(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 1 giugno 2016

La fabbrica del riciclo

L’idea di organizzare un’area destinata a gestire il riuso dei materiali ingombranti ancora utili all’interno dell’eco centro di via Chiavornicco è un’iniziativa scaturita dalla felice esperienza delle assemblee di quartiere organizzate qualche anno fa. La necessità di ridurre la massa di rifiuti che quotidianamente produciamo si coniuga certamente con l’obiettivo di ridurre i costi di raccolta e smaltimento che gravano sull’intera comunità, ma realizzare una “Fabbrica del riciclo” significa anche generare ricchezza e utili occasioni di impiego, gestibili sotto forma di auto-imprenditoria e con la creazione di cooperative. Fra gli oggetti che vengono conferiti in discarica ci sono abiti, elettrodomestici e mobili spesso ancora suscettibili di utilizzo, previo “ricondizionamento”; si possono reinventare complementi d’arredo, riparare biciclette, recuperare libri e oggetti da avviare a mercatini dell’usato.

lunedì 30 maggio 2016

Una strana idea di trasparenza


S’intitola significativamente “Silenzio di Stato”. E’ un dossier prodotto nell’aprile del 2013 da Diritto di Sapere (questo il link: http://www.dirittodisapere.it/progetto/) e Access-Info Europe (https://www.access-info.org/) e riepiloga i risultati del primo studio di monitoraggio sull'accesso all'informazione della Pubblica Amministrazione in Italia (il documento si può trovare su www.cordenonstrasparente.org). Per quella che è la mia pluriennale esperienza nei rapporti con gli uffici pubblici di ogni livello, i risultati di questo progetto, per quanto disarmanti, non sono una sorpresa. Ho sperimentato più volte quanto accade nel 70% dei casi (secondo i risultati del monitoraggio), ossia, la mancanza di risposte da parte della Pubblica Amministrazione interpellata. Che quando ci si rivolge a un ufficio pubblico non si ottenga soddisfazione 7 volte su dieci è già di per sé un dato inaccettabile. Diventa decisamente intollerabile che oltre la metà di quel risultato (65%) sia formato da risposte non date.

venerdì 27 maggio 2016

La Banca del tempo

"Una nuova forma di solidarietà. Non però basata sul principio classico del volontariato che vuole il dono a senso unico. La Banca del Tempo è un'invenzione sociale che si fonda su un rapporto di convenienza con gli altri soci pattuito fin dall'inizio (…) La Banca del Tempo è già una realtà in due comuni del Friuli Occidentale: Cordenons e San Vito al Tagliamento." Così scriveva Il Gazzettino l'11 ottobre 1997. Risale a quei giorni il primo esperimento Banca del Tempo a Cordenons. Alla serata di presentazione, nella sala Appi del Centro Culturale, il pubblico era numeroso e al termine degli interventi fioccarono le adesioni a questa inconsueta realtà associativa. "La Banca del Tempo è un luogo nel quale, sul modello di uno sportello bancario, si può depositare tempo che si ritirerà nel momento del bisogno (...) L'unità di scambio è l'ora, che ha valore in quanto tempo impiegato e non in relazione all'attività svolta".

domenica 22 maggio 2016

Odissea telefonica

Il rapporto di ciascuno di noi con le grandi aziende fornitrici di servizi è ormai caratterizzato da relazioni frustranti: in genere la grande organizzazione si trincera dietro muri di gomma costituiti da anonimi call-center e non rende noti indirizzi mail con i quali comunicare più agevolmente: ci si limita a una comunicazione univoca, dal centro alla periferia, sfuggendo al contraddittorio. E’ un problema di trasparenza e correttezza commerciale di fronte al quale non ho mai piegato la schiena. Dopo che mia madre mi aveva ripetutamente sollecitato a verificare le bollette telefoniche che, a suo dire, da qualche tempo erano lievitate malgrado lei non utilizzasse il servizio, ho dovuto rinunciare al mio scetticismo e le ho dato retta. Mi sono così trovato di fronte a una sgradita sorpresa. Questo succedeva verso la fine dello scorso anno. Svolte alcune rapide ricerche in rete per capire che cosa fosse capitato, il 14/1/2016 ho inviato a TIM la seguente comunicazione via p.e.c.

domenica 15 maggio 2016

Esploratori

In Congo è un personaggio illustre, tanto che a scuola se ne studiano le gesta e il suo nome venne attribuito all'insediamento francese che diverrà poi la capitale dello stato africano. Con l'intento di eliminare ogni residuo di colonialismo, qualche anno fa il governo locale propose di sostituire il nome della città con un toponimo autoctono, ma un largo dissenso della popolazione costrinse le autorità a desistere dal loro proposito. Pietro Savorgnan di Brazzà è un esploratore friulano vissuto a cavallo fra Otto e Novecento, passato alla storia per essere un colonialista sui generis in virtù dei suoi metodi non violenti e della sua repulsione verso lo sfruttamento delle terre conquistate. A Moruzzo, nell'incanto del Friuli collinare, esiste dal 2011 un museo dedicato all'intrepido esploratore, con relativo sito web (www.castellodibrazza.com) ricco di informazioni. Fu ancora una volta la stalla dei Colonos che mi permise di conoscere i discendenti di questa nobile famiglia, che tanto stanno facendo per onorare la memoria del loro antenato, e la storia di Pietro.

