di taluni consiglieri. Nell'interessante dibattito che ha riguardato il tema delle Unioni Territoriali Intercomunali hanno brillato ancora una volta per la loro astensione buona parte dei consiglieri di maggioranza che evidentemente su questi argomenti o non hanno opinioni oppure non se la sentono di condividerle con i presenti.
Il pezzo forte della serata era la richiesta di revoca del Presidente del Consiglio, presentata dai due consiglieri transfughi del Gruppo Misto e appoggiata dalle opposizioni. Anche in questo caso, tanto il capo gruppo della Lega, consigliere Sartori, per l'occasione assiso sullo scranno di Presidente-facente-funzioni, e l'ineffabile consigliere Zancai, non si sono saputi trattenere dall'impartire una lezione di “Istituzioni di diritto pubblico”. Richiamando la surreale querelle che da tempo impegna il Sommosacerdote e i due transfughi rei di aver votato la sfiducia al Signorsindaco, con la partecipazione straordinaria della Regione, il cui parere tuttavia non sembra essere preso in grande considerazione dato che si traduce in un sonoro schiaffone istituzionale, prima Sartori e poi Zancai (perseverare diabolicum) stravolgono la gerarchia delle fonti del diritto, sostenendo che a Cordenons è lo Statuto Comunale che detta le regole. In Liguria vi è un paese di 320 abitanti che si è costituito in Principato, si proclama indipendente, batte moneta e ha proprie targhe automobilistiche. Evidentemente i nostri intendono replicare l'esperienza anche a Cordenons. Dal Principato di Seborga al Reame di Folponia. Lo scambio epistolare fra il Presidente del Consiglio e i consiglieri del gruppo misto non va preso sottogamba. Già abbiamo avuto modo di osservare come lo stravagante ragionamento del Sommosacerdote non potesse trovare sostegno giuridico né tanto meno logico. E il fatto che la sua condotta venga avallata e finanche sostenuta a spada tratta dagli altri consiglieri della Coesa Maggioranza la dice lunga sull'indipendenza di giudizio dei singoli. Che viene sacrificata ammantandola di nobili intenti quali il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e la necessità di un governo coeso che porti a termine la legislatura. C'è ancora chi riesce a dire cose del genere senza lasciarsi scappare da ridere. A parte l'inconsistenza logica del ragionamento secondo il quale se un Consigliere del gruppo misto non vota come piace alla maggioranza, allora il gruppo misto non esiste più, nella lettera inviata dal Presidente del Consiglio ai due consiglieri transfughi si prefigura, come ben ha evidenziato anche il consigliere De Benedet nel corso della seduta, una intollerabile prevaricazione, una forma di violenza ingiustificata (Fenos) che non può essere sottaciuta, né derubricata come improvvido accesso isterico. E' un fatto grave, che giustifica ampiamente la richiesta di revoca avanzata in Consiglio. Il consigliere Segalla ha richiamato un comunicato stampa del 26/11/2011, con cui la propria lista già esprimeva forti perplessità sulle doti di equilibrio arbitrale del Presidente del Consiglio designato. Chi frequenta le assisi consiliari ha modo di rendersi conto di persona di come vanno le cose. I consiglieri della Coesa Maggioranza forse sono troppo distratti. O forse sono troppo pervasi da quel senso di responsabilità che li costringe a rimanere al loro posto fino al termine della legislatura. Per il bene dei cittadini, ovviamente.
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