”Ab Autarchia Imperium”. Così recita il motto iscritto nella lista del primo stemma araldico di Torviscosa, una delle “città di fondazione” sorte in Italia negli anni trenta del secolo scorso. Più di 5.300 ettari, là dove la terra friulana si confonde col mare. Una volta completata la bonifica di vaste zone paludose da destinare alla coltivazione della canna gentile, meno di un anno fu sufficiente per creare dal nulla un imponente complesso industriale destinato a produrre cellulosa e contribuire così allo sforzo teso a rendere autosufficiente il Paese, a dispetto delle inique sanzioni. Nel 1938, assieme alla fabbrica, venne inaugurata la cittadina che doveva ospitare qualche migliaio di operai, quadri e dirigenti aziendali, con le rispettive famiglie.
”Soltanto pochi mesi or sono questo territorio aveva l'aspetto di una landa semideserta; dopo pochi mesi di lavoro è sorto uno stabilimento che si può annoverare fra i più grandiosi d'Italia e forse d'Europa”Oggi l'area esterna dello storico impianto industriale è stata aperta per la prima volta alle visite del pubblico. I curiosi sono tanti e si susseguono in gruppi guidati da turistici chaperon come scolari diligenti, ciascuno col suo elmetto protettivo colorato. Sono arrivate le autorità politiche e civili, si tengono convegni. Il ministro dell'ambiente promette 32 milioni di euro per risanare il sito inquinato. Lino ringrazia i quattro foresti che hanno ascoltato le sue storie con avida pazienza, stringe la mano a tutti con un sorriso e inforca la bici per tornare a casa.
(dal discorso inaugurale di Benito Mussolini, 21 settembre 1938)
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