giovedì 12 maggio 2016

Innovazione e ricerca in Friuli Venezia Giulia

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nel suo rapporto annuale “Economia e finanza dei distretti industriali”, pubblicato a dicembre 2015, dedica un approfondimento al Cluster BioHighTech della nostra regione, ricordandoci che:
Il Friuli-Venezia Giulia rappresenta una regione particolarmente ricca di istituzioni scientifiche e capitale umano vocato alla ricerca. Nella Regione sono presenti due università (Trieste e Udine), la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), centri di ricerca pubblici e privati, tra cui due istituti del CNR, il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (ICGEB, sostenuto da 60 paesi ed è dedicato alla ricerca in ambito biomedico, farmaceutico ed ambientale), l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e l’Elettra Sincrotrone Trieste. Sul territorio regionale sono inoltre stati realizzati ben quattro parchi scientifici (AREA Science Park, Friuli Innovazione, Polo Tecnologico di Pordenone e Innova FVG), che costituiscono un sistema integrato dedicato al trasferimento tecnologico.

mercoledì 11 maggio 2016

Cordenons - Elezioni Amministrative - 5 giugno 2016

In attesa che mi arrivi la versione cartacea, da distribuire porta a porta, agli amici online metto a disposizione il mio volantino "web style", sfogliabile. Per la gioia di tutti.

domenica 8 maggio 2016

Vicino/Lontano 2016

Quando arrivo alla stazione ferroviaria di Udine, percorrendo il sottopasso che mi dovrebbe portare sull'altro lato della strada vengo accolto da un cancello che sbarra il passaggio in tutta la sua larghezza. Vi sono appesi due cartelli che indicano gli orari di chiusura della barriera: dalle 19:30 alle 6:00. Come sa chi legge i quotidiani locali, quel sottopasso negli ultimi mesi è stato trasformato in dormitorio di emergenza dai numerosi profughi in arrivo nella città friulana. L'azione oltremodo inefficace delle istituzioni preposte a gestire l'ordine pubblico ha fatto sì che per lungo tempo le vie e i giardini udinesi diventassero un disperato bivacco per questi fuggitivi e il sottopasso della stazione offriva loro un più accogliente riparo notturno nei giorni più freddi o piovosi. Quando la politica rinuncia ad affrontare i problemi, evidentemente si lascia spazio al fai da te.

venerdì 6 maggio 2016

In direzione ostinata e contraria

Oggi ho incontrato un cardiologo per uno di quegli esami di routine con dei nomi complicati, che alla fine si risolvono in quattro e quattr'otto. Sentendolo parlare ne ho riconosciuto l'accento. Emiliano? - dico. Romagnolo, puntualizza lui. Il dottore è di Riccione. Gli chiedo come mai dalla sua bella riviera ha deciso di trasferirsi fra le brume padane. Le vie della Provvidenza, mi risponde. Al termine della visita mi segnala che oggi in ospedale c'è la giornata dell'igiene delle mani (in verità, facendo poi una rapida ricerca online scoprirò che si tratta della Giornata Mondiale dell'igiene delle mani). Ah, dico, come sosteneva il dott. Semmelweis. Il pur anziano cardiologo si mostra dubbioso e interessato. Non comprende il nome che pronuncio. Semmelweis, ripeto. A metà dell'Ottocento sulla base delle proprie osservazioni questo giovane medico ospedaliero viennese era arrivato alla conclusione che i problemi di setticemia che decimavano le puerpere ospitate nel proprio reparto potevano essere risolti se i chirurghi si fossero semplicemente lavati le mani più spesso.

martedì 3 maggio 2016

Il vigile urbano coi baffi a manubrio

Era una presenza bonaria e rassicurante, malgrado l'aspetto potesse incutere qualche timore a noi ragazzini. Con quei baffoni a manubrio percorreva in bicicletta le vie del paese e dispensava sorrisi. Non ne conoscevamo il nome. Per tutti era il Baffo. Durante le vacanze scolastiche assieme a un mio compagno di giochi e avventure, come me appassionato lettore di fumetti, ci eravamo organizzati per vendere alcuni degli albi delle nostre collezioni. Per alcuni anni, verso la metà di giugno, quando ormai le lezioni erano terminate, sistemavamo alcune cassette per la frutta capovolte lungo un tratto di marciapiedi della via Sclavons, all'incrocio con via Boccaccio, e per due settimane improvvisavamo la nostra piccola attività mercantile.

mercoledì 13 aprile 2016

Ciao, Nilo

Lo avevo sentito al telefono un paio di settimane fa. Nilo non era tipo da perder tempo in cerimoniosi convenevoli. Mi aveva detto che non stava bene. Per niente. Ho capito che diceva sul serio. Abbiamo dovuto concludere in fretta la telefonata. E oggi ho saputo che Nilo è andato avanti. Lo avevo conosciuto dieci anni fa e da allora ho goduto della sua amicizia, della sua ironia, della saggezza di vita che dispensava col sorriso sulle labbra. Ogni volta che lo andavo a trovare era per me un'iniezione di entusiasmo, una carica di energia, un malloppo di "compiti per casa". La volta successiva, poi, Nilo non si dimenticava di verificare se avevo dato seguito agli incarichi ricevuti, anche a distanza di mesi. Nel 2006 mi ero messo in testa di organizzare la presentazione di un libro, DNA Alpino, e avevo bisogno di un "testimonial", un ospite di calibro.

