(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

venerdì 4 dicembre 2015

La Casa dello Studente

Quando mi aggiro curiosando fra le bancarelle di un mercatino qualsiasi, è inevitabile che mi soffermi più a lungo là dove trovo esposti libri, riviste, fumetti, vecchie cartoline o manifesti. Ognuno ha le proprie preferenze. Quando in questo mio distratto vagabondare riesco a recuperare un pezzetto inaspettato di memoria, alla sorpresa si somma una gran soddisfazione. Così è successo qualche giorno fa, in Contrada Maggiore, a Pordenone, dove ho sfogliato un libretto pubblicato nel febbraio del 1978, “Cent'anni di tempo libero a Cordenons”. Con la sua prosa ironica e pungente Luigi Manfrin esplora in quelle pagine un secolo di memorie folpe, lasciandosi leggere sotto uno sguardo sornione. La prima parte del libro si conclude con un capitolo dedicato alla Casa dello Studente, che oggi conosciamo come Centro Culturale Aldo Moro. I gradoni dell'auditorium li ho visti crescere uno a uno dalle finestre delle aule di disegno della professoressa De Carli quando, ragazzino, mi chiedevo con avida curiosità che cosa stessero costruendo là in fondo. Da quel capitolo traggo un estratto che mi piace condividere con i miei scarsi lettori.
Non più via Traversagna. Traversagna suona male, e poi è fuori tempo, un anacronismo: mi ricorda quelle stradine (privatissime), fatte di donne sulla roggia e tante ortiche, che imbroccavamo per andare al catechismo, quando si era in ritardo, scavalcando aiuole e infilando reticolati dentro la camicia: fatti veloci dall'abbaiare dei cani e dalla paura, tanta, che ci impartiva il cappellano. Mi sentivo un ladro: rubavo le strade altrui. Traversagna, basta: è anche fuori luogo. Era un viottolo che si prendeva in elemosina dai Brascuglia per tagliare verso Romans-di-Mezzo, quando Berta filava. Un bìgolo di strada. Nell'era del cinema, poi, i morosi che rincasavano vi si trattenevano un momento per dire ciao: e l'hanno allargata, sensibilmente. Oggi non è più una traversagna. Con la scuola media dei settecento a tempopieno e la Casa dello Studente in avanzata fase di costruzione, fra un paio d'anni sarà il centro culturale del paese, l'asse di un grosso motore che già ora muove varie iniziative: tavole rotonde, conferenze di cultura, spetacoli teatrali e musicali, mostre di pittura, di fotografia ed altro. Qualche volta la utilizzano anche per tenere il Consiglio comunale aperto. Ed in palestra si alternano centiaia di ragazzi e di adulti per la ginnastica e gli allenamenti preparatori, fino a notte. Traversagna dunque ancora per poco: poi bisognerà trovarle un nuovo nome.

[…]

Un sipario, di velluto questa volta, si alza sulla Casa dello Studente: la scena dunque è cambiata: allo spontaneismo entusiasta ma sempre precario del primo secolo di tempo libero subentra, chiamato dalle svolte della politica e dalle nuove forze sociali e culturali, il congegno, la macchina organizzativa del Comune, che garantisce la sicurezza dei locali e facilita incontri, scambi iniziative. Le attività culturali e ricreative di Cordenons, è facile previsione, faranno capo a quella sede. Più difficile prevedere se esse conserveranno l'impronta che le ha finora caratterizzate e se sapranno essere “cordenonesi” anche nel più vato mare delle novità crescenti e nel diverso ruolo che ogni comunità gioca in un contesto che ogni giorno si sprovincializza e ogni giorno si fa più complesso e dinamico.

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