(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 22 febbraio 2016

Turin, ma belle - (Uno)

”E' l'ora, che, pia, la squilla feedel!”. Non riconosco subito la melodia per via degli intervalli falsati. Forse bisogna accordare le campane. Alle sette di sera, la chiesa di piazza Carlo Emanuele II così mi accoglie salmodiando. La giornata si apre e si chiude con una rassegna toponomastica densa di affetti e di ricordi. La navetta aziendale diretta a Moncalieri passa proprio di fronte alla stazione di Porta Nuova, per poi imboccare via Nizza. E' sufficiente superare corso Dante, per arrivare al 141 e al groppo che ti stringe la gola passandoci davanti. Gigia e Celeste, con la loro meravigliosa famiglia, abitavano al 90 di corso Dante. Agli inizi, quando ce n'è bisogno, lei era stata chioccia per mia madre e lui punto di riferimento sicuro per mio padre. Al rientro, la sera, oltrepassiamo le Molinette, che hanno avuto il merito di farmi venire alla luce, e imbocchiamo prima la lunga via Genova e poi l'interminabile via Madama Cristina, intersecando via Millefonti, dove inizialmente i miei avevano acquistato un appartamento e vivevano, e via Tèpice, dove abitava Marcella, che mi fece da tata quando ancora non sapevo articolare parole di senso compiuto. Corso Bramante, corso Unione Sovietica, corso Sommelier. Per ottenere la licenza da tassista, mio padre se l'era dovuto studiare per bene lo stradario di Torino, ma non fu sufficiente. E i nomi di quelle vie, che avevano segnato una giovinezza consumata nel boom degli anni '60, sono rimasti scolpiti nel cuore di entrambi i miei genitori. Li ripete ancora mia madre con la devozione e il rispetto che si riservano alle litanie di una rogazione, di quelle che ormai appartengono a un patrimonio rievocato soltanto nei convegni di storia e tradizioni locali. Ho visto circolare un tram antico, trasformato in ristorante su rotaia. L'azienda cittadina dei trasporti le chiama “Cene in movimento”. Sono riuscito a prenotare online l'ultimo posto disponibile per l'aperitivo sfizioso del venerdì sera. Il Gustotram partirà da piazza Castello, di fronte al Teatro Regio, alle 19:30 per un'oretta di tour gastronomico all'insegna della tradizione piemontese. La rassegna toponomastica si ripete ogni giorno, sulla strada per e da Moncalieri. Alla fine, mi decido a scendere a una delle fermate intermedie, quella più prossima a corso Dante, per raggiungere il 141. Do un'occhiata ai nomi sui campanelli, ma non ne riconosco di familiari. Citofono alla portinaia, chiedendo se è così gentile da farmi entrare. “E' un'operazione nostalgia”, annuncio alla giovane signora che viene ad accogliermi accompagnata dal marito (non si sa mai), uscendo dalla portineria. “Vede, mia madre è stata la prima portinaia di questo palazzo, venne assunta dall'Ingegnere quando ancora i lavori di costruzione non erano ancora terminati. Ma sono passati alcuni anni.” E le piastrelle della cucina, che intravedo dalla porta semiaperta, son sempre le stesse. Identica la guardiola, ancora più piccola di come la ricordavo. Solenne l'atrio rivestito di marmi e adornato di grandi piante da interno. Altrettanto minuscolo è il rifugio che ospitò i miei due giovani genitori. Due piccole stanze. Un poggiolo che dà sul cortile, dove mia madre metteva ad asciugare la biancheria. L'inquilina del piano di sopra aveva la fastidiosa abitudine di stendere le lenzuola, che penzolavano fino a piano terra, togliendo quel poco di luce che entrava dall'unica finestra della nostra piccola tana. Fino a quando quel bucato precipitò inspiegabilmente nel cortile. E le lenzuola non ricomparvero più. Al Museo del cinema è esposta una collezione di manifesti cubani che ho già visto a Pordenone. Si tratta dei poster ideati per pubblicizzare i film in cartellone dal triunfo de la Revoluciòn agli anni '70, grossomodo. Opere grafiche di pregevole fattura e sorprendente creatività. Alla fine acquisterò anche il catalogo della mostra, ma non di quella torinese. Nel bookshop della Mole ho trovato in vendita anche il volume realizzato per la mostra di Pordenone, che mi pare più interessante perché munito di esaurienti saggi esplicativi, e me lo son portato via.

Nessun commento:

Posta un commento

se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)