lunedì 11 aprile 2016

IJF16 - Cinque


La mattinata dell'ultimo giorno di Festival si rivela ricca di succulente sorprese. Il primo panel (anglismo da festival) cui assisto tratta di trasparenza. E, già dal promo che viene proiettato in loop in attesa che si inizi a parlare, la situazione pare piuttosto chiara. Secondo una recente rilevazione, sette volte su dieci chi vuole ottenere un'informazione che è in mano allo Stato non ottiene ciò che chiede. Sette volte su dieci. L'Italia è uno dei Paesi meno trasparenti al mondo (viene citata una classifica che ci colloca al 97simo posto su 102...). Devo dire che, nella mia personale esperienza, avevo già avuto parecchie dimostrazioni di come quanto affermato dagli organizzatori del panel fosse veritiero,

sabato 9 aprile 2016

IJF16 - Quattro


Il Nobile Teatro del Pavone era luogo deputato al sollazzo dell'aristocrazia perugina. Il Morlacchi era riservato alla borghesia. Poi c'è quell'altra squisitezza che la città stellata offre all'insaziabile visitatore. Al Teatro della Sapienza va in onda un video che racconta la (breve, ma assai intensa) storia di un giovane ebreo americano. Un piccolo genio, che impara a leggere a tre anni, fra lo stupore dei genitori, poi si dedica alla programmazione e, da ragazzino qual era, collabora con Tim Berners Lee, l'inventore del web. Aaron Swartz arrivava a malapena al leggio, ma non appena apriva bocca in un congresso specialistico, gli astanti lo ascoltavano ammirati. Mentre sua madre continuava a domandarsi come fosse possibile che un adolescente brufoloso riuscisse a catturare l'attenzione di un pubblico adulto fatto di tecnici esperti.

IJF16 - Tre

Per la serie: una ciliegia tira l'altra. Al termine della visita al laboratorio delle vetrate artistiche, la mia raffinata anfitriona mi raccomanda di far due passi fino al museo-laboratorio tessile di un'amica sua. Laboremos jucunde, recita il sottotitolo del volantino. Arrivarci non è proprio una passeggiata... Partendo dall'Arco Etrusco, m'inerpico su corso Garibaldi e lo percorro per intero fino in fondo, per poi scendere da via Faina alla ricerca di quest'altra prelibatezza. Prendi una chiesa del XIII secolo, primo insediamento francescano in città, completa del suo bel campanile, mettici alcuni telai meccanici jacquard della prima metà dell'Ottocento, aggiungi la tenacia di una dinastia femminile determinata a portare avanti una tradizione antica, lottando con ispettori dell'INAIL e gli studi di settore, e il gioco è fatto. La mia giovane ospite mi dà una veloce dimostrazione di come funzionano questi vecchi telai alimentati da schede perforate di cartone, lasciandomi libero di curiosare nell'ampia... navata dello stabilimento. Non senza ribadire

giovedì 7 aprile 2016

IJF16 - Due

”C'è un filo rosso che unisce la memoria all'attualità e che la ricomprende attraverso sguardi, atteggiamenti e pratiche quotidiane. Una Resistenza che non può essere compresa solo nel suo quadro storico, memore di forme di lotta a cui tutti dobbiamo la nostra storia, ma che deve essere inquadrata anche nel presente, quotidiano tradimento ai valori di libertà che la Resistenza stessa reca in sé. Partendo da questo quotidiano, fatto di dissenso e di resistenze al reale, anche attraverso il cinema cerchiamo di rispondere alle nuove forme di espressione. Ecco che nel mese di Aprile il nostro mosaico cinematografico nasce dalla resistenza partigiana con Rino la mia ascia di guerra, per indagare il conflitto civile spagnolo che, ottanta anni dopo, con Barcellona ferita aperta e Tierra y Libertad ci ricorda ancora il ruolo strategico dei fascisti italiani nella dittatura di Francisco Franco, per poi fondersi con il presente delle nuove forme di oppressione che ogni giorno ci interpellano: dal dramma dei migranti in Resist against Europe with borders, al mondo dei rom e della loro ghettizzazione ne I ricordi del fiume, per approdare infine alla situazione delle carceri e dei detenuti con il progetto Le nuvole.”

mercoledì 6 aprile 2016

IJF16 - Uno

Mai dar retta a un ufficio turistico. Sono di norma disinformati e praticano l'arte del depistaggio. E' almeno da dieci anni che frequento Perugia con una certa regolarità. Del laboratorio di vetrate artistiche di via Fatebenefratelli sapevo da una bellissima guidina che acquistai in una delle mie prime visite al capoluogo umbro. Non ero mai riuscito a visitarlo, però. Fino ad oggi. La signora dell'ufficio turistico mi conferma che al laboratorio si accede soltanto in gruppo, con una visita guidata, a seguito di prenotazione. Non è vero. Forte della mia cocciutaggine, stamane ci sono andato lo stesso e ho scoperto che il martedì e il mercoledì ci si può entrare anche senza essersi intruppati in un gruppo. E ho goduto di una visita guidata tutta per me. La casa è un edificio storico appartenente in origine alla famiglia Baglioni. Si salvò dalla demolizione del Sangallo perché era fuori dal perimetro di costruzione della Rocca Paolina.

sabato 19 marzo 2016

Vedi Napoli e poi... torni! (6)

Il mio viaggio di rientro da Napoli coincide con la Festa del papà. Fortunatamente sono riuscito ieri, a Marechiare, a mangiarmi 4 zeppoline 4, così da poter dire che almeno uno dei tanto magnificati dolci l'ho assaggiato (niente babbà, niente sfogliatelle, non una porzione di pastiera e nemmeno un roccocò: conto di recuperare la prossima volta, senza dover attendere più alcuni lustri). Il primo viaggio estivo che feci con Luca ebbe come meta il Chianti e risale al 1996. Ho già osservato che quest'anno è ricco di anniversari... In quel tempo non c'erano smartphone collegati H24 all'iperspazio, non avevo il navigatore e nemmeno un telefono cellulare. Luca arrivava in treno da Milano. Avevamo pianificato di trovarci alla stazione ferroviaria di Incisa Valdarno, dove io arrivai in auto con un quarto d'ora d'anticipo.

