e le note vengono aggiornate di quando in quando)
domenica 14 febbraio 2016
Turin, ma belle - Prologo
San Valentino cadeva di domenica anche nel 1988. Come oggi, presi il treno in direzione di Milano perché il giorno successivo avevo una serie di appuntamenti che si sarebbero rivelati determinanti per il mio futuro in piazza Scala. Avevo acquistato l'Unità al solo scopo di accaparrarmi il secondo volume delle Lettere dal carcere, di Antonio Gramsci (il primo lo rintracciai pochi mesi fa su ebay). Scoprii soltanto parecchi anni più tardi che gli originali degli scritti di Gramsci furono custoditi nei caveau della Banca Commerciale Italiana durante uno dei ventenni neri della storia nazionale, allo scopo di preservarli dalla furia dei tempi. E io che pensavo di avere fatto un acquisto “inopportuno”, considerato l'ambiente in cui mi sarei trovato, dove tutti erano molto eleganti, con le loro grisaglie e le cravatte regimental, i tappeti rossi e il fraseggio sussurrato, come in una cattedrale... Oggi proseguirò verso Torino, culla della mia infanzia, a cui sono legato da antiche amicizie e profondo affetto. Le vicende societarie della Banca più che centenaria che mi ha svezzato professionalmente e umanamente, nel corso degli ultimi anni han finito per renderla bicefala, a furia di fusioni, così che la Direzione non sta più soltanto sotto la Madonnina. All'ombra della Mole, il nuovo aggregato aziendale ha conservato alcune dépendances. E' così che un breve soggiorno di lavoro mi sta riportando sotto i portici della bella Torino, lustri come il salotto buono delle residenze borghesi, che ti vien da cercare le pattine prima di guadagnarti un'occhiataccia di rimprovero della madama di casa. Le previsioni del tempo annunciano nebbia a partire da domani. Non potevo chiedere di meglio. Le piazze della capitale sabauda, coi loro edifici storici e severi, acquistano un fascino speciale seminascoste dalle brume invernali. Il viaggio in treno procede senza intoppi, a parte il cielo grigio e la pioggia che di tanto in tanto arriva a infastidire i pellegrini. ”Rosas rojas pa' tiiiii! He comprado esta nocheeee!”. Se vai a cena in un ristorante peruviano che sta in via degli Artisti, come colonna sonora è il minimo della pena. Specie a San Valentino. Per fare il confronto con la cucina di Ruggero mi sono concesso un'orata, dopo una fugace visita al museo del risorgimento. Grazie a Franca e alla sua card siamo entrati gratis, ma, considerato che la chiusura del museo era ormai prossima, la visita alle 30 sale 30 è stata molto rapida. Emozionante la vista dell'aula della Camera dei Deputati Subalpina, a palazzo Carignano, “l'unica rimasta integra in Europa tra i parlamenti nati dopo le rivoluzioni del 1848”, come dice il bugiardino. I portici di via Po hanno un fascino antico, intriso di storia e letteratura e arte. Danno rifugio alle povere cose dei barboni e forniscono riparo agli studenti universitari nei giorni di pioggia. Il santuario della Consolata sta sullo sfondo, fra la nebbia. Si susseguono bancarelle di libri usati, l'università e le librerie reminders aperte fino a mezzanotte. Di rientro dalla cena peruviana non ho resistito a curiosare e mi son portato via un volumetto in brossura, “Canti cubani” (Editori Riuniti - 1961), che dovrò sfogliare con cura perché un tascabile d'antan come questo merita ogni amorevole cautela.
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