(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 28 gennaio 2016

Cronache consiliari Improvvisamente, una sera, in Consiglio

Riprendo la "ristampa in anastatica" delle mie note di commento alle prime sedute consiliari che ho seguito dall'inizio della legislatura. Si tratta di note originariamente pubblicate sul mio profilo facebook e che ancora non avevano assunto la forma di rubrica fissa di questo blog. Il testo che segue fu pubblicato il 12 ottobre 2012. Fra i temi discussi nella seduta consiliare commentata ve n'è uno ancor oggi di grande attualità, stante il prossimo approdo in aula del ddl Cirinnà. Mi pare quindi opportuno riportare alla memoria anche le discussioni di tre anni fa.

Dalle e dalle… alla fine anche il consiglio comunale di Cordenons è riuscito a partorire un dibattito apprezzabile. La seduta dello scorso 10 ottobre si è aperta con un tema quanto mai coinvolgente. Dato che l’attuale giunta ha nominato come presidente della commissione locale per il paesaggio

domenica 24 gennaio 2016

Terremoti di ieri e di oggi

- Cui isal lui?

- Sono il Sottosegretario Franco Evangelisti. Il Presidente Andreotti si scusa, ma gli impegni di governo non gli consentono di essere qui a ricevervi e ha mandato me in sua vece.
- Eh, po no, po! Che s'al fos almancul un Segretario, alore sì! Ma cun unc c'al sta sot dal Segretario no podin migo fevelà, ve! Us voleit propit fani sintì dei baracâts!

Si svolse più o meno così a palazzo Chigi uno dei colloqui politici previsti in quella giornata di 40 anni fa, quando una folta rappresentanza di terremotati friulani scese a Roma per far valere le proprie ragioni nelle stanze del potere. Erano 50, ben assortiti per fascia d'età e condizione sociale, in maniera di rappresentare un campione adeguato. A parlare con Evangelisti fu pre Duilio Corgnali. Pre Gilberto, pre Toni Beline e ora pre Duilio. La stalla dei Colonos ospita da sempre un selezionato campionario di sedizione ecclesiastica.

sabato 23 gennaio 2016

I frati di Sclavons

Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte (Laudi delle creature – S. Francesco d'Assisi). Anch'io quando stamane ho aperto il giornale e letto il titolo non volevo credere ai miei occhi. I frati che lasciano la parrocchia di S. Pietro! In quell'oratorio, nel 1975 iniziai a frequentare la scuola di musica del maestro Gino Sartor. Dopo qualche tempo mi presentai al padre parroco portandogli un mio Alleluja. Poche righe. Il sant'uomo si sedette all'Harmonium e lo eseguì. La melodia gli piacque, ma mi consigliò di cambiarne il ritmo. A padre Antonino, invece, la combinai grossa.

giovedì 21 gennaio 2016

Che macello!

Il Regolamento per la disciplina delle adunanze comunali (che si trova a questo link Regolamento Adunanze ), all'art. 24, stabilisce che: "Il Consigliere parla dal proprio banco, rivolgendo la parola all’intero Consiglio, anche quando si tratta di rispondere ad argomentazioni di un singolo Consigliere." Non tutti i nostri pubblici amministratori sembrano aver compreso il senso della disposizione regolamentare, alla quale raramente si attengono. Ci si rivolge al Consiglio, non al pubblico presente in sala. E' avvilente vedere la Sala Consiliare trasformata in un teatro d'avanspettacolo per l'ennesima volta. Vi sono uomini politici che hanno bisogno della claque per sostenere l'insostenibile e alimentare adeguatamente il proprio ego. I guasti del ventennio berlusconiano sono talmente profondi da avere inciso in maniera significativa nella dialettica politica, elevando la propaganda a metodo persuasivo istituzionale. Era già successo qualche tempo fa,

martedì 19 gennaio 2016

A mia madre

"Namo casa, mama! Namo casa!". Mi tenevi in braccio, provando a consolare la mia disperazione. Quella disperazione che soltanto i bimbi, da attori innati, sanno rendere con naturalezza in tutta la sua tragicità. Passeggiavamo lungo quel tratto di strada che passa davanti alla scuola elementare, nella tranquillità paesana della sera. Era la mia prima volta a Fanna e avevo due anni. Da lì a poco te ne saresti dovuta ritornare a casa, tu, attraversando l'intera Pianura Padana in un viaggio che, allora, aveva dell'avventuroso. Sarà stato l'inquinamento dell'aria, che anche alla fine degli anni '60 in città si faceva sentire, fatto sta che all'ombra della Mole mi ammalavo di continuo. Così dicevi. E allora, ecco l'idea di affidarmi alle cure della zia, che sarebbe diventata la mia seconda madre. Soltanto per un paio di mesi. L'anno successivo la vacanza friulana si prolungò. E quello dopo ancora di più. Con Marilena avevamo fatto un collage con tutte le cartoline che tu e papà mi mandavate quale pegno del vostro affetto e lo avevamo appeso in camera, al piano di sopra di quella casa che il terremoto demolì alcuni anni più tardi.