Vedi Napoli e poi... torni! (5)

Il brivido dell'imprevisto, giungendo questo inaspettatamente, riserva sempre intriganti sorprese. Volevo semplicemente prelevare dei quattrini al bancomat della vicina filiale della Banca. Entrambi i cash dispenser sono inservibili e un avviso scoraggia gli avventori. Saprò da un cliente in attesa che sono stati messi fuori uso da malintenzionati che volevano forzarli. Vabbè, preleverò allo sportello. La filiale è una di quelle “leggere”, dove ci sono soltanto due casse: una collega è impegnata con non si capisce bene quale problema anagrafico, mentre l'altro negozia una cessione di valuta con un giovane cliente schizzinoso sul cambio. Quando arriva il mio turno sfodero il bancomat e il tesserino del personale, avvisando che sono un collega. Bisogna verificare la corrispondenza del documento d'identità, ma noi non abbiamo accesso all'anagrafe di gruppo, dice la gentile signora: devo sentire il gestore.

giovedì 17 marzo 2016

Vedi Napoli e poi... torni! (4)

E se la sera piove, è il sagrato della "Basilica Reale Pontificia" di S. Francesco di Paola, il monumentale tempio che sorge appetto al Palazzo Reale di piazza Plebiscito, che si trasforma in campo di calcio per i ragazzini, dove le pallonate sul portale risuonano per tutto il porticato a causa dell'acustica dei marmi. In questi giorni il tempo è piuttosto instabile. Meglio uscire sempre con l'ombrello al seguito. Infatti io ieri sera l'avevo scordato nel ristorante di via S. Lucia, ma fortunatamente poi l'ho recuperato. La vigorosa brezza marina consiglia di proteggere la gola con un'ampia sciarpa e il capo con un berretto. Nella piazzetta antistante l'ingresso della funicolare di via Toledo alcuni operai della FIAT hanno appeso dei comunicati stampa di protesta, in cui rivendicano libertà di espressione, di satira e di critica.

Vedi Napoli e poi... torni! (3)


La sera in piazza Plebiscito i ragazzi giocano a pallone. La sontuosità delle architetture e il rigore scenografico degli edifici riacquistano così un sapore più paesano e vissuto. In un qualsiasi anonimo borgo di periferia, se soltanto si pensa di riconsegnare ai cittadini una piazzetta anche molto meno rappresentativa, liberandola dalle auto, il popolo dei suv insorge. Quando diedi un'occhiata al sito internet del b&b che mi ospita, pensai che il suo nome si pronunciasse all'inglese e immaginai improbabili richiami ai supereroi dei cartoni giapponesi degli anni '80. Goldrake e Jeeg, robot d'acciaio, invece, non c'entrano granché.

mercoledì 16 marzo 2016

Vedi Napoli e poi... torni! (2)


La spremuta di melograno, consumata ai tavolini di fronte all'Orientale, sta diventando un rito quotidiano. C'ero stato ieri, di ritorno dalla Cappella Sansevero, e ho replicato oggi, rientrando da S. Gregorio Armeno. La mattina riparte da piazza Bellini, con quell'angolo di Parigi in pieno centro di Napoli. Seguendo i gorgheggi di un'aspiratne soprano, che provenivano dal Regio Conservatorio di Musica, mi avvio verso via Tribunali. Il decumano maggiore della città antica. Le cavità sotterranee hanno un fascino ancestrale. Cave tufacee in età greca, poi cisterne romane e infine rifugio antiaereo durante l'ultima guerra. Scopro finalmente la leggenda d' 'o munaciello.

lunedì 14 marzo 2016

Vedi Napoli e poi... torni! (1)


”Sul mare luccica l'astro d'argento, placida è l'onda...” Napoli mi accoglie con uno dei suoi sorrisi smaglianti. Il b&b di Letizia sta a Santa Lucia, a pochi passi dal mare e non lontano da piazza Plebiscito. Ci si affaccia sul golfo per arrivarci e sullo sfondo troneggia il Vesuvio col suo pennacchio. Scesi per la prima volta così a sud dello stivale nel 1989, e non lo feci con animo grato. La Banca organizzava allora i suoi corsi in cinque sedi: Milano, Genova, Firenze, Roma e Napoli. A me era toccata in sorte quella più disagiata e non l'avevo proprio presa bene. 857 chilometri via treno. Dieci ore di viaggio.

sabato 12 marzo 2016

Dalla cima del campanile


Quando frequentavo le scuole medie di via Mazzini, il Centro Culturale era in corso di costruzione e dall’aula di disegno della professoressa De Carli si potevano vedere le gradinate dell’auditorium ancora spoglie. In quei giorni arrivò in aula un insegnante di Italiano piuttosto sui generis. Ricordo che era molto raffreddato e, per mantenere un po’ di ordine in classe, minacciava di bersagliarci con i fazzolettini di carta (usati) di cui aveva buona scorta. In un giorno di mercato ci accompagnò sulla cima del campanile, per offrirci una prospettiva diversa del nostro paese (Cordenons non aveva ancora ottenuto il titolo di “città”) e, una volta ridiscesi, acquistò “bagigi” per tutti.

giovedì 10 marzo 2016

Chi fa cosa in Comune


Dopo la riforma degli Enti Locali seguita allo scandalo di “mani pulite” degli anni ’90, l'attribuzione dei compiti nell’amministrazione dei Comuni è cambiata. Ora c’è una separazione ben definita fra le competenze dei “ tecnici” e quelle dei “ politici”. Se i “politici” decidono di realizzare un’opera, sarà poi compito dei “tecnici” individuare l’impresa appaltante. Quando il Consiglio Comunale decide di imbiancare la facciata del Municipio, la scelta del professionista a cui affidare la famigerata perizia cromatica è frutto di una decisione dei “tecnici”: gli uffici hanno valutato, si deve ritenere, le diverse opportunità disponibili e la scelta è poi ricaduta sul professionista di Barletta. E questo è un aspetto che pare ancora non del tutto chiaro alla maggioranza dei cittadini.

