The Tower of London – Il fascino della storia.
Si pranza nella caffetteria della Torre con un paio di fette di torta (imperiali) e cappuccino da mezzo (ustionante). Due deliziosi cestelli ricolmi di chicchi d'uva completano il menu. Il banconiere in servizio al bar riscuote il dovuto sovrastato da un timpano che sta alle sue spalle, istoriato con altorilievi lapidei e recante le insegne araldiche reali (il leone e l'unicorno, rampanti). La sala è ampia e confortevole, con pilastri ottagonali in legno d'epoca che sorreggono il soffitto. La sensibilità mercantile dei sudditi di Sua Maestà si rivela anche qui in tutta la sua efficienza. Nel mio immaginario di ragazzino già appassionato di storia e facilmente impressionabile da fumetti e film in costume, la Torre di Londra era una lugubre prigione destinata a custodire condannati di rango. In realtà si tratta di un complesso fortificato che affonda le sue origini attorno all'anno Mille, successivamente ampliato, rimaneggiato e ricostruito nel corso del tempo, a seguito di rovinosi incendi e bombardamenti. Da un paio di secoli è diventato luogo di attrazione per i turisti, fino a essere trasformata in una sorta di parco divertimenti di alto livello. Il biglietto d'ingresso è commisurato al lignaggio: 24 sterline e 50, che fanno all'incirca 30 euro. Una volta entrati, però, vi si può trascorrere l'intera giornata. Si inizia il percorso con un tour guidato da un Beafeater (i celebri custodi della Torre, nelle loro coreografiche uniformi), per poi ammirare i gioielli della Corona, che sono qui custoditi in uno degli edifici di fronte al quale stanno di sentinella un paio di soldati (oggi tocca alle Scots Guards, col loro colbacco in pelle d'orso). Nei diversi edifici del complesso si trova esposto di tutto un po'. Armi e reali armature del XVI e XVII secolo, cannoni, bombarde e moschetti. La giovane coppia di inglesi conosciuta a San Leo lo scorso inverno mi aveva caldamente raccomandato di visitare la Torre, segnalandomi il seguente avvenimento. Il 2014 ha rappresentato per il Regno Unito il centenario dell'inizio della I Guerra Mondiale. L'attaccamento degli inglesi per le commemorazioni, la tradizione, il ricordo e la celebrazione trova esempi in tutta la città. Lo scorso anno un artista locale ebbe l'idea di confeziona dei papaveri rossi in terracotta per ricordare i caduti di quell'inutile strage (ho scoperto poi che le corone di fiori che noi usiamo deporre sui monumenti, qui vengono preparate con papaveri rossi, finti, per resistere più a lungo alle intemperie). Con l'aiuto di innumerevoli altre abili mani, ne furono prodotti più di 888 mila, tanti quanti furono i caduti durante quel conflitto, che vennero poi disposti sullo spazio verde ai piedi delle mura fino a coprire interamente il terreno. Passeggiando sul cammino di ronda si gode di una vista spettacolare sullo skyline cittadino e sul Tower Bridge, altro simbolo della capitale. Scolaresche indigene e famigliole con figlioletti al seguito affollano ogni spazio dall'alba al tramonto. Sotto lo sguardo vigile e bonario degli yeoman.
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