e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 23 gennaio 2016
I frati di Sclavons
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte (Laudi delle creature – S. Francesco d'Assisi). Anch'io quando stamane ho aperto il giornale e letto il titolo non volevo credere ai miei occhi. I frati che lasciano la parrocchia di S. Pietro! In quell'oratorio, nel 1975 iniziai a frequentare la scuola di musica del maestro Gino Sartor. Dopo qualche tempo mi presentai al padre parroco portandogli un mio Alleluja. Poche righe. Il sant'uomo si sedette all'Harmonium e lo eseguì. La melodia gli piacque, ma mi consigliò di cambiarne il ritmo. A padre Antonino, invece, la combinai grossa. Un giorno, a casa, mi misi in testa di costruire un teatrino per i burattini in cui poter stare comodamente in piedi, in due, e allestire degli spettacolini, di cui avrei naturalmente dovuto scrivere anche la sceneggiatura. Detto, fatto. Con la complicità del mio compagno di malefatte dell'epoca, il teatrino fu costruito e dipinto di un rosso sgargiante. La madre di Luisito confezionò le tende del sipario e si rese disponibile a realizzare i pupazzi che ci occorrevano. Io chiesi a padre Antonino se potevamo utilizzare il corridoio al piano di sopra dell'oratorio per gli spettacoli e in men che non si dica quel teatrino, trasportato da un carretto a trazione infantile, raggiunse Sclavons e fu issato fino al primo piano. Inutile aggiungere che non riuscimmo a rappresentare alcuno spettacolo, perché l'entusiasmo iniziale si affievolì progressivamente. Nessun burattino fu costruito, nessuna storia scritta. Il teatrino rimaneva in oratorio e padre Antonino ci incalzava per sapere quando ce lo saremmo andati a riprendere. Ma, come dicevo, l'entusiasmo ormai era sfiorito e anche l'intenzione di sobbarcarsi un altro viaggio col carretto tardava a manifestarsi. Così il paziente fraticello ci diede un ultimatum: se non ce lo fossimo andati a riprendere, se ne sarebbe liberato lui. E così fu. Non ho mai saputo che fine abbia fatto quel teatrino rosso. E padre Placido Pozzobon, poi, (PPP, o P3), che anche durante l'ora di religione, alle medie, declamava i suoi sermoni agitando le ampie maniche della veste come un predicatore d'altri tempi, fulminandoti con lo sguardo. Fu lui a convincermi ad accompagnare la messa dei ragazzi, la domenica, con un'ensemble composta da: fisarmonica, batteria, tastiere e chitarra elettrica. Si suonava il Symbolum e le vecchiette venivano a curiosare, non capacitandosi di come, in chiesa, si potesse accompagnare la messa con quella che pareva un'orchestra da ballo. E quando in tempo di Pasqua mi toccò fare da crucifero, guidando la processione che dalla chiesa procedeva su via Raffaello Sanzio, tutti a rimproverarmi perché avevo il passo troppo lesto e a dire che la croce a me non l'avrebbero fatta portare più. In realtà, io avrei dovuto frequentare la chiesa del Pasch, ma siccome tutti i miei amici erano a Sclavons, andò a finire che bazzicavo sempre da quelle parti. E quando si fece lo Zecchino d'oro, cantando le canzoni dell'Antoniano di Bologna, a me toccò il ruolo da solista in “Torero al pomodoro”. Voi, toreri senza cuore, combattete il toro con abilità... Alla fine dimenticai appeso nel guardaroba il giubbetto scamosciato che potei recuperare soltanto al rientro dalle vacanze estive. Ed è in quello stesso locale che oggi non c'è più, vicino alla vecchia chiesetta di S. Pietro, dove esibii le mie doti canore (senza privare il pubblico di qualche stecca) che ho visto i miei primi film su uno schermo da cinema, immerso in un'atmosfera di magia e meraviglia. Sì, è davvero difficile credere che dopo tutta la storia, le emozioni, gli entusiasmi che sono passati tra quelle pareti, oggi i frati debbono abbandonare Sclavons. Era una presenza acquisita, rassicurante, scontata. Dopo la chiusura degli uffici postali, dopo la chiusura degli sportelli bancari, l'impietosa necessità di riorganizzare la propria presenza sul territorio miete ora le sue vittime anche tra i frati. E' una notizia che mette tristezza. Nulla sarà più come prima.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)