lunedì 7 marzo 2016

Ulrico

Ho conosciuto Ulrico quando ancora andavo a scuola. La prima volta che venne a casa nostra ricordo che fui io ad accoglierlo al cancello d'ingresso, ma non intendevo farlo entrare se prima non avesse declinato le proprie generalità. Dopo di che si sviluppò un'amicizia che dura ancora oggi (anche se, a dire il vero, Ulrico è morto qualche anno fa). Lavorava in aeroporto, ad Aviano. Sovrintendeva la mensa. L'aronàtica, come diceva lui, che era romano, era stata la sua casa. Aveva iniziato al ministero, poi alcuni mesi di missione in Africa gli consentirono di mettere da parte il necessario per acquistare un appartamento e si trasferì a Cordenons, dato che la moglie, Nerina, era di queste parti. Abitava in via Nannavecchia. Allora io non sapevo che quella via fosse intitolata a un partigiano impiccato due volte alla balaustra del vecchio municipio.

venerdì 4 marzo 2016

Lettera aperta a un risparmiatore tradito

L'amico e concittadino Claudio ***, ha così commentato oggi l'interessante tabellina tratta dal web (io l'ho condivisa avendola vista sul profilo di uno dei miei contatti, che evidentemente l'ha tratta da qui: venetoeconomia.it) che ho deciso di pubblicare sul mio profilo Facebook e che mette in relazione l'aumento dei compensi attribuiti al top management di Banca Popolare di Vicenza nel corso degli ultimi due anni, con il drastico calo subito dalle quotazioni dei titoli della banca nel medesimo travagliato periodo:
caro Aurelio Barzan, ti ricordi quando mi hai detto che i soci truffati hanno anche un po' di colpa LORO, per essere stati dei babbei nel non saper diversificare gli investimenti (magari qualche migliaio di miseri euro di un povero pensionato!)! ti riconosco un po' di ragione ma almeno, alla luce di quanto pubblichi, chiama per nome e cognome questi PAPAVERI

giovedì 3 marzo 2016

La STUpefacente istoria della STU Makò (seconda puntata)


Proseguiamo l’analisi già abbozzata con le riflessioni raggiungibili a questo link (http://iltaccuinodipiterpan.blogspot.it/2016/02/la-stupefacente-istoria-della-stu-mako.html). Un altro degli interessanti documenti che viene citato a più riprese nella delibera consiliare n. 56 del 2003 è una circolare del Ministero dei Lavori Pubblici datata 2000, che si può leggere anche qui: http://www.cordenonstrasparente.org/stu-mako-circ-min-lavori-pubblici-n-6222000/. Lo scopo della circolare è quello di chiarire e approfondire alcuni aspetti delle norme che istituirono le Società di Trasformazione Urbana, per agevolarne la formazione.

domenica 28 febbraio 2016

La STUpefacente istoria della STU Makò


Ha da poco terminato il suo lavoro di riordino dei documenti la Commissione Speciale incaricata di ripercorrere le fasi di sviluppo di una Società di Trasformazione Urbana che era nata sotto i migliori auspici e che ora pare avviata verso la liquidazione dopo un quindicennio di sostanziale inerzia (salvo che per i debiti accumulati, che ora qualcuno dovrà pur saldare). La pubblicazione sul sito istituzionale del Comune di Cordenons dei documenti allegati alla Relazione consente finalmente ai cittadini di potersi rendere conto della situazione senza intermediazioni di alcun genere. Atto fondamentale da cui potrebbe partire una qualsiasi analisi dilettantesca è la delibera consiliare numero 56 del 30 giugno 2003

giovedì 25 febbraio 2016

Autosospensioni e ... dintorni

Una delle vicende che sta tenendo banco nella cronaca politica locale, prende le mosse da un atto formale che risale alla metà di gennaio (a quanto riferiscono i giornali: si veda questo pezzo del Messaggero Veneto datato 16/1/2016). “Forza Italia ha ufficialmente sospeso dalla giunta i suoi due assessori.” Così principiava l'articolista. A fronte di questa notizia, in data 17/1/2016 inviai alla Direzione Regionale per le Autonomie Locali di Trieste, a mezzo posta elettronica certificata, la seguente mail:
Vi segnalo il recente episodio occorso nel comune di Cordenons, di cui ha dato conto la stampa locale (cfr. http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/2016/01/16/news/forza-italia-sospende-i-suoi-assessori-1.12791104), per le implicazioni che può assumere nel corretto esercizio dell'azione amministrativa dell'Ente.

mercoledì 24 febbraio 2016

Turin, ma belle - (Tre)

Al rientro da Pinerolo c'era una visita guidata inconsueta e stimolante ad aspettare me e Franca. In via Guicciardini (zona Cernaia, dove si avvicendano da decenni stuoli di allievi carabinieri), sorge il museo dedicato a Pietro Micca. Guide volontarie, dall'encomiabile disponibilità e preparazione, accompagnano i viaggiatori curiosi in un breve tour sotterraneo, attraverso i cunicoli che furono scavati all'inizio del 1700 per difendere la città dall'assedio delle truppe gallo-ispaniche (così scrivono gli storici). Quello che poteva scambiarsi per un eccentrico passatempo, si rivela ben presto un'occasione formidabile per acquisire notizie per me inedite sulla mia città. Non sapevo, ad esempio, devo ammetterlo, che il nucleo storico di Torino, il cosiddetto “quadrilatero”, l'insediamento primigenio, dai legionari di Cesare in giù, si collocasse in una ristretta area adiacente all'odierna piazza Castello.