lunedì 11 gennaio 2016

Adozioni, diritti e falsità

Dopo una lunga gestazione sta per andare in Aula il cosiddetto disegno di legge "Cirinnà bis", che, semplificando, è volto a disegnare la disciplina delle unioni civili (ne parla Repubblica in questo articolo). Senza lasciarsi travolgere dalle polemiche furibonde che imperversano da mesi (ma che l'imminente discussione in Aula rende ancora più aggressive), suggerisco di andarsi ad abbeverare direttamente alla fonte, per capire che cosa effettivamente prevedono le norme proposte per diventare legge. Uno dei punti più controversi paiono essere le cosiddette "adozioni gay", di cui tratta l'articolo 5 del ddl. Composto da un unico comma, che recita:

sabato 9 gennaio 2016

Della strumentalità del "gender"

La signora Carla era una vecchina dallo sguardo penetrante. Solcava il traffico urbano della Pordenone degli anni '80 pedalando con l'energia di un bersagliere e, malgrado la sua chioma immacolata rivelasse un'età più che matura, la grinta non le mancava. Era stata una staffetta partigiana, durante l'ultima guerra. Sulla soglia degli 80, conservava quello stesso spirito combattivo che l'aveva sempre resa protagonista della propria vita. Non so per quale fortuita combinazione mia madre la conobbe e ne divenne amica, ammiratrice e occasionale aiutante nelle faccende domestiche che l'età rendeva per lei troppo gravose. Delle loro stimolanti conversazioni mia madre mi dava conto all'ora di pranzo, quando ancora le famiglie riunite a tavola usavano parlare, anziché compulsare ciascuno il proprio smartphone.

venerdì 8 gennaio 2016

Il nonno Bepi

”Il Sorvegliante deve intraprendere il proprio servizio in completo ordine per quanto riguarda la persona e l'uniforme, e dopo aver provveduto a mettersi in condizioni da non essere costretto ad allontanarsi dal posto di servizio per esigenze fisiche”.

Così si legge in un opuscolo di circa sessanta pagine, con la copertina color carta da zucchero che reca il titolo “Consigli e norme di servizio pei Sorveglianti Urbani” - Milano, Stabilimento Tipo Litografico G. Civelli – 1910. Pudico e formale nel fraseggio, ma non per questo meno efficace nella comunicazione. Il nonno Bepi morì nel 1977, un anno tristemente gravido di lutti nella nostra famiglia, dato che nel giro di pochi mesi oltre al nonno ci lasciarono anche due dei suoi figli. Lo ricordo come un signore austero dalla dignità solida e dall'aristocratica eleganza nei gesti e nel comportamento. Alla sua morte, mio padre recuperò da casa alcuni libri che conservo come reliquie,

lunedì 4 gennaio 2016

Banche, disastri e responsabilità condivise

L'attenzione su uno dei tanti post che si alternano giornalmente sulla mia bacheca facebook era stata calamitata da un richiamo alla COMIT, cui mi lega la mia storia professionale ed umana, ma la successiva lettura del pezzo di Beniamino Piccone per il Sole24Ore (che si può trovare a questo link) ha prodotto alcune riflessioni piuttosto attuali. La vicenda delle 4 banche in procinto di saltare non sembra avere grandi elementi di novità rispetto ad analoghi episodi del passato. Al netto dei sensazionalismi mediatici e della superficialità con cui gli intrattenitori dello show business televisivo continuano ad approcciare anche questi gravi episodi, pare opportuno recuperare la lucidità per ragionare su qualche aspetto meno accattivante a livello di share ma di gran lunga più sostanziale.

domenica 3 gennaio 2016

40 anni


Era il 1975 e, con un paio di settimane di ritardo rispetto all'inizio del corso, io e Romeo ci stavamo iscrivendo alla scuola di musica del maestro Sartor, che era allora ospitata nei locali dell'oratorio dei Frati, a S. Pietro. Quel giorno veramente io ero convinto che mia madre volesse iscrivermi a un corso di ginnastica, che parimenti si svolgeva nello stesso oratorio. Del cambio di programma fui inizialmente contrariato e per i mesi successivi frequentai le lezioni con scarso entusiasmo, per non dire controvoglia. Poi la storia prese tutt'un'altra piega...