e le note vengono aggiornate di quando in quando)
martedì 29 dicembre 2015
Il fascino della ceramica (2)
Il trenino che da Chivasso sale ad Aosta attraversa la rupe che fa da basamento al Forte di Bard. Ne violava le viscere con nonchalance anche quando riaccompagnava gli AUC in rientro alla SMALP dalle rarissime licenze ed è proprio da quelle carrozze che ho intravisto il profilo maestoso del Forte per la prima volta. Nel corso dei miei due viaggi in Canavese, sulle orme degli Olivetti, sono salito a esplorarlo ancora, e nel negozio di prodotti artigianali ospitato lungo i camminamenti ho incontrato LEI. Questa Madonna con Bambino nei toni del rosso dal pathos magnetico. Stava appesa a una parete del negozio fra un S. Giuseppe e un S. Giorgio di identica mano. Ho indugiato a lungo per decidere quale dei tre portarmi via. Ero indeciso fra LEI e il S. Giorgio, altrettanto splendido. Poi ho pensato che soltanto LEI poteva inserirsi solennemente nella mia piccola collezione di Madonne con Bambino da parete e ho scelto. Pensavo di avere completato il mio album di ricordi e ceramiche, ma non avevo tenuto conto di LEI. E nemmeno dei presepi. Quello preso a Cortona, bicolore,
domenica 27 dicembre 2015
Il fascino della ceramica
Oggi ho finalmente appeso a una parete della mia camera da letto le due farfalle di Mirta Morigi, acquistate a Faenza quasi un anno fa. L'occasione per ritornare in Romagna fu un tentativo di riunire ancora una volta, a distanza di lustri, “Quelli della Brotzky”. Quasi tutti colleghi di lavoro (un solo disertore), con le rispettive consorti, con cui avevamo trascorso sei indimenticabili mesi in una indefinibile pensione di via del Corso, a Roma, agli esordi della nostra esperienza professionale. Il rendez-vous saltò, ma a Faenza volli tornarci lo stesso. La prima volta fu nel 2007, in occasione di un festival musicale, il Meeting di Etichette Indipendenti. Scoprii incantato il museo della ceramica, già vasto e meraviglioso a quell'epoca. Oggi gli spazi espositivi sono praticamente raddoppiati, in seguito all'acquisizione di un vecchio opificio adiacente al museo, che dopo anni di lavori ospita finalmente nuove opere d'arte. Nel 2007 il laboratorio della Mirta era chiuso,
domenica 20 dicembre 2015
I custodi dell'acqua
Appena spento il motore lo avverti subito, una volta fuori dall'auto, il carattere autentico della montagna. Dal sapore dell'aria. In comune di Paluzza alla 212° compagnia Alpini d'Arresto del Battaglione Val Tagliamento era affidata la cura di un'opera fortificata che ancora abita le viscere di quelle rocce, con le sue casematte in cemento armato e le feritoie puntate sulla statale. Nome in codice “Torre Moscarda”, dal presidio difensivo del XIII secolo i cui resti ancora incombono sulla Via Iulia Augusta. Oramai la guerra fredda è un ricordo lontano, gli Alpini d'Arresto non esistono più e anche i loro segreti possono essere svelati. A Passo di Monte Croce Carnico un manipolo di volontari si occupa da qualche anno della manutenzione di un altro degli apprestamenti difensivi che rientrava nella nostra competenza e dispiega di nascosto i suoi cunicoli vecchi quanto la Prima Guerra. Ci organizzano delle visite guidate.
venerdì 18 dicembre 2015
Ancora una volta, Montereale!
In Friuli Venezia Giulia la Legge Regionale numero 5 del 2012 assegna contributi per l'avvio di progetti di imprenditoria giovanile tutt'altro che trascurabili. Si arriva a un massimo di 40 mila euro. E l'intervento pubblico è pari al 50% della spesa ammissibile. Emiliano, Francesca, Marianna, Fabio, Abdoullatif, Hassam e Giulia sono i 7 giovani cadetti che hanno colto la sfida dando vita a Friûl Mics. Armati di entusiasmo, intraprendenza e videocamere hanno indagato a modo loro il tema delle migrazioni intervistando attuali e passati viandanti, in arrivo, in partenza e di passaggio dalla nostra regione.
martedì 15 dicembre 2015
Mammaliturchi!