martedì 23 febbraio 2016

Turin, ma belle - (Due)

Venerdì sera tocca al gustotram. Due vecchie vetture tramviarie tengono una trentina di coperti. Il menu è a cura di selezionati locali della tradizione piemontese. I sobbalzi provocati dalle rotaie consentono di consumare un frugale apericena sotto gli sguardi incuriositi dei torinesi alla guida fermi ai semafori mentre rientrano dal lavoro. Il sabato invece si va a Pinerolo. Conta trentaseimila abitanti, meno di Pordenone, ma dispone di spazi, edifici storici e tradizioni non comparabili. Il mercato settimanale è almeno quattro volte più esteso della disordinata serpentina di bancarelle naoniane. Qui i banchi sono tutti concentrati in un ampio quadrilatero, una piazza d'armi affollatissima di madame e monsù che si affannano a procacciar provviste. E' un trionfo di formaggi e verdure che arrivano direttamente dalle stalle e dagli orti del circondario, frutta uova e carne.

lunedì 22 febbraio 2016

Turin, ma belle - (Uno)

”E' l'ora, che, pia, la squilla feedel!”. Non riconosco subito la melodia per via degli intervalli falsati. Forse bisogna accordare le campane. Alle sette di sera, la chiesa di piazza Carlo Emanuele II così mi accoglie salmodiando. La giornata si apre e si chiude con una rassegna toponomastica densa di affetti e di ricordi. La navetta aziendale diretta a Moncalieri passa proprio di fronte alla stazione di Porta Nuova, per poi imboccare via Nizza. E' sufficiente superare corso Dante, per arrivare al 141 e al groppo che ti stringe la gola passandoci davanti. Gigia e Celeste, con la loro meravigliosa famiglia, abitavano al 90 di corso Dante. Agli inizi, quando ce n'è bisogno, lei era stata chioccia per mia madre e lui punto di riferimento sicuro per mio padre. Al rientro, la sera, oltrepassiamo le Molinette, che hanno avuto il merito di farmi venire alla luce,

domenica 14 febbraio 2016

Turin, ma belle - Prologo

San Valentino cadeva di domenica anche nel 1988. Come oggi, presi il treno in direzione di Milano perché il giorno successivo avevo una serie di appuntamenti che si sarebbero rivelati determinanti per il mio futuro in piazza Scala. Avevo acquistato l'Unità al solo scopo di accaparrarmi il secondo volume delle Lettere dal carcere, di Antonio Gramsci (il primo lo rintracciai pochi mesi fa su ebay). Scoprii soltanto parecchi anni più tardi che gli originali degli scritti di Gramsci furono custoditi nei caveau della Banca Commerciale Italiana durante uno dei ventenni neri della storia nazionale, allo scopo di preservarli dalla furia dei tempi. E io che pensavo di avere fatto un acquisto “inopportuno”, considerato l'ambiente in cui mi sarei trovato, dove tutti erano molto eleganti, con le loro grisaglie e le cravatte regimental, i tappeti rossi e il fraseggio sussurrato, come in una cattedrale... Oggi proseguirò verso Torino, culla della mia infanzia, a cui sono legato da antiche amicizie e profondo affetto. Le vicende societarie della Banca più che centenaria che mi ha svezzato professionalmente e umanamente, nel corso degli ultimi anni han finito per renderla bicefala, a furia di fusioni, così che la Direzione non sta più soltanto sotto la Madonnina.

sabato 13 febbraio 2016

Sui gender

Le forze politiche che ambiscono a lucrare qualche vantaggio elettorale dall'asserito sostegno alla famiglia tradizionale e dalla dichiarata difesa dei diritti dei minori sono riuscite a portare anche a Cordenons uno dei convegni informativi dell'avvocato Gianfranco Amato. Agli inizi di gennaio, in una sala consiliare gremita di leghisti provenienti dall'intera provincia il luciferino principe del foro ha esposto le sue tesi. Conviene osservare che le tecniche comunicative dell'avv. Amato paiono oltremodo affini a quelle impiegate dal comitato pordenonese “Vogliamo educare i nostri figli”, che da alcuni mesi sta portando avanti la sua campagna informativa sul “gender” interessando anche soggetti politici e istituzionali della provincia. E' stato il locale segretario del carroccio, nella prolusione all'incontro del 12 gennaio, a sottolineare come le conferenze dell'avv. Amato siano sempre una diversa dall'altra: non ci si ripete mai, ogni volta gli episodi e le “prove” a sostegno della tesi sostenuta dai Giuristi per la vita cambiano. Vale anche per il comitato pordenonese. All'osservatore malizioso non può sfuggire una delle possibili motivazioni sottostanti:

sabato 6 febbraio 2016

Modello Friuli o Friuli modello?

