(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

venerdì 18 dicembre 2015

Ancora una volta, Montereale!

In Friuli Venezia Giulia la Legge Regionale numero 5 del 2012 assegna contributi per l'avvio di progetti di imprenditoria giovanile tutt'altro che trascurabili. Si arriva a un massimo di 40 mila euro. E l'intervento pubblico è pari al 50% della spesa ammissibile. Emiliano, Francesca, Marianna, Fabio, Abdoullatif, Hassam e Giulia sono i 7 giovani cadetti che hanno colto la sfida dando vita a Friûl Mics. Armati di entusiasmo, intraprendenza e videocamere hanno indagato a modo loro il tema delle migrazioni intervistando attuali e passati viandanti, in arrivo, in partenza e di passaggio dalla nostra regione. Ne sono nati dei camei multimediali di una freschezza accattivante che presentano il tema da un punto di vista decisamente alieno, rispetto alle cronache televisive. I 7 di Friûl Mics stanno ora presentando i risultati del loro impegno con un tour che li porta in diverse località delle province di Udine e Pordenone. Il secondo di questi appuntamenti è stato ospitato giovedì 17 dicembre al Circolo ARCI “Tina Merlin” di Montereale Valcellina. Mentre ascoltavo il racconto di Tanbir, diciannovenne di origine bengalese che dopo alcuni anni vissuti a Maniago si è da poco trasferito a Londra, ho provato a chiudere gli occhi. Nella sonorità del suo racconto riconoscevo distintamente l'accento e il modo di esprimersi di Maurizio o di Carlo, giovani figli di un cugino che ho da quelle parti. Il medesimo ritmo, il tono cantilenante delle parole, la “esse” appoggiata; e gli argomenti: il calcio, le ragazze, i progetti per il futuro. Poi ho riaperto gli occhi e ho riconosciuto nella pelle olivastra di Tanbir le sue origini lontane, di giovane musulmano a cui piace la carne di maiale e che non disdegna un tai di neri, ma senza esagerare, quando si trova con gli amici dopo la partita. E ho ascoltato Elisa, classe 1927 e una permanente inappuntabile (si capisce: ha lavorato in una peluqueria [salone da parrucchiera] quando stava in Venezuela). La interroga in friulano il Daniel Samba già visto poco tempo fa alla serata di premiazione del concorso intitolato a Renato Appi, a Cordenons, che riconosce in fretta l'energia della sua interlocutrice e rimane sullo sfondo, lasciando che Elisa lo travolga con tutta la verve delle due quarantenni che si nascondono in lei. In Val d'Arzino c'è un borgo intitolato al santo che parlava agli animali, un luogo incantevole in cui mi sono ritrovato inaspettatamente qualche anno fa dopo essermi perso mentre cercavo la strada di casa. Al richiamo del tetto natio Davide non ha saputo resistere, e dopo aver lasciato la valle per ragioni di studio e di lavoro, vi ha fatto ritorno con l'intento di mettervi radici. Ora cerca di sopravvivere, dividendo le sue giornate fra l'osteria che ha rilevato dai genitori e il lavoro in consiglio comunale. Gente che arriva, gente che parte, gente che ritorna. La nostra terra ha un rapporto di consuetudine antica con le migrazioni. Di volta in volta area di transito per i popoli in cammino, ospite avara che costringe a partire, miraggio di speranza per chi fugge dal terrore. La tradizione di civiltà che ci rende accoglienti, generosi e solidali nel momento del bisogno, non può essere offuscata da reazioni isteriche e scomposte, per quanto isolate. I 7 di Friûl Mics, attraverso un approccio naturale e sereno, forse corrono davvero il rischio di contagiarci, con la loro normalità.

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