Nella parlata di Montereale si sentono gli echi della Valcellina. Sarà forse a causa della posizione marginale del paese, addossato alle montagne che fanno da quinta alla valle, dove le condizioni di vita hanno sempre richiesto spirito di sacrificio e sviluppato un sentimento di solidarietà diffuso e persistente, sarà per la vivacità culturale che anima il borgo di Mènego Scandella, il mugnaio eretico che per merito di Carlo Ginzburg ha portato nel mondo il nome di Montereale e del Friuli; in ogni caso, l'attivismo di cui danno prova le associazioni di volontariato del paese si è dimostrato ancora una volta esemplare. A Montereale sono ospitati da alcuni mesi 10 migranti in prevalenza africani a cui se ne sono aggiunti di recente altri 13. Al fine di rendere concrete le parole che ruotano ogni giorno attorno alla questione "migranti" e che richiamano concetti di accoglienza e integrazione, i monterealini si sono organizzati, con l'appoggio del Comune, per consentire a queste persone di rendersi utili e prestare servizi alla comunità che li ospita. Ripristino di sentieri e piste ciclabili attraverso la pulizia, lo sfalcio dell'erba e della vegetazione infestante;
martedì 8 dicembre 2015
L'incantesimo dei manoscritti
Queste carte, probabilmente avvolte in rotoli, abbandonarono Gerusalemme nel 1187. L'anno in cui Salah ad-Din la riconquistò all'Islam, concedendo ai cristiani di portarsi in salvo, assieme ai loro arredi. Senza trarre vendetta, lui, principe curdo sunnita, il difensore della vera fede, per il massacro che qualche anno prima quegli stessi cristiani avevano compiuto nella Città Santa, passando a fil di spada in prevalenza vecchi, donne e bambini. (…) L'alito del deserto ha il sapore della sabbia. La puoi avvertire nella saliva, lungo le aride piste della fuga. Mani tremanti hanno affidato questo tesoro al basto di un asino. Assieme ad altri manoscritti, vasellame, ampolle di olio consacrato, qualche reliquia. I profughi sono tutti uguali, nei loro stracci grigi. Anonimi. Prendono quello che possono, oggi come allora. Il poco che gli resta, cui non sanno rinunciare. Lasciano tutto il superfluo. Vita e nome. Si accalcano nella fiumana di vie senza luce, spinti dai molti che tentano di scappare fra scale di pietra e ritorti sentieri. Belare di capre, pianti di madri, urla impietose di soldati che menano alla cieca colpi di nerbo di bue per poter passare per primi. C'è chi singhiozza tendendo una mano. Inascoltato.
sabato 5 dicembre 2015
Il premio Appi
Cordenons rappresenta l'estremo baluardo occidentale a presidio della friulanità. Già nella parlata comune del vicino Capoluogo il veneto la fa da padrone. A dire il vero anche a Udine va così: i cittadini non parlano di certo diffusamente il friulano. Bisogna ricordare che in un passato non troppo remoto i dominatori di questa terra arrivavano da una laguna posta fuori regione e nelle nostre città, vuoi per opportunismo, vuoi per convenienza, vuoi per una più obiettiva praticità, gli abitanti si sono presto convertiti alla lingua dei padroni. Diversamente dal contado, dove la tradizione ha resistito e dura ancora. Della lingua friulana esistono varianti innumerevoli, diffuse a macchia di leopardo. Soltanto per semplificare si usa distinguere i tre macro-gruppi della -a, -e, -o, a seconda dell'uscita del femminile.
venerdì 4 dicembre 2015
La Casa dello Studente
Quando mi aggiro curiosando fra le bancarelle di un mercatino qualsiasi, è inevitabile che mi soffermi più a lungo là dove trovo esposti libri, riviste, fumetti, vecchie cartoline o manifesti. Ognuno ha le proprie preferenze. Quando in questo mio distratto vagabondare riesco a recuperare un pezzetto inaspettato di memoria, alla sorpresa si somma una gran soddisfazione. Così è successo qualche giorno fa, in Contrada Maggiore, a Pordenone, dove ho sfogliato un libretto pubblicato nel febbraio del 1978, “Cent'anni di tempo libero a Cordenons”. Con la sua prosa ironica e pungente Luigi Manfrin esplora in quelle pagine un secolo di memorie folpe, lasciandosi leggere sotto uno sguardo sornione.
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