Qualche giorno fa ho acquistato online il mio primo e-book, sperimentando la praticità della lettura su smartphone durante la pausa pranzo. Il titolo che ho scelto per inaugurare la collezione è “L'ordine politico delle Comunità”, di Adriano Olivetti. Aquistai la versione cartacea del testo in occasione del mio primo viaggio a Ivrea, sulle tracce di Camillo e Adriano. Si tratta di un'edizione 1946 in ottimo stato di conservazione, che custodisco come una reliquia e che finora avevo soltanto sfogliato un paio di volte, temendo di gualcirla. La recente ripubblicazione del testo mi ha spinto ad affrontarne finalmente la lettura. Il termine “comunità” si è sentito ripetere più volte, durante l'ultimo incontro nella stalla dei Colonos.

martedì 2 febbraio 2016

Pre Duilio

Fin dalle prime battute del suo intervento avevo capito che pre Duilio Corgnali meritava qualche approfondimento. La veemenza appassionata con cui rievocava le proprie esperienze di giovane pastore di anime devastate dal terremoto la diceva lunga sulla sua determinazione. In realtà, Federico Rossi, dei Colonos, lo aveva presentato come bonsignôr (=monsignore), ma pre Duilio è uomo concreto che bada al sodo e di sicuro non si lascia tentare dalle lusinghe degli appellativi. Teneva davanti a sé come promemoria un libretto che di tanto in tanto agitava di fronte al pubblico per sottolineare ancora di più l'indignazione per quel che era accaduto. E quello che raccontava, nel quarantennale del sisma, si prefigurava in maniera inequivocabile come una controstoria degli avvenimenti dell'epoca. In occasione dell'anniversario rotondo l'agiografia melliflua di certa stampa e di certa politica non mancherà di offrire alla curiosità delle masse un racconto edulcorato e celebrativo di quei giorni troppo lontani per chi non li ha vissuti. Ma pre Duilio c'era. E molte pagine di quel libretto le scrisse proprio lui.

lunedì 1 febbraio 2016

In file 2016

Nella stalla dei Colonos proseguono i racconti e le testimonianze sul terremoto del 1976. Lo scorso venerdì Angelo Floramo dialogava con il premio Bagutta paolo Maurensig. Il direttore artistico di In file possiede una capacità affabulatoria invidiabile e riesce rapidamente a guadagnarsi la simpatia dell'uditorio. Controlla di tanto in tanto, con nonchalance, gli appunti annotati su un minuscolo taccuino che gli servono a mantenere il ritmo della conversazione. Alle riflessioni serie si alternano le facezie. Come quando racconta che la sera del 6 maggio era in corso una riunione dei sindaci democristiani del medio e basso Friuli. Subito dopo la scossa, appena riavutisi dal panico pare che uno di questi

giovedì 28 gennaio 2016

Cronache consiliari Improvvisamente, una sera, in Consiglio

Riprendo la "ristampa in anastatica" delle mie note di commento alle prime sedute consiliari che ho seguito dall'inizio della legislatura. Si tratta di note originariamente pubblicate sul mio profilo facebook e che ancora non avevano assunto la forma di rubrica fissa di questo blog. Il testo che segue fu pubblicato il 12 ottobre 2012. Fra i temi discussi nella seduta consiliare commentata ve n'è uno ancor oggi di grande attualità, stante il prossimo approdo in aula del ddl Cirinnà. Mi pare quindi opportuno riportare alla memoria anche le discussioni di tre anni fa.

Dalle e dalle… alla fine anche il consiglio comunale di Cordenons è riuscito a partorire un dibattito apprezzabile. La seduta dello scorso 10 ottobre si è aperta con un tema quanto mai coinvolgente. Dato che l’attuale giunta ha nominato come presidente della commissione locale per il paesaggio

domenica 24 gennaio 2016

Terremoti di ieri e di oggi

- Cui isal lui?

- Sono il Sottosegretario Franco Evangelisti. Il Presidente Andreotti si scusa, ma gli impegni di governo non gli consentono di essere qui a ricevervi e ha mandato me in sua vece.
- Eh, po no, po! Che s'al fos almancul un Segretario, alore sì! Ma cun unc c'al sta sot dal Segretario no podin migo fevelà, ve! Us voleit propit fani sintì dei baracâts!

Si svolse più o meno così a palazzo Chigi uno dei colloqui politici previsti in quella giornata di 40 anni fa, quando una folta rappresentanza di terremotati friulani scese a Roma per far valere le proprie ragioni nelle stanze del potere. Erano 50, ben assortiti per fascia d'età e condizione sociale, in maniera di rappresentare un campione adeguato. A parlare con Evangelisti fu pre Duilio Corgnali. Pre Gilberto, pre Toni Beline e ora pre Duilio. La stalla dei Colonos ospita da sempre un selezionato campionario di sedizione ecclesiastica.

sabato 23 gennaio 2016

I frati di Sclavons

Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte (Laudi delle creature – S. Francesco d'Assisi). Anch'io quando stamane ho aperto il giornale e letto il titolo non volevo credere ai miei occhi. I frati che lasciano la parrocchia di S. Pietro! In quell'oratorio, nel 1975 iniziai a frequentare la scuola di musica del maestro Gino Sartor. Dopo qualche tempo mi presentai al padre parroco portandogli un mio Alleluja. Poche righe. Il sant'uomo si sedette all'Harmonium e lo eseguì. La melodia gli piacque, ma mi consigliò di cambiarne il ritmo. A padre Antonino, invece, la combinai grossa.

giovedì 21 gennaio 2016

Che macello!

