Il fascino delle divise.
Nel giardino che dà sul retro del condominio c'è uno scoiattolo che gioca con due gazze ai piedi di un platano. Paiono tutti e tre interessati a qualche bocconcino che riescono a vedere soltanto loro. Oppure hanno soltanto voglia di divertirsi. Non è una lotta. Si direbbe piuttosto una danza. Fatta di balzi e saltelli, tentativi di approccio e ritirate. La mattina del mio secondo giorno a Londra inizia così. Ieri, per celebrare l'ingresso nella primavera astrologica, mi sono concesso prima un viaggio aereo e poi, all'arrivo, uno dei celebri taxi londinesi, che da Victoria Station mi ha rapidamente condotto fino al mio temporaneo rifugio di Pimlico e ho subito recuperato a terra una moneta da un paio di sterline. Un inizio benaugurante Da Stansted ancora una volta mi avvalgo del comodo bus Terravision. Un tappeto di gialli narcisi ingentilisce il percorso, rendendo più gradevole perfino l'autostrada. I britannici interpretano a modo loro la primavera. Refoli d'aria fredda minacciano di peggiorare il raffreddore che mi porto dall'Italia. Cielo a tratti nuvoloso, generalmente coperto, con qualche sprazzo di luce solare. Dopo la mia prima visita di qualche mese fa, decisi che dovevo ritornare, per un soggiorno di più ampio respiro, che mi concedesse di apprezzare meglio la città. Una civiltà si riconosce anche nei taxi. Intanto la loro tipica forma, quasi un marchio, che consente anche al turista più sprovveduto di individuare facilmente un vettore autorizzato e sicuro. Una volta all'interno, si scopre che il guidatore è separato (e protetto) dai passeggeri retrostanti da una parete vetrata, sulla quale è fissato un terminale POS per consentire il pagamento con carte di credito e debito. Lo spazio per i viaggiatori è sufficientemente ampio da potersi portare al seguito anche i propri bagagli, velocizzando le operazioni di salita e discesa. E' così disdicevole copiare le best practises? Il tempo di sistemare le cose nell'appartamento e uscire a fare un po' di spesa, e la giornata se n'è andata, costringendo a rimandare ogni velleità turistica. Abbandonato lo scoiattolo e le sue compagne di gioco al loro divertimento, decido di provare un altro dei celebri mezzi di trasporto londinesi e salgo sul bus della linea 24 diretto verso Victoria. Un classico bipiano, ma accessoriato con tutta la tecnologia necessaria e il comfort di un salottino viaggiante. Mi ero riproposto di assistere al cambio della guardia a Buckingham Palace, ma siccome fino alla fine di marzo la cerimonia ha luogo a giorni alterni, oggi è il giorno no, per cui ripiego sul Museo delle Guardie, dove, ad ogni buon conto, acquisto il DVD che ne custodisce il cerimoniale, così da potermelo rivedere a casa con tutta tranquillità. Lo stesso DVD lo avevo visto in vendita anche allo shop delle Royal Mews (le scuderie), dove però costava esattamente il doppio. Del resto, considerati i prezzi delle porcellane esposte, anche ai souvenir più economici bisogna garantire uno standing adeguato. Un giovane e biondo reale commesso dello shop, vedendomi interessato a una teiera da qualche centinaio di sterline, si offre di aiutarmi, illustrandomi le tecniche decorative del manufatto e i materiali impiegati (oro vero) e mostrandomi la trasparenza che la pregiata fattura consente di apprezzare. Mi limito ad un peluche. Un tenero cucciolo di corgie. Nel Museo delle Guardie quel che colpisce prima di tutto sono i manichini che hanno indosso le meravigliose uniformi dei cinque diversi reggimenti di Foot Guards, nelle loro numerose declinazioni. Tamburi istoriati e una selva di decorazioni affollano le sale del piccolo museo, che espone in una agile cronistoria gli eventi bellici che hanno visto protagonisti questi soldati, dalle origini ai giorni nostri. Anche la Household Cavalry ha un suo piccolo e affascinante museo. Lo scopro nel corso di una passeggiata che dalla piazza del parlamento mi porterà verso Trafalgar Square, quando vedo i capannelli dei turisti assiepati attorno a due sentinelle a cavallo ferme nelle loro garitte extra-large. Scoprirò poi che questi sono i boxmen, che hanno turni di un'ora e montano la guardia fino alle quattro del pomeriggio. Due grandi cartelli affissi a fianco delle garitte avvertono che i cavalli possono mordere e scalciare. Anche questa piccola esposizione ha il suo fascino, piena di cimeli e aneddoti curiosi. L'ispezione delle 4 del pomeriggio si tiene ogni giorno da quando la regina Vittoria scoprì a quell'ora le guardie ubriache e intente a giocare a dadi. L'orologio del torrino riporta un segno nero in corrispondenza delle due, per commemorare l'ora in cui fu ucciso re Carlo I nel 1649. Quando Lord Zetland lasciò il reparto, tralasciò di offrire alla mensa ufficiali il tradizionale dono di commiato. Richiesto di come intendesse rimediare, il ricco nobiluomo rispose: ”Oh, buy a piece of silver and put it on my bill”. I commilitoni non se lo fecero ripetere due volte e commissionarono la realizzazione di un enorme e massiccio centrotavola in argento, talmente pesante (e costoso) che per sollevarlo sono necessari quattro uomini. Uscito dal museo proseguo a piedi verso Trafalgar Square e poi più su, fra librerie antiquarie e passanti frettolosi, fino a riprendere il fido bipiano della linea 24 che mi riporterà a casa.
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