Il Regolamento per la disciplina delle adunanze comunali (che si trova a questo link Regolamento Adunanze ), all'art. 24, stabilisce che: "Il Consigliere parla dal proprio banco, rivolgendo la parola all’intero Consiglio, anche quando si tratta di rispondere ad argomentazioni di un singolo Consigliere." Non tutti i nostri pubblici amministratori sembrano aver compreso il senso della disposizione regolamentare, alla quale raramente si attengono. Ci si rivolge al Consiglio, non al pubblico presente in sala. E' avvilente vedere la Sala Consiliare trasformata in un teatro d'avanspettacolo per l'ennesima volta. Vi sono uomini politici che hanno bisogno della claque per sostenere l'insostenibile e alimentare adeguatamente il proprio ego. I guasti del ventennio berlusconiano sono talmente profondi da avere inciso in maniera significativa nella dialettica politica, elevando la propaganda a metodo persuasivo istituzionale. Era già successo qualche tempo fa,

martedì 19 gennaio 2016

A mia madre

"Namo casa, mama! Namo casa!". Mi tenevi in braccio, provando a consolare la mia disperazione. Quella disperazione che soltanto i bimbi, da attori innati, sanno rendere con naturalezza in tutta la sua tragicità. Passeggiavamo lungo quel tratto di strada che passa davanti alla scuola elementare, nella tranquillità paesana della sera. Era la mia prima volta a Fanna e avevo due anni. Da lì a poco te ne saresti dovuta ritornare a casa, tu, attraversando l'intera Pianura Padana in un viaggio che, allora, aveva dell'avventuroso. Sarà stato l'inquinamento dell'aria, che anche alla fine degli anni '60 in città si faceva sentire, fatto sta che all'ombra della Mole mi ammalavo di continuo. Così dicevi. E allora, ecco l'idea di affidarmi alle cure della zia, che sarebbe diventata la mia seconda madre. Soltanto per un paio di mesi. L'anno successivo la vacanza friulana si prolungò. E quello dopo ancora di più. Con Marilena avevamo fatto un collage con tutte le cartoline che tu e papà mi mandavate quale pegno del vostro affetto e lo avevamo appeso in camera, al piano di sopra di quella casa che il terremoto demolì alcuni anni più tardi.

lunedì 11 gennaio 2016

Adozioni, diritti e falsità

Dopo una lunga gestazione sta per andare in Aula il cosiddetto disegno di legge "Cirinnà bis", che, semplificando, è volto a disegnare la disciplina delle unioni civili (ne parla Repubblica in questo articolo). Senza lasciarsi travolgere dalle polemiche furibonde che imperversano da mesi (ma che l'imminente discussione in Aula rende ancora più aggressive), suggerisco di andarsi ad abbeverare direttamente alla fonte, per capire che cosa effettivamente prevedono le norme proposte per diventare legge. Uno dei punti più controversi paiono essere le cosiddette "adozioni gay", di cui tratta l'articolo 5 del ddl. Composto da un unico comma, che recita:

sabato 9 gennaio 2016

Della strumentalità del "gender"

La signora Carla era una vecchina dallo sguardo penetrante. Solcava il traffico urbano della Pordenone degli anni '80 pedalando con l'energia di un bersagliere e, malgrado la sua chioma immacolata rivelasse un'età più che matura, la grinta non le mancava. Era stata una staffetta partigiana, durante l'ultima guerra. Sulla soglia degli 80, conservava quello stesso spirito combattivo che l'aveva sempre resa protagonista della propria vita. Non so per quale fortuita combinazione mia madre la conobbe e ne divenne amica, ammiratrice e occasionale aiutante nelle faccende domestiche che l'età rendeva per lei troppo gravose. Delle loro stimolanti conversazioni mia madre mi dava conto all'ora di pranzo, quando ancora le famiglie riunite a tavola usavano parlare, anziché compulsare ciascuno il proprio smartphone.

venerdì 8 gennaio 2016

Il nonno Bepi

”Il Sorvegliante deve intraprendere il proprio servizio in completo ordine per quanto riguarda la persona e l'uniforme, e dopo aver provveduto a mettersi in condizioni da non essere costretto ad allontanarsi dal posto di servizio per esigenze fisiche”.

Così si legge in un opuscolo di circa sessanta pagine, con la copertina color carta da zucchero che reca il titolo “Consigli e norme di servizio pei Sorveglianti Urbani” - Milano, Stabilimento Tipo Litografico G. Civelli – 1910. Pudico e formale nel fraseggio, ma non per questo meno efficace nella comunicazione. Il nonno Bepi morì nel 1977, un anno tristemente gravido di lutti nella nostra famiglia, dato che nel giro di pochi mesi oltre al nonno ci lasciarono anche due dei suoi figli. Lo ricordo come un signore austero dalla dignità solida e dall'aristocratica eleganza nei gesti e nel comportamento. Alla sua morte, mio padre recuperò da casa alcuni libri che conservo come reliquie,

lunedì 4 gennaio 2016

Banche, disastri e responsabilità condivise

L'attenzione su uno dei tanti post che si alternano giornalmente sulla mia bacheca facebook era stata calamitata da un richiamo alla COMIT, cui mi lega la mia storia professionale ed umana, ma la successiva lettura del pezzo di Beniamino Piccone per il Sole24Ore (che si può trovare a questo link) ha prodotto alcune riflessioni piuttosto attuali. La vicenda delle 4 banche in procinto di saltare non sembra avere grandi elementi di novità rispetto ad analoghi episodi del passato. Al netto dei sensazionalismi mediatici e della superficialità con cui gli intrattenitori dello show business televisivo continuano ad approcciare anche questi gravi episodi, pare opportuno recuperare la lucidità per ragionare su qualche aspetto meno accattivante a livello di share ma di gran lunga più sostanziale.

domenica 3 gennaio 2016

40 anni


Era il 1975 e, con un paio di settimane di ritardo rispetto all'inizio del corso, io e Romeo ci stavamo iscrivendo alla scuola di musica del maestro Sartor, che era allora ospitata nei locali dell'oratorio dei Frati, a S. Pietro. Quel giorno veramente io ero convinto che mia madre volesse iscrivermi a un corso di ginnastica, che parimenti si svolgeva nello stesso oratorio. Del cambio di programma fui inizialmente contrariato e per i mesi successivi frequentai le lezioni con scarso entusiasmo, per non dire controvoglia. Poi la storia prese tutt'un